CAPITOLO 28

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# Lucy #

24 Dicembre.

Mi svegliai con un leggero mal di testa quella mattina. Girai la testa verso il comodino per puntualizzare l'ora. Erano le 10 e 11 a.m. Scivolai giù dal letto e notai che avevo addosso solo la biancheria. Mi spostai davanti allo specchio e osservai la mua figura riflessa. I miei capelli erano cresciuti da quando ero arrivata dall'Italia, ricoprivano la cicatrice così bene che non mi accorsi minimamente di averla. Spostai tutti i capelli sulla spalla destra e li intrecciai in una coda lunga. Pensai che forse avrei dovuto tagliarli. Ero dimagrita, osservai.

Continuai a guardare il mio corpo dalla testa ai piedi. I miei occhi erano più verdi del solito e le mie labbra erano tornate rosee e un pò gonfie. La mia pelle sembrava aver ripreso colore. Le unghie blu delle mani e dei piedi spiccavano.

Mi soffermai a pensare a tutta la mia vita. Mia madre mi mancava anche se non ci capivamo bene. Mio padre e mia sorella mi mancavano ancora di più. Da quando me n'ero andata dalla Francia, cinque anni prima, non avevo più notizie di loro. A pensarci mi vanne l'ansia. E se fosse successo qualcosa? Me lo avrebbero di certo detto. Spero. Pensai anche a tutti i viaggi che avevo fatto. Nata in Italia, vissuta in Spagna fino agli otto anni, andata in Francia fino ai dodici e tornata in Italia fino ai dicciasette anni. Ora? Vivo a Londra, la città più bella da tutti i punti di vista, almeno i miei punti di vista. Ho dicciotto anni però ora non sono più importanti come lo erano quando ero piccola. Prima non vedevo l'ora di andarmene di casa per conto mio e vivere una vita nuova, ora però voglio tornare a vivere con i miei genitori. Uniti come prima.

A volte l'amore non è come nelle favole. Lui ti ama, tu lo ami, punto. Nessuno dice che bisogna stare insieme. Anche se sarebbe bello, ma troppo perfetto.

Dopo aver finito tutta la mia riflessione sul passato pensai che fossero passate ore, ma, quando mi girai, osservai che erano passati solamente 6 minuti. Entrai in bagno e chiusi entrambe le porte. Mi ero abituata a farlo un mese intero ora era come un vizio.

Mi tolsi la biancheria e entrai nella doccia. Cominciai a insaponarmi e dopo aver finito rimasi sotto il getto d'acqua bollente a pensare al presente, a Londra, ai miei nuovi amici, alla mia nuova migliore amica, a Niall. Mi soffermai sull'ultima persona e accarezzai involontariamente la cicatrice sul fianco. Quel ragazzo aveva cambiato parecchie cose di me. Ero più sensibile, più sentimentale, ero addirittura diventata timida. Sorrisi all'ultimo pensiero e mi vennero in mente tutti i momenti in cui arrossivo e sorridevo timidamente.

Niall mi provocava brividi lungo il corpo anche se sorrideva. Il suo sorriso mi aveva attratta. La sua risata mi aveva contagiata. I suoi occhi avevano fatta innamorare. Esatto perché io per lui non provavo solo una forte attrazione ma provavo anche amore, e io lo sapevo come anche lui lo sapeva.

Chiusi l'acqua con riluttanza e mi raggomitolai nel mio morbido asciugamano. Presi un altro asciugamano e mi avvolsi i capelli in alto. Sprofondai i miei piccoli piedi nelle enormi ciabatte che portavo d'inverno.

Scesi silenziosamente le scale ancora avvolta nell'asciugamano e andai in cucina. Erano le 11 e 10 a.m., né l'ora di colazione, né l'ora di pranzo. Bene.

Guardai attentamente nella dispensa in cerca di qualcosa da cucinare e cominciai a preparare dei biscotti con gocce di cioccolato e due cioccolate calde con molta panna sopra.

Finì dopo un paio di minuti di fare l'impasto per i biscotti e li infornai per una ventina di minuti. Salì le scale in fretta e silenziosamente, mi precipitai in camera e mi cambiai con una tuta lunga e comoda. Mi asciugai un pò i capelli col phon e li lasciai sciolti.

Scesi di nuovo in cucina e controllai i biscotti: stavano diventando croccanti e leggermente dorati. Sorrisi compiaciuta del mio lavoro e iniziai a preparare la cioccolata calda.

He Stole My Heart (Ex -Love?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora