Mi sveglio sentendo un piacevole calore sulla pelle e, stranamente, non ho granelli di sabbia tra i capelli o nel costume. Apro gli occhi, confusa, e mi ritrovo sdraiata con il busto e buona parte delle gambe sulla giacca a vento di Hemmings, mentre alzando lo sguardo mi rendo conto di trovarmi sotto il riparo, che ha costruito ieri sera, e a pochi metri dal fuoco. Mi alzo di scatto e sbatto la testa contro il tetto, per poi gemere sommessamente. Dannazione, non pensavo fosse così basso.
Una risata soffocata giunge alle mie orecchie e mi volto subito verso Hemmings, seduto accanto al fuoco. «Buongiorno, Phoebe,» mi saluta, rivolgendomi un sorriso che mette in mostra le fossette sulle sue guance. Le riterrei adorabili, se solo non fossi così incazzata con lui.
«Hemmings,» rispondo semplicemente, avvicinandomi a lui, con la braccia incrociate al petto.
«Hai dormito bene?» chiede cortesemente e sembrando davvero interessato. Nel frattempo, butta un pezzo di legno in mezzo alle fiamme.
Sbuffo, infastidita da tutta la sua fottuta gentilezza. «Perché mi hai spostata nel rifugio?» chiedo, maledicendomi per avere il sonno talmente pesante da non accorgermi di una cosa del genere. Per fortuna non vivo - be', vivevo - da sola, ma con Alexis, anche se non so fino a che punto sia effettivamente affidabile.
Lui si stringe nelle spalle. «Faceva freddo,» risponde semplicemente, sorridendomi ancora.
«E non hai pensato che io non fossi d'accordo?» chiedo, alzando ulteriormente il tono di voce per la rabbia.
Il suo sorriso si spegne. «Volevo solo essere gentile con te, Phoebe.»
«O umiliarmi maggiormente perché ieri avevi ragione tu?» ribatto prontamente.
Si alza di scatto dalla sabbia, puntandomi il dito contro e finalmente vedo la sua gentilezza vacillare. «Sai una cosa?» chiede, retorico, senza abbassare quel dannato dito. Giuro che glielo ficcherei nel- «Ne ho già piene le scatole di te e siamo su questa fottuta isola deserta solo da ieri. Qualsiasi cosa faccia non ti va bene, perché sei una maledetta principessina viziata!»
Lo ammazzo. Giuro che prima o poi lo ammazzo con le mie stesse mani. «Ripeto, Hemmings, non ti azzardare a darmi della viziata perché non sai un cazzo di me.»
«Ma davvero, principessina? No, perché fino a prova contraria sei più capricciosa di una bambina,» commenta, incrociando le braccia al petto.
«E cosa te l'avrebbe fatto pensare, genio?»
Scoppia a ridere, come se non aspettasse altro che questa domanda per rinfacciarmi tutte le cose di me che non gli stanno bene. «Ti sei lamentata perché ti ho portata nel rifugio, al caldo. Pensi sempre al tuo orgoglio, mentre del mio non te ne importa niente. Chi credi che avrebbe fatto una cosa del genere per te, dopo il tuo comportamento nei miei confronti?!»
Incrocio le braccia al petto perché è arrivato finalmente il mio momento di rinfacciare. «Hemmings, non dovresti parlare di cosa avrebbe fatto ipoteticamente un'altra persona nella stessa situazione perché, sai, fosse stato per qualcun altro io non sarei nemmeno qui,» dico, tendendo le labbra in un sorrisetto di soddisfazione, mentre lui abbassa per un attimo gli occhi verso la sabbia ai nostri piedi. Subito dopo mi rivolge uno sguardo fiero, come se le mie parole non l'avessero toccato minimamente, ma io so che l'hanno fatto ed è una grande soddisfazione per il mio orgoglio.
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Two Castaways || Luke Hemmings
FanfictionDi certo, fra tutti i turisti di quella nave, Luke Hemmings era l'ultimo con cui sarei voluta finire su un'isola deserta. * «Non mi interessano le tue relazioni sentimentali,» lo interrompo, scocciata. «Uh, non sarai mica gelosa, principessina?» chi...