Capitolo 12

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Incredibilmente, Luke ed io in questi ultimi giorni abbiamo litigato poche volte e, fra l'altro, per cose di poca importanza.

Solo una volta abbiamo discusso piuttosto animatamente perché, dopo aver trovato un meraviglioso ruscello dall'altra parte dell'isola, Luke mi ha proposto di costruire un rifugio il più vicino possibile all'acqua e di trasferirci, mentre io gli ho ricordato che sarebbe stato solo un inutile spreco di energie e che farmi una passeggiata ogni mattina per riempire le canne di bambù non mi dispiacerebbe più di tanto. Naturalmente Luke non era d'accordo perché il solo sforzo di costruire una nuova capanna è molto più conveniente di affrontare ore di cammino tutti i giorni e io non sono così stupida da non capirlo ma, se devo essere sincera, quando ho proposto la mia idea volevo solo far sprecare meno energie possibili a Luke. Come al solito mi sono allontanata furente da lui, evitando però di insultarlo, e sono tornata alla spiaggia. Poco prima di arrivare, però, mi è sembrato di vedere qualcosa muoversi fra le piante e, nonostante sperassi di trovare qualche animale da infilarmi in bocca anche crudo, sono stata comunque altrettanto felice alla vista di un altro corso d'acqua, tra l'altro molto più facile da raggiungere. Così, quando Luke un paio di ore dopo è tornato alla spiaggia con il viso contorto in un broncio fin troppo tenero, gli ho detto semplicemente di seguirmi fra le piante.

«Vuoi per caso uccidermi lontano da occhi indiscreti?» mi ha chiesto, un po' riluttante all'idea venire con me. Forse buona parte della sua incertezza era dovuta al suo coltellino che stringevo fra le dita, ma volevo solo utilizzarlo per tagliare qualche canna di bambù con cui raccogliere poi l'acqua. Se proprio devo uccidere Hemmings, piuttosto lo strozzo a mani nude.

Avrei potuto rispondergli tante cose, partendo dal fatto che gli unici occhi indiscreti potrebbero essere quelli dei pesci, se solo ce ne fossero, ma mi solo limitata a rimanere in silenzio, per poi godermi la sua espressione di fronte al piccolo ruscello.

«Allora non vuoi sgozzarmi! Sei meno pericolosa di quanto temessi, principessa,» ha commentato semplicemente e, ancora adesso, non posso fare a meno di ridere a questo ricordo di pochi giorni fa.

Luke mi guarda con la coda dell'occhio, per poi sorridere leggermente. «Cosa c'è di divertente?» chiede, indicando con un cenno del capo ciò che ci circonda. Siamo seduti sulla sabbia umida e le onde a intervalli regolari ci bagnano i piedi, per poi arrivare a metà polpaccio e ritirarsi nuovamente. Il sole cocente ci scotta la pelle e, sì, in effetti non c'è molto da ridere.

Mi stringo nelle spalle, assolutamente non intenzionata a dirgli che lui era il centro dei miei pensieri. «Stavo solo pensando.»

«E posso sapere a cosa?»

«No,» rispondo, riservandogli una smorfia che lo fa scoppiare a ridere.

«Ho una vaga idea di cosa stessi pensando,» dice poi, con un sorriso malizioso dipinto sul viso. Si avvicina pericolosamente al mio viso e, nonostante i nostri due precedenti baci, sento l'imbarazzo crescere dentro di me a causa della sua vicinanza. Luke scoppia a ridere ancora, soddisfatto dell'effetto ottenuto su di me, mentre io sbuffo, allontanandomi da lui.

«Perché devi essere così idiota?» chiedo, esasperata.

Luke non perde assolutamente il suo buonumore e, ignorando la mia domanda, si alza per poi correre verso l'acqua, ricoprendomi dalla testa ai piedi di sabbia bagnata.

«Hemmings!»

Si immerge nell'acqua e poi mi rivolge uno sguardo innocente. «Sì?»

«Se solo avessimo qualcosa da mangiare ti minaccerei di farti trovare la sabbia nel pranzo,» borbotto, tentando di togliere dai capelli la sostanza che ormai si è seccata.

Two Castaways || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora