CAPITOLO 2

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CAPITOLO 2

# LUCY #

Mi svegliai che erano le 9:30 e trovai un biglietto sul comodino destro accanto al letto.

« Lucy ho preso io i tuoi vestiti non preoccuparti se non li trovi ci sono quelli nella cabina armadio che sono tutti per te! Goditeli! Ci vediamo tra due settimane. Spero che tu e nostro figlio vi capiate bene. È un po' timido devi aiutarlo ad aprirsi. Non ha mai avuto una ragazza. Lo affido a te. Un bacio!

Elisa e Andrea. »

Sorrido dopo aver letto il biglietto e mi dirigo verso l'armadio. È vicino al bagno ed è come una piccola stanza con pareti rosa e una porta bianca di legno. Entro e rimango a bocca aperta. I vestiti sono appesi per categorie e le scarpe pure: pantaloni corti e lunghi, gonne, maglie, abiti, tacchi e Vans. Io amo le Vans. Come faceva a saperlo? Tre paia di Vans: azzurre, nere e grige, i miei colori preferiti. Adoro mia madre di sicuro è stata lei a riferire tutto a Elisa.

Prendo il cambio e vado in bagno a farmi una doccia.

Sono sotto l'acqua calda e sento un rumore. Chiudo rapidamente lo scorrere dell'acqua e stendo una mano fuori dalla tenda senza guardare per prendere l'asciugamano che avevo lasciato vicino alla doccia. Sento una mano calda e grande che me lo porge così lo prendo e me lo avvolgo attorno al corpo fino a mezza coscia. Perché non lo avevo preso più lungo? Aspetta non questa è la domanda giusta da farmi ma chi era quel che pensavo fosse un ragazzo (?)

Uscii dalla doccia e guardai verso di lui. Lo guardai dai piedi alla testa e credo che lui stesse facendo la stessa cosa. Osservai che indossava solo un paio di short lasciando scoperto il petto non molto abbronzato e mostrando degli addominali scolpiti come nella pietra. Non era molto alto, di sicuro più di me. Mi soffermai in fine sul suo viso aveva un sorriso timido, un ciuffo di capelli biondi e degli occhi che facevano a gara con l'oceano. Ci guardammo intensamente per un momento interminabile.

Ero diventata tutta rossa. Non è da me essere timida davanti a dei ragazzi soprattutto se appena conosciuti, ma lui mi faceva un certo effetto.

-Merda, mi sono dimenticata di chiudere l'altra porta- dissi infine.

Erano passati solo pochi secondi che a me sembrarono minuti.

-Non ti preoccupare ti ci abituerai...- mi disse calmo e prima che rispondessi continuò - Io sono Niall, piacere- mi porse la mano sorridendomi.

Non sembrava timido. In quel momento ero più timida io che lui, ma riuscì a stringergli la mano calda mentre con l'altra tenevo stretto l'asciugamano.

-Piacere, Lucy - gli sorrisi.

Rispose al mio sorriso stavolta più sicuro di sé.

-Allora io vado a vestirmi ci vediamo dopo- riuscì a dire a malapena.

- Va bene a dopo Lu - mi salutò con un gesto della mano e un sorriso stampato sulla faccia.

Sorrisi anche io richiudendomi la porta mentre uscivo.

Non ci credo. Era così dannatamente bello e non sembrava per niente timido. Mi chiesi se avesse una ragazza poi mi ricordai il bigliettino di Elisa.

Mentre mi vestivo sorridevo da sola come un idiota mentre avevo in mente il sorriso di Niall, mi sembra che si chiamasse così. Che bel nome pensai poi.

Mentre scendevo le scale inciampai nei miei stessi piedi scalzi. Avevo solo un paio di pantaloncini e una canottiera neri. Un completo che avevo trovato nel cassetto con su scritto "per casa". Io porto una terza non proprio piena spero di non dare troppo nell'occhio. E poi non avevo molta scelta visto il caldo che faceva e i vestiti a disposizione.

Niall arrivò mentre riscaldavo le briosche nel microonde.

- Mmmh che odorino invitante..- entrò in cucina dicendo dolcemente.

Gli sorrisi timidamente.

Lucy che cavolo ti succede?! Mi dissi pensando tra me e me.

- Allora Lucy, quanti anni hai? -

- 17, tu?- risposi sapendo la risposta mentre mettevo suk tavolo le briosche e le tazze di latte appena riscaldate.

La verità era che volevo sentire la sua voce così dolce e vellutata.

- 19 - prese un sospiro e continuò - Sai quando mia madre mi ha raccontato di te non mi aveva detto che insomma avevi tipo la mia età.- concluse abassando gli occhi per squadrarmi sorridendo.

- Mia madre non mi ha proprio detto di te - risposi ridendo silenziosamente.

Si unì alla mia risata che durò poco.

Ci sedemmo a mangiare e dopo aver finito incominciammo a parlare del nostro passato. Andammo sul divano davanti alla tv e continuammo a parlare e parlare.

- Io adoro il cibo- mi disse lui sorridendo - E adoro anche cucinare- concluse con un altro sorriso.

-Wow! Pure io adoro il cibo, ma non sono brava a cucinarlo come a mangiarlo- incominciai a ridere.

Lui mi guardò per un po' poi scoppiò a ridere anche lui.

La giornata passò così ridendo e conoscendoci meglio. Passammo l'ora di pranzo e stavolta cucinò lui. Era bravo in tutto. Non l'avrei mai detto ma credo proprio di essermi innamorata. Ovvio con un ragazzo così bello...

Arrivò l'ora di cena e cucinò di nuovo lui. Mangiammo ci augurammo una buonanotte e entrammo ognuno nella propria stanza.

He Stole My Heart (Ex -Love?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora