«Phoebe,» una voce che mi sembra incredibilmente lontana giunge alle mie orecchie e, subito dopo, sento una pressione sulle labbra e poi sul petto. Mi sento incredibilmente affaticata, mi manca il respiro e non riesco ad aprire gli occhi. «Dai, Phoebe,» mi incita la voce, mentre la spinta sul petto si ripete altre volte e io inizio a tossire. «Brava, continua,» qualcosa mi sfiora delicatamente l'orecchio e la voce mi giunge in un sussurro speranzoso. Tossisco un'altra volta e sputo un fiotto caldo di acqua salata, che mi lascia un bruciore poco rassicurante lungo tutta la gola. Apro finalmente gli occhi e vengo quasi accecata dalla luce brillante del sole pomeridiano, che mi brucia anche la pelle. Impiego qualche secondo di troppo ad abituarmi alla luce e riesco a vedere ciò che mi circonda: l'acqua del mare, il cielo azzurro, piante di ogni tipo e tanta, troppa sabbia. «Come ti senti?»
Mi volto subito verso la fonte della voce che ha continuato a parlarmi mentre avevo gli occhi ancora chiusi e mi ritrovo davanti Hemmings, con il viso corrugato in un'espressione di sincera preoccupazione.
«Cos'è successo?» chiedo, ignorando la sua domanda e alzandomi con qualche difficoltà dalla sabbia. Una fitta alla testa per il movimento troppo affrettato mi fa traballare ma, prima che possa cadere, Hemmings riesce ad afferrarmi. Gli rivolgo un cenno, come a dirgli di rispondermi, ma lui sembra quasi impaurito dall'idea di raccontarmi cosa sia successo. Poi inizio a ricordarmi l'allarme di evacuazione, la porta bloccata del bagno sulla nave, le urla degli altri passeggeri e il terribile temporale che ha reso il mare scuro, agitato e freddo, spaventosamente freddo. Una terribile sensazione si fa spazio dentro di me e mi guardo intorno un'ultima volta, non vedendo altro che questa fottuta sabbia e l'acqua cristallina che si infrange a riva. «Dove sono gli altri?» chiedo, ma sento di sapere già la risposta.
Il ragazzo sospira, per poi evitare il mio sguardo. «Siamo solo noi,» risponde, mentre io sussulto. Provo a dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in gola. «Il mare era troppo agitato, pioveva a dirotto e io ho perso di vista le scialuppe,» spiega, la voce sottile. «Mi sono lasciato trasportare dalle onde con te in braccio perché non si riusciva in alcun modo a nuotare, siamo finiti su questa spiaggia e... il resto lo sai,» conclude, azzardandosi finalmente a rivolgermi un veloce sguardo. Questa volta però sono io ad evitarlo, puntando gli occhi sui miei piedi nudi - devo aver perso le mie infradito - e chiudendo le mani in due pugni, pronta a prendere questo idiota a cazzotti. Se solo avessimo preso un salvagente, come io avevo intenzione di fare, sarebbe stato molto più facile per noi raggiungere le scialuppe, nonostante il mare agitato, e a quest'ora saremmo insieme a tutti gli altri, ad aspettare i soccorsi. Invece no. Ha dovuto decidere per forza lui cosa fare, facendo un'enorme stronzata. «Sei arrabbiata?» mi chiede in un sussurro, avvicinandosi di poco a me.
«Mi chiedi se sono arrabbiata?» ribatto, sarcastica, guardandolo in faccia. «No, Hemmings, figurati. Sono incazzata nera, perché sei un emerito cretino ed è davvero ingiusto che tu sia capitato proprio sulla mia strada!» quasi urlo, puntandogli il dito contro. Lui retrocede di nuovo di un passo e prova a dire qualcosa, ma io non glielo permetto. «Avresti dovuto darmi retta, invece hai fatto tutto per conto tuo e ora guarda dove siamo,» con un gesto del braccio gli indico la spiaggia in cui ci troviamo. Hemmings abbassa lo sguardo, sentendosi certamente in colpa, ma io non sono ancora soddisfatta. «Bene, ora invece cosa suggerisci di fare, genio?»
«Va bene, ho sbagliato,» ammette, puntando fieramente i suoi occhi nei miei. «Ma ti ho pur sempre salvato la vita e dovresti essermi grata per questo!»
«Questo lo chiami 'salvare la vita a qualcuno'?» indico di nuovo la dannata sabbia che ci circonda e scoppio a ridere, nonostante non ci sia proprio nulla di divertente. «Be', Hemmings, sappi che avrei preferito di gran lunga morire su quella fottuta nave o annegare, piuttosto che finire su questa isola deserta solo per patire la fame,» concludo, rabbrividendo al solo pensiero di come ci toccherà vivere, se riusciremo a sopravvivere. Non oso neanche immaginare, poi, tutti i pericoli che può nascondere quest'isola nella fitta vegetazione.
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Two Castaways || Luke Hemmings
FanfictionDi certo, fra tutti i turisti di quella nave, Luke Hemmings era l'ultimo con cui sarei voluta finire su un'isola deserta. * «Non mi interessano le tue relazioni sentimentali,» lo interrompo, scocciata. «Uh, non sarai mica gelosa, principessina?» chi...