Arrivo alla spiaggia letteralmente distrutta, con il respiro affannato. Devo ammettere che andare a cercare da sola un po' di legna per il fuoco non è stata propria l'idea migliore che io abbia avuto nei miei diciannove anni di vita, ma ormai è inutile avere rimpianti.
Appoggio la legna accanto a quella trovata nei giorni precedenti e il rumore prodotto fa voltare di scatto Hemmings, seduto accanto al fuoco per controllarlo. «Dove eri finita?» domanda, alzandosi di scatto e avvicinandosi a me.
Mi sembra che sia abbastanza evidente. «Secondo te?» rispondo, infatti, quando un terribile mal di testa comincia a torturarmi.
Il ragazzo sbuffa. «Potevi almeno avvertirmi, sai? Ho passato tutta la mattina a cercarti e-»
«Non sono una bambina,» lo interrompo subito, per poi sedermi e prendermi la testa tra le mani, cercando di calmare in qualche modo il dolore.
Hemmings sospira. «Lo so, Phoebe, ma poteva esserti successo qualcosa e io...» lascia in sospeso la frase, così alzo gli occhi verso di lui per incitarlo a continuare, ma lui ha lo sguardo rivolto verso il mare e stringe fra i denti il piercing al labbro inferiore, come per trattenersi dal dire altro.
In un'altra occasione lo torturerei a morte per sapere cosa gli passi per la testa, ma al momento sono fin troppo incazzata con lui per farlo: sono stata in giro per intere ore per trovare un po' di legna e lui non fa altro che sgridarmi. Non pretendo assolutamente che Hemmings mi ringrazi o cose simili, dato che lui fa quasi sempre la legna da solo e proprio per questo volevo per una volta aiutarlo e lasciare che si riposasse, ma vorrei solo che rimanesse in silenzio, senza farmi sentire addirittura in colpa.
«Non ho bisogno che tu mi faccia da baby-sitter,» lo informo. «So cavarmela benissimo anche da sola, sai?» dico poi, ironica.
Vorrei ricordargli di quando abbiamo trovato l'acqua e lui stava per berla come un vero e proprio incosciente, senza darmi ascolto, ma è una cosa che non potrei mai rinfacciargli, nemmeno provandoci con tutte le forze che mi rimangono. Quel giorno Luke è stato così gentile, così dolce, a concedermi la sua canna di bambù piena d'acqua, per sostituirla alla mia che si era spezzata, che non so ancora come potrò mai ringraziarlo. Non per l'acqua in sé, dato che per averne dell'altra non avrei dovuto fare altro che tornare al ruscello, ma perché credo di non essere mai stata tanto fragile in tutta la mia vita come in quel momento, mi sembrava quasi di avere l'intero universo contro, ma lui invece era lì accanto a me, pronto a ringraziarmi quando non avrebbe avuto alcun bisogno di farlo. Credo che qualcosa in me da quel momento sia cambiato, ma non so di preciso cosa. So solo che non riesco più a rinfacciargli qualsiasi cosa solo per accontentare il mio orgoglio e so di aver iniziato quasi a sopportare la sua presenza, a pensare qualche volta a lui come Luke e non come Hemmings, a sorridere impercettibilmente quando mi stuzzica con le sue battute squallide, a provare un piccolo senso di angoscia quando parte da solo per un'escursione in mezzo alla foresta e di sollievo quando torna numerose ore più tardi, fortunatamente senza ferite. Basterebbe davvero poco per diventare amici e credo anche che tutta questa situazione diventerebbe molto più semplice da affrontare se solo lo fossimo, ma sono talmente confusa da me stessa che non riesco a permettere che ciò accada. Per questo da quel giorno non ho fatto altro che cercare di reprimere le mie reazioni spontanee e di mostrarmi il più arrabbiata possibile con lui, anche se buona parte delle volte non è stato necessario che io fingessi perché, sì, avrò anche iniziato a sopportarlo in qualche modo, ma Hemmings rimane un idiota di prima categoria.
Mi riscuoto dai miei pensieri solo quando mi accorgo che il ragazzo ha ricominciato a parlare a proposito del mio essere troppo impulsiva, non preoccupandomi affatto delle conseguenze, e rimarrei ad ascoltarlo giusto per capire fino a quando continuerà questo suo monologo isterico che lo fa sembrare ancora una volta una ragazzina che affronta il primo ciclo mestruale, ma sento quasi la testa scoppiare e so di non poter resistere ancora a lungo.
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Two Castaways || Luke Hemmings
FanfictionDi certo, fra tutti i turisti di quella nave, Luke Hemmings era l'ultimo con cui sarei voluta finire su un'isola deserta. * «Non mi interessano le tue relazioni sentimentali,» lo interrompo, scocciata. «Uh, non sarai mica gelosa, principessina?» chi...