Arrivo davanti al ristorante di zia Maddie con il mio solito ritardo che, ne sono certa, finirà per stancare i miei datori di lavoro. Tuttavia, lei e Derek sono così contenti di riavermi qui con loro, di sapermi viva, che non mi fanno pesare nulla e anche i miei numerosi ritardi passano completamente inosservati. Non sto cercando in alcun modo di approfittare della situazione, ma la mattina non riesco proprio a svegliarmi in orario: in questi giorni a Sydney piove spesso e io passo ore intere ad ascoltare insonne il rumore delle goccioline che sbattono contro il vetro della mia finestra, per poi chiudere gli occhi solo quando tutto finisce e risvegliarmi naturalmente in ritardo. Vorrei negarlo, ma, per quanto mi senta stupida e possa farmi soffrire, il motivo per cui non riesco a chiudere occhio durante i temporali è l'assenza di Luke accanto a me.
«Scusate il ritardo,» borbotto, con il fiatone, entrando finalmente nel ristorante.
Zia Maddie mi si avvicina e mi stringe nel solito abbraccio soffocante per salutarmi, un'abitudine che lei e Derek hanno preso dal mio ritorno. Non che prima non mi dimostrassero molto affetto, ma è normale che ora sia tutto più accentuato. «Sono così felice che tu sia qui,» mormora nel mio orecchio e io so che non si riferisce solo ad oggi.
«Anche io,» rispondo, rivolgendole un piccolo sorriso, per poi dirigermi in cucina verso la mia postazione accanto al lavandino. Mi hanno proposto innumerevoli volte di passare in sala a servire i tavoli, ma è proprio il caso di vedere di continuo Sophie e non posso nemmeno pretendere che mia zia la licenzi, perciò mi accontento di restare dove sono.
«Come stai, piccola?»
La voce di Derek mi riscuote dai miei pensieri e io gli rivolgo un sorriso, iniziando a lavare le pentole già utilizzate per le preparazioni più lunghe di inizio mattinata.
«Tutto bene e tu?»
Derek mi guarda negli occhi, per poi sospirare. «Sicura? Hai delle occhiaie da panda e, se non sapessi che è impossibile, direi che sei persino più magra di quando sei tornata,» commenta, mostrandomi tutta la sua preoccupazione degna di un vero padre, e io mi limito ad abbassare lo sguardo per non permettergli di vedere il rossore sulle mie guance. Non è proprio il caso di dirgli che non mangio molto più di quello che quell'isola poteva offrire. Giusto lo stretto necessario per restare in piedi e solo quando proprio non posso farne a meno. «Comunque io mi sento abbastanza sotto pressione oggi,» continua, sapendo che non risponderò alle sue osservazioni.
Accenno un sorriso, vedendolo piuttosto emozionato. «E come mai?»
«Tua zia mi ha detto che abbiamo dei clienti importanti a pranzo, qualcuno che poi si esibirà.»
«Qualche violinista famoso?» chiedo, pensando agli altri musicisti che sono venuti a mangiare nel nostro ristorante per poi intrattenere a fine pranzo il resto dei clienti con la loro musica.
«Ah, non ne ho idea,» risponde, affrettandosi a girare con un cucchiaio di legno il contenuto di una pentola sul fuoco. «So solo che quella donna mi manderà al manicomio prima o poi, ce la sta mettendo proprio tutta.»
Scoppio a ridere di fronte alla smorfia che esibisce mentre si asciuga la fronte dal sudore provocato dal vapore e torno ad occuparmi delle mie pentole da lavare. Se solo fossi in grado di cucinare qualcosa di decente, aiuterei molto volentieri Derek con i suoi piatti, ma temo di poter solo fare qualche danno tale da metterlo nei casini con mia zia e oggi non è proprio la giornata adatta. Inoltre, non appena mi avvicino a lui per proporgli anche solo di girare il cucchiaio al suo posto, la figura slanciata da modella di Sophie fa il suo ingresso nella cucina.
«Allora, ci sbrighiamo con questa zuppa?» chiede con la sua voce acuta, facendomi venire un'incredibile voglia di strapparle la lingua. Quella lingua che ha ficcato nella gola di Luke.
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Two Castaways || Luke Hemmings
FanfictionDi certo, fra tutti i turisti di quella nave, Luke Hemmings era l'ultimo con cui sarei voluta finire su un'isola deserta. * «Non mi interessano le tue relazioni sentimentali,» lo interrompo, scocciata. «Uh, non sarai mica gelosa, principessina?» chi...