Martina camminava avanti e indietro a piedi nudi per la stanza, masticando rumorosamente un chewingum e parlando al telefono. Cercai di concentrarmi sul nuovo capitolo di filosofia da studiare ma era tutto inutile. In alto a sinistra di quella pagina c'era un cuoricino che Michele aveva disegnato per me durante la ricreazione, qualche giorno prima. Quella volta gli avevo proposto di studiare insieme ma aveva avvicinato il cellulare all'orecchio senza darmi risposta. Adesso capivo il motivo per il quale mi stava evitando, aveva paura che la nostra amicizia potesse compromettere le sue frequentazioni. Il fatto che lui tenesse a circondarsi di quelle persone e a frequentare altre ragazze piuttosto che me, mi colpiva nel mio orgoglio. Non meritava i miei sentimenti per lui.
<<Lo vedrai stasera! Spero che vengano tutti, ho prenotato il locale per un centinaio di persone e non ci rimborsano se gli invitati saranno di meno.>> Martina si sedette sul mio letto e io persi il segno. La guardai in cagnesco ma lei non ci fece caso. << Ma stasera alla festa porti con te quel tuo amico?>> Impiegai qualche istante per capire che la domanda fosse rivolta a me. Eccola pronta a mettere il dito nella piaga, pensai. << Quale amico?>> ribattei io senza spostare gli occhi dal libro. <<Tu uno ne hai!>> scoppiò a ridere e io abbandonai la stanza.
La festa fu preceduta da lunghi preparativi da parte di entrambe, Martina voleva come al solito essere al centro dell'attenzione ed io ero intenzionata a rubargliela. Speravo che Michele avrebbe visto le foto della serata su Facebook e mi avrebbe rimpianta. Indossai un vestito verde scuro che metteva in risalto i miei capelli dorati e gli occhi chiari, mia sorella , invece, non abbandonava mai il nero. In fondo lo zio era morto da poco e lei diceva di essere ancora in lutto. Io il lutto lo portavo dentro, con tutto il resto.
I primi invitati arrivarono poco dopo le 8 e in breve tempo la sala si riempì di persone. Gli unici parenti invitati furono i suoi coetanei, Martina pretendeva una festa esclusivamente giovane, frizzante, memorabile. Alcuni di loro si avvicinarono per farmi gli auguri ed io recitai per bene la mia parte. Dissi loro che Martina nacque poco prima delle 12 di quello stesso giorno di 18 anni prima, mentre io avrei festeggiato il giorno seguente, con pochi amici intimi, in quanto nacqui 10 minuti dopo. Odiavo il fatto di essere costretta a raccontare tutte quelle bugie, ma presto sarei andata all'università e non ci sarebbe stato bisogno di continuare a fingere. Martina aveva scelto lettere ed io medicina.
Sorseggiai un bicchiere di Vodka, contenta del fatto che mia madre non fosse lì a ricordarmi di non essere maggiorenne. Mi voltai e lo riconobbi: il tipo del vicoletto era lì. Era vestito in modo di verso, più elegante. Indossava una camicia bianca sbottonata sul petto e un vistoso Rolex sul polso. Fece ingresso nella sala schiacciando il cinque a un paio di amici e fischiando dietro a una ragazza. Avrei dovuto immaginare che sarebbe stato uno degli invitati, frequentava gli amici di Martina e, a giudicare da come lo accolsero gli altri, la sua presenza alle feste doveva essere una garanzia. Gli invitati si riversarono sulla pista da ballo e iniziarono a scatenarsi quando Marco, amico storico di Martina, interruppe il flusso dei miei pensieri:<<Balliamo bionda?>> Mi fece voltare per la sala e, prima di formulare una risposta, me lo ritrovai ad un palmo dal naso. Marco era intento a portare a termine un corteggiamento imbarazzante iniziato anni prima e Martina faceva di tutto per incoraggiarlo, pur sapendo che io non fossi affatto interessata. Le sue folte sopracciglia e la fronte ampia lo facevano apparire molto più vecchio della sua età e la sua pelle emanava un profumo muschiato misto ad odore di sudore. Non volevo assecondare il suo corteggiamento e cercai di porre più spazio tra i nostri corpi, ballando in modo strano e poco sensuale.
Sentii Martina ridere e quando mi girai a guardala, la vidi abbracciata a quel ragazzo. Martina gli stava sussurrando all'orecchio qualcosa che credo mi riguardasse, perché proprio in quel momento lui si girò ed incrociò il mio sguardo. Ballava con mia sorella con una mano nella tasca e l'altra sul suo sedere, mi venne il voltastomaco. Cercai di distogliere lo sguardo da loro e, in quell'attimo di distrazione, Marco tentò di appoggiare la sua bocca sulla mia. D'istinto gli diedi uno schiaffo e Martina si infuriò, portandomi lontano dalla pista da ballo. <<Sei impazzita, cosa ti è venuto in mente?>> Mi stringeva il polso e non mi permetteva di muovere un passo, con la coda dell'occhio controllava se qualcuno ci stesse ascoltando. <<Spero che adesso il tuo amico abbia capito che deve smetterla di provarci con me, è disgustoso!>> Mi portò un dito alla bocca. <<Stai zitta! Dovresti essergli grata per il coraggio che ha avuto! Non lamentarti se nessuno ti vuole, sei insopportabile!>> La spinsi via e lei si allontanò con aria di sfida. Nessun altro mi invitò più a ballare, gli amici di Martina si disposero in cerchio intorno a lei e al suo cavaliere, battendo in alto le mani. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio padroneggiava la scena ondeggiando il bacino a suon di musica e mimando un finto spogliarello aprendosi la camicia e toccandosi il petto. Le ragazze esultavano ad ogni centimetro di pelle in più mostrata e, al momento del lancio, Martina afferrò la sua camicia madida di sudore come se fosse un trofeo. Tanta confusione per un petto nudo, come se non avessero mai visto un ragazzo decente in vita loro.
STAI LEGGENDO
Ti riporterò a casa
أدب نسائيRebecca e Martina sono due sorelle molto diverse tra loro e spesso in competizione l'una con l'altra. Rebecca è ambiziosa e testarda. Sua sorella, invece, ama stare al centro dell'attenzione e metterla continuamente in imbarazzo. Innamorata da tutt...