Chapter 1

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Il sole illuminava Bellsmitt e l'orologio segnava le sei quando Rose si svegliò a causa della sveglia che, puntuale come la morte, emise un fastidioso trillo.

Si guardò intorno, i bagagli già pronti, armadi e cassetti vuoti, foto staccate... nulla poteva indicare che in quella stanza una volta ci viveva una ragazza. Le pareti spoglie e dalla tinta opaca davano a quella stanza una luce quasi spettrale, e il pulviscolo che aleggiava nella stanza sembrava neve. Tutto era stato spazzato via, tutti i suoi ricordi, i disegni di quando era bambina... quel posto non le sembrava più tale senza alcuna testimonianza della sua esistenza.

Di malavoglia raggiunse la porta che emise uno stridulo cigolio nell'aprirsi, percorse il corridoio per arrivare al bagno e un brivido le percorse la schiena per le fredde mattonelle.

Una volta uscita andò in cucina dove un crocifisso trionfava su tutta a stanza, fece colazione e tornò in camera sua a vestirsi, feci per aprire l' armadio ma si ricordò che fosse vuoto, allora raccattò un paio di jeans e una felpa dalla valigia, e si mise le sue solite converse nere. Prese il pesante bagaglio e lo portò all' ingresso, nel quale sua madre le lanciò un occhiataccia, forse per i jeans secondo lei troppo aderenti.

-Sei pronta?- Chiese lei, evidentemente aveva fretta di mandarla via, oppure aveva paura che lei perdesse il treno, ma Rose pensò fosse la prima opzione.

-Sì, fammi solo dare un' occhiata in giro per vedere se ho dimenticato qualcosa.-

Percorse per l' ultima volta i lunghi corridoi della casa, poi entrò nella sua stanza, quante volte aveva pianto in quel letto, quante notti insonni, quanti libri letti alla luce di quella finestra. I ricordi le affiorarono nella mente, quella stanza così vuota, ma piena dei fantasmi del passato, era ora di gettarsi tutto alle spalle, ma era davvero pronta?

Rose uscì da quella che una volta era la sua camera, spesso usata come prigione, e arrivò davanti a quella della sorella, che ancora dormiva. Pensò di svegliarla per darle un ultimo saluto prima della partenza ma poi si rese  conto che  Helen non l'avrebbe presa bene, quindi avanzò ulteriormente arrivando alla camera di sua madre, sempre chiusa a chiave. scese le scale provocando un rumore sordo, e raggiunse la madre in entrata.

-Preso tutto?-Chiese lei, alzando un sopracciglio in segno di disapprovazione.

-Sì, tutto.- Rispose la figlia nervosamente, voleva andarsene da lì.

-Okay, allora andiamo, prendi la valigia.-

Rose prese la valigia e la trascinò fuori, poi uscì la madre che con un gesto teatrale chiuse in un colpo secco la porta. Rose sentì di aver lasciato un pezzo di quel suo cuore consumato e rattoppato troppe volte dietro quella porta; entrò in macchina, il motore si accese con un rombo, e in pochi minuti raggiunsero la stazione, dove Alice la stava già aspettando.

Le due amiche gridarono i reciproci nomi all' unisono, e si strinsero in un abbraccio, e dopo che Lisa le liquidò con un "Rose, fai buon viaggio, e Alice, salutami tua madre quando tornerai a casa.", si avviarono al binario dal quale sarebbe partito il treno che avrebbe portato lontano Rose.

-Mi mancherai Alice.- Disse Rose con la voce rotta dal pianto.

-Anche tu Rose, eri l'unica persona decente in questo schifo di paesino.- Replicò  Alice, che piangeva già da quando era arrivata alla stazione.

-Solo decente?- Alice e Rose scoppiarono a ridere, e Alice disse:

-Più che decente. Non riesco a credere che andrai a Rowens  Bourg , divertiti, mi raccomando.-

-Lo farò-

Le due furono interrotte da una voce metallica che annunciava la partenza imminente del treno diretto a Rowens Bourg, e si abbracciarono ancora. Rose salì sul treno con la consapevolezza di aver lasciato l' unica amica che aveva, quella che le è sempre rimasta vicina, anche nei periodi più bui della sua vita.

Rose raggiunse in suo posto e si sedette salutando dal finestrino l'amica in lacrime che agitava la mano in quello che doveva essere un saluto.

Il treno partì, e presto lasciò la stazione, definendo una distanza palpabile tra Rose e il suo passato. Lei si mise le cuffiette nelle orecchie e la sua canzone preferita, che come un calmante la rilassò come nessuna pillola aveva mai fatto. Le note si mescolavano al monotono paesaggio di campagna che circonda la sua città. Eppure mai nella sua vita Rose si era mai sentita viva e libera dallo sguardo critico della madre o dei giudizi della sorella.In quel treno lei era Rose, la vera Rose, quella che sta sveglia di notte per guardare le stelle e sentire il vento accarezzarle il corpo e farle ondeggiare i lunghi e ricci capelli neri, quella che ha commesso molti errori, sì, ma che nonostante tutto è ancora qua, pur piena di ferite e graffi provocati dalla vita è ancora in piedi e che lotterà fino alla fine.

Il treno era praticamente vuoto, e il che sembrava a Rose stranamente piacevole, era bello prendersi un po' di tempo per pensare. Il sole batteva sul finestrino, e la sua luce era a tratti oscurata da alti alberi o qualche casa di campagna, la pelle candida di Rose era in netto contrasto con il rosso acceso dei sedili in pelle, e i suoi occhi grigi sembravano più vivi oltre il confine di Bellsmitt .  

La ragazza si addormentò pochi chilometri dopo, e sognò un posto dove non essere giudicata per il suo tormentato passato, dove cominciare una nuova scuola e  magari fare nuove amicizie.

Quando si svegliò mancavano poco meno di due ore all' arrivo a Rowens Bourg , e per passare il tempo si mise a fantasticare sulla sua nuova vita; come sarebbe stata la sua stanza? Avrebbe avuto molti amici? Sarebbe riuscita a diventare una scrittrice, come sognava fin da bambina? Non trovava risposta a nessuna di queste domande, ma porsele l' aveva aiutata a rivedere i suoi obiettivi, e ad aggrapparsi a quelle che erano le poche cose di cui era sicura, come tante volte aveva già fatto.

Il paesaggio fuori dal finestrino era cambiato, c'erano alti edifici in lontananza, e il fascino rurale era stato spazzato via dall' eccitante vita frenetica cittadina. Rose appoggiò le mani sul freddo vetro, come fanno i bambini, e guardò meravigliata il paesaggio; era un monotono susseguirsi di palazzi, ma era tutto così nuovo per lei.

Prima che Rose se ne potesse accorgere il treno si fermò nella stazione, e lei prese la sua valigia dirigendosi all' uscita. Trattenne il respiro, stava per mettere piede in una nuova città, sarebbe stato tutto nuovo per lei, si era finalmente liberata della sua identità creata da altre persone, per mostrarne l' originale. Rose saltò giù dal treno, recuperò la valigia e una volta uscita dalla stazione chiamò un taxi, che arrivò dopo una decina di minuti, e la portò davanti al college.

Un grosso cartello con scritto: "Saint Nicholas West Accademy" indicava che Rose era finalmente giunta nel posto dove doveva e voleva stare.

-Ci siamo!- Dichiarò e, decisa, mosse il primo passo in quella che sarebbe dovuta essere la sua casa per molto tempo. Sentì che le cose stavano andando per il verso giusto, e che avrebbero continuato a farlo, senza intoppi. Non si sarebbe mai potuta sbagliare più di così.

SPAZIO AUTRICE

Salve salvino people, questo era il primo capitolo, ditemi che ne pensate. Stellinate il capitolo e se volete lasciate un commentino, a presto.

Banane.







•Midnight Memories• || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora