L'orgoglio ferito

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Bussammo alla sua porta varie volte, ma non aprì. Eppure dovevano essere lì, in quale altro posto sarebbero potuti andare per fare quello che avevano intenzione di fare? <<Dammi le chiavi della tua stanza!>> Mattia era sconvolto e camminava avanti indietro in modo disperato, cercando di farsi venire un'idea. Gliele porsi e la sua mano tremò nell'inserirle nel buco della serratura. Ci precipitammo di corsa fuori al balcone, la luce della camera accanto era accesa, erano lì. Avevano ignorato di proposito i nostri colpi, intenti a fare chissà cosa. La mia inesperienza non mi permetteva di intuire facilmente a che punto della loro performance fossero , né in che cosa consistesse di preciso questo tipo di incontro. Avevo sentito delle confidenze di alcune mie ex compagne di classe riguardo i loro rapporti sessuali, ma nulla di più. La mia conoscenza della materia si limitava a quello. Non avevo mai visto un ragazzo nudo e al pensiero che Simone lo fosse, in quella stanza, in quel momento e con Federica, mi diede la nausea. Mattia bussò con forza sul vetro della finestra, ripetutamente. Una macchia scura s'allargava attraverso il vetro, sentimmo dei passi. Fabio mi appoggiò una mano sulla spalla. << Stai tranquilla.>> I pugni di Mattia divennero rossi, le nocche spaccate. <<Apri questa maledetta porta!>> Urlò Mattia e questa volta, dopo pochi istanti, finalmente Simone lo fece. <<Che cazzo vuoi?>> Indossava solo un paio di boxer neri. Avrei voluto spaccargli la faccia. Lessi l'odio negli occhi solitamente buoni e comprensivi di Mattia, che alzò d'istinto un pugno che lo centrò in pieno viso. Federica urlò, osservando la scena e Simone si avventò sui capelli di Mattia. Mi interposi fra loro, facendo da scudo al mio amico, le mani di Simone mi graffiarono il petto e un bottone della mia camicia cadde sul pavimento. Mi guardò spalancando gli occhi e cercò di scavalcare la finestra, appoggiando un piede sul davanzale. Fabio trascinò me e Mattia in camera, prima che Simone facesse altri danni. Accostò una sedia sotto alla maniglia della porta e chiuse le tende, riuscii appena a scorgere  il suo viso sporco di rossetto, come la prima volta che lo vidi. Lo sguardo vuoto e la  bocca che si muoveva senza produrre alcun suono, le mani che battevano sul vetro e poi il nulla, il grigio del tessuto se lo portò via, lontano dai miei occhi. In quel momento lo odiai, non aveva avuto scrupoli. Fu peggio di averlo scoperto con Maria, peggio di aver visto quella orribile  lista dietro alla sua foto sul comodino. Era andato a letto con Federica, una nostra amica e aveva tradito l'amicizia di Mattia, spezzandogli il cuore. Solo allora mi convinsi di ciò che era realmente Simone: un grandissimo ipocrita. In tutto quel tempo aveva costruito legami ad hoc solo per poter vincere la competizione con i suoi amici del liceo. Adesso che aveva raggiunto il numero di ragazze che si era prefissato, cosa sarebbe successo?Federica sapeva cosa aspettarsi da lui? Simone sarebbe riuscito a nascondere tutto a Martina?   Mattia scoppiò in lacrime e io raccolsi le mie cose in una valigia. << Cosa fai?>> Fabio mi aiutò ad alzare il materasso del letto e a trascinarlo per il corridoio, senza conoscere le mie intenzioni. <<Credo che né io né Mattia possiamo ritenerci soddisfatti dei nostri compagni di stanza e visto che tu ormai dormi da solo, ci trasferiamo da te!>> Fabio aggrottò la fronte ma non aggiunse nulla. Sistemammo il mio materasso tra i due letti della nostra nuova stanza e Mattia si offrì di dormire a terra, io presi il letto di Miguel. Praticamente non avevamo più spazio per camminare e l'armadio di Fabio era più pieno di quanto mi aspettassi, raggiungemmo in fretta un compromesso per sistemare le nostre cose e ci proponemmo di raccogliere quelle di Mattia l'indomani. Tornai in camera per raccogliere il resto delle mie cose e nel silenzio diedi libero sfogo alla mia rabbia. Non volevo che Mattia si sentisse peggio, vedendomi in quello stato. Avrei dovuto stargli accanto e dargli forza, invece di organizzare uno sfratto improvvisato. Ma sentivo il bisogno di fare qualcosa, altrimenti sarei caduta in pezzi e non potevo permettermelo. Tra due settimane ci sarebbe stato l'esame di tedesco, dovevamo metterci in fretta quella storia alle spalle e concentrarci sullo studio.

Poco dopo aver riaperto gli occhi, notai una notifica su Facebook, la lista era già on line. Martina doveva essere furiosa, eppure quando aprì il file, notai con stupore che aveva tutelato la privacy delle povere vittime che erano state con lui, inserendo solo la prima lettera del cognome ed oscurandone il resto con degli asterischi. Aveva avuto almeno un pò di buonsenso, per fortuna. Il suo post ottenne migliaia di consensi e le ragazze non protestarono per paura di tradire la propria identità. Tutto questo mi fece rabbrividire, ero felice di essere lontana da quella realtà, anche se virtualmente vicina. Evitai di menzionare la lista a Mattia, era già abbastanza triste ed aveva una cera tremenda. Lo avevo sentito singhiozzare nel letto quella notte e mi feci spazio sulla moquette per accarezzarlo, solo così riuscì a chiudere gli occhi. Federica fece un'altra assenza, mentre Simone andò a sedersi infondo all'aula, aveva il cappuccio alzato e degli occhiali da sole. Non parlò con nessuno e ad un certo punto della lezione si addormentò sotto gli occhi di tutti. Karin per fortuna non se ne accorse e continuò la sua lunga serie di raccomandazioni per l'esame. Dovevo svolgere la parte orale con Simone ed eravamo quelli più svantaggiati, visto che ci eravamo esercitati pochissimo insieme, e solo all'inizio del corso.

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