Simone cacciò una Ferrari dal suo zainetto rosso della Nike e la agitò prima di stapparla, dando vita ad un'esplosione di champagne. Indirizzò la bottiglia nella mia direzione, bagnandomi completamente. Gli altri ragazzi si precipitarono a bocca aperta sotto a quella fontana alcolica ed io strizzai la maglietta zuppa, ormai diventata trasparente. Mi passai un dito bagnato dietro alle orecchie in segno di fortuna e lasciai gli altri liberi di festeggiare, avrei voluto che anche Mattia fosse lì con noi ed ero intenzionata ad andare a cercarlo. <<Già vai via?>> mi chiese un Fabio più euforico del solito, probabilmente aveva temuto un esito diverso per l'esame. <<Ma che ragazza sbadata, non sei riuscita a bere nemmeno un goccio, ti è andata a finire tutto sui vestiti!>> Simone si avvicinò stringendo il collo di un'altra bottiglia. <<Io vado a cambiarmi!>> dissi salutando Fabio. <<Sei la solita guastafeste!>> Simone mi trattenne per un braccio con gli occhi un pò arrossati per la sbornia. <<Dai, resta un pò con noi! Bevi almeno un sorso!>> Avvicinò la sua bocca alla bottiglia e se ne staccò quando fu ormai vuota, pulendosi le labbra con il dorso della mano. <<Prima mi offri da bere e poi...>> Mi piantò le sue labbra sulle mie, forzandone l'apertura e riversandomi un liquido caldo e schiumoso in bocca. Lo bevvi, non potendo fare altro, shoccata dal suo gesto inaspettato. I nostri compagni di corso applaudirono al mio ingurgitare, ma io ero furiosa. <<Avevo intenzione di farlo da quando hai rifiutato la mia cola>> Rise e questo mi fece agitare ulteriormente, pur non sapendo bene il motivo. <<Sei un'idiota!>> Balbettai sentendomi divampare, un calore insolito mi salì al cervello e mi allontanai barcollando tra la folla.
Raggiunsi la mia nuova camera e raccolsi nuovamente le mie cose, adesso che Federica era in procinto di andarsene, non avrebbe avuto senso continuare a dormire in camera con due ragazzi. Impacchettai con cura le mie cianfrusaglie varie, mentre la maggior parte dei miei vestiti era rimasta ancora in valigia dal mio ritorno. Trascinai quel che potetti nel corridoio e bussai alla porta della mia vecchia stanza. La mia vecchia coinquilina mi invitò ad entrare con un espressione malinconica e un volto quasi irriconoscibilmente gonfio. <<Rebecca...>> Singhiozzò, guardando una valigia ancora vuota disposta sul letto. <<Non avrei mai voluto salutarti così presto!>> Mi abbracciò, biascicando le ultime parole sulla mia spalla. Le braccia rimasero inerti sui miei fianchi. <<Mi dispiace>> Sussurrai. le volevo bene, pur conoscendola da poco più di due mesi ed ero sinceramente affranta per lei. Che Simone le fosse piaciuto fin da subito lo avevo sempre sospettato e la cosa mi sembrava anche abbastanza normale, dato l'effetto che il suo fascino esercitava sulle ragazze. Ma possibile che non si fosse mai accorta del mio interesse per lui? Non sapeva quanto mi aveva fatto male vederli insieme? E perché si era avvicinata così tanto a Mattia, per poi ferirlo in un modo così brutale? <<Dispiace anche a me, per tutto.>> Si soffiò il naso e mi guardò con occhi straziati dal pianto. <<So che mi detesti per quello che ho fatto ad un tuo amico e che non capisci il mio interesse per Simone, ma avevo una cotta per lui e allo stesso tempo ero lusingata dalle attenzioni di Mattia, non pensavo di ferire nessuno...>> <<io non ti detesto, Fede. Trovo che illudere una persona buona come Mattia sia stato crudele, questo si, ma capisco perché a te possa interessare Simone...>> Federica spalancò la bocca, evidentemente colpita dalle mie parole. <<Io...Io credevo che tu lo detestassi, alzi sempre gli occhi al cielo quando parla, come se dicesse costantemente cose che ti irritano e non fai altro che disprezzarlo...>> Sorrise, mostrando un pò di leggerezza su quel volto torturato dai sensi di colpa. <<E invece tu...>> Invece io? Lo avevo mai ammesso a qualcuno? <<Sono insensatamente e completamente gelosa di lui.>>
Il tonfo della porta ci fece sobbalzare entrambe, i battiti del mio cuore accelerarono quando riconobbi i riccioli che incorniciavano il volto paonazzo del mio amico. <<Mattia...>> Non sapevo che dire, aveva ascoltato ciò che avevo appena detto? <<Vattene via!>> Tuonò con voce calma e decisa. <<Non puoi cacciarla dalla sua stanza!>> Rispose in mia difesa Federica. Lo guardai, come per scusarmi delle mie bugie e la delusione nei suoi occhi mi fece un male insostenibile. Così uscii e non sapendo dove andare, entrai nella stanza accanto. Ormai era già buio e nella stanza non vi era alcuna luce all'infuori di quella di un faretto al led disposto sulla testa del letto. Simone sedeva fuori al balcone fumando una canna. <<Credevo che fossi ancora impegnato nei tuoi festeggiamenti folli>> <<Se pensavi di non trovarmi perché sei venuta?>> Inspirò lentamente e poi liberò il fumo dalle sue narici. Per potermi convincere del fatto che non ti stessi cercando, pensai. Sedetti sulle sue gambe e dalla sua espressione capii di averlo spiazzato. Spalancò la bocca inondandomi di fumo. <<Posso provare?>> Chiesi intimorita. <<Lo ha mai fatto?>> Disse reggendo la canna tra pollice ed indice e portandosela alla bocca. Inspirò di nuovo, socchiudendo gli occhi e liberando una nuvola di fumo. Scossi la testa. Lui rise. <<Cosa hai fatto in questi 18 anni?>> Guardavo i movimenti delle sue labbra come se ne fossi ipnotizzata. <<Cosa ho fatto per 18 anni? Vediamo un pò... seghe mentali, preoccupazioni inutili, insicurezze, paure...>> Scostò i capelli che il vento aveva infilato tra le mie labbra. <<Non dev'essere stato bello>> Sorrise, quello si che era stato bello.
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Ti riporterò a casa
ChickLitRebecca e Martina sono due sorelle molto diverse tra loro e spesso in competizione l'una con l'altra. Rebecca è ambiziosa e testarda. Sua sorella, invece, ama stare al centro dell'attenzione e metterla continuamente in imbarazzo. Innamorata da tutt...