Il mio nuovo amico

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In classe trovai Simone seduto al mio posto e la cosa mi fece arrabbiare. Sedetti sulla sedia immediatamente accanto e lui iniziò a prendermi in giro: << lo so che non è corretto, i più bassi devono stare d'avanti.>> Accolsi quella battuta con filosofia. << E anche i più ciechi, quindi, dato che sono entrambe le cose e che tu tieni ad essermi amico...>> << Ti cedo il mio posto.>> Completò lui. Così il diritto di sedermi al mio solito posto si trasformò in un favore che lui mi concesse.

Karin corresse i nostri compiti e si complimentò per il lavoro svolto. Le lezioni si facevano man mano più complicate ed io avvertivo lo sconforto di tutti. Gli unici che sembravano divertirsi erano Simone e Maria, la ragazza greca che aveva gli occhi sporgenti e i capelli ricci  crespi. Trascorreva intere lezioni a fissare Simone e , subito dopo averlo scrutato con attenzione, riferiva qualcosa alle sue amiche, che puntualmente mi guardavano con disprezzo. Mi ricordava Martina, la odiavo. Fabio mi fece l'occhiolino, in quei giorni era particolarmente di buon umore grazie alla vicinanza di Miguel. Il ragazzo spagnolo sembrava essere gentile e molto alla mano. Durante la pausa Maria si avvicinò a Simone ed io preferì scambiare due chiacchiere con il mio amico d'infanzia.

<< Lo sapete che nel nostro edificio c'è una palestra e una piscina a nostra completa disposizione?>> Simone addentò la pizza e sembrò masticare a fatica. << No, tu come lo sai?>> Risposte Mattia, muovendo la mascella in modo innaturale. Assaggiai la pizza e capii il motivo di quel movimento, era più dura di un biscotto. << Potremmo giocare a frisbee con questa pizza!>> Feci io lanciandone un pezzo nel piatto. Federica scoppiò a ridere. << Me l'ha detto oggi Maria.>> Simone mi tirò una pallina di carta ma io non protestai.  "Adesso lo invita anche in palestra, pur di stare con lui." << Che ne dite di farci un salto oggi?>> Mattia raccolse la mia pizza e se la portò alla bocca, fece cenno di si con la testa ed anche Federica accettò l'iniziativa di buon grado.

Fui di nuovo incastrata in un'iniziativa di Simone, ovviamente lui non aveva problemi a mostrare il suo corpo in costume da bagno, ma io si. Mi chiusi in bagno a fissarmi allo specchio quando qualcuno bussò alla porta. << Rebecca, che fai da tre ore lì dentro? Gli altri si sono già avviati!>> Sentii Simone sbuffare dall'altro lato della porta. << Allora vai pure tu, io non sono sicura di venire.>> Mi portai le mani sulla pancia, cercando di trattenere il fiato. Volevo provare se in quel modo risultasse meno sporgente. << Perché non vieni?>> << Mi vergogno.>> Ammisi io. << Di cosa? Senti, apri questa porta, per favore.>> Cominciava ad avere un tono irritato. << Non posso, Simone. Se apro tu mi vedrai in costume e inizierai a prendermi in giro!>> Come una stupida iniziai a urlargli contro. Ero stufa del fatto che non tenesse conto delle esigenze altrui e che pensasse solo a se stesso e avevo paura di sentirmi giudicata. << Giuro che non ti sfotto!>> In qualche modo il suo tono di voce mi calmò. Aprii la porta per metà, lasciando che lui intravedesse solo parte del mio corpo. Con un piede l'aprì completamente ed entrò nel bagno. << Tu sei pazza!>> Disse trascinandomi fuori. <<Simone non voglio venire, non mi aspetto che tu capisca.>> La maglietta bianca che indossava sembrava troppo piccola per il suo corpo, i pettorali tiravano il tessuto rendendola trasparente e lasciando intravedere il suo bel corpo. << Rebecca si tratta solo di fare qualche tuffo in piscina, non mi sembra il caso di farne un dramma!>> Sapevo che aveva ragione ed era inutile discuterne, in quel momento mi stava già guardando dalla testa ai piedi. In fondo non era il suo giudizio quello che temevo più di tutti? << Hai ragione, vado ad infilare un copricostume.>> Aprii un'anta dell'armadio e trovai subito ciò che stavo cercando. <<Ti senti bene?>> Mi guardò perplesso, toccandomi la fronte. << Si, perché?>> <<Mi hai appena dato ragione!>> Sorrise. <<Bé, tu non abituarti troppo.>> Cacchio se era carino quando rideva.

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