Cercai Simone ovunque quella sera. Avevo sbagliato a tirare così tanto la corda e volevo restituirgli la foto che gli apparteneva. Lo trovai giù alla mensa con un panino in mano e posai la foto sul tavolo. La sistemò in un attimo nella sua tasca, continuando a masticare. << Ascolta ho sbagliato, hai ragione tu, sono arrabbiata e ho esagerato. Non dovevo pretendere che ti aprissi con me e sono venuta qui per chiederti scusa, quindi accettale ed andiamo avanti. >> Aspettò qualche minuto, prima di rispondermi. Mandò giù l'ultimo boccone e iniziò a camminare. Lo seguii. << No, invece avevi ragione tu. Non siamo costretti ad andare d'accordo, ogni volta che ci proviamo finiamo per urlarci contro ed è evidente che tu mi detesti.>> Chiamò l'ascensore e le porte si aprirono. Entrai con lui. << Io non ti detesto.>> Era appoggiato allo specchio con le gambe incrociate e le mani in tasca. Abbassò lo sguardo verso di me e mi sorrise. Non seppi aggiungere altro perché in quel momento qualcosa dentro di me cambiò. Normalmente avrei odiato uno come lui e detestavo il suo atteggiamento,ma non riuscivo ad odiare quegli occhi.
Contemplai a lungo l'armadio prima di scegliere il mio outfit, la scelta ricadde su un tubino nero con scollo a v che avevo ricevuto in regalo al mio compleanno e non avevo mai avuto il coraggio di mettere, lo trovavo troppo aderente. Indossai scarpe con tacco 12 e decisi di optare per un trucco semplice, trovando già abbastanza appariscente il resto. Un tocco di fard, eyeliner, mascara e lucidalabbra ed ero pronta.
Mattia, come al solito, abbondò con i complimenti e regalò un tulipano a me e alla mia compagna di stanza. Infilai in fiore tra i capelli ma poco dopo, approfittando della distrazione degli altri due, Simone lo prese e lo gettò via. << Stavi meglio prima>>, si scusò. La discoteca era piccola ed affollata, un grosso uomo di colore ci stampò un timbro sulla mano e ci lasciò entrare. Lasciai la giacca all'ingresso e un ragazzo fischiò alle mie spalle. Sembrava che tutti approvassero il mio vestito, ma Simone non si espresse a riguardo. Una ragazza con i capelli corti distribuì i numeri da incollare al petto e a me assegnò il 19. Non ero sicura di aver capito bene come si svolgesse il gioco e lo tenni attaccato al vestito per poco.
La prima tappa fu il bar, Simone prese un'assenzio, Mattia una birra e noi ragazze un Cosmopolitan. Simone mi cinse la vita e mi raccomandò di non bere troppo. Ma per chi mi aveva presa? Era ovvio che dovessi restare sobria, in modo da tenere sott'occhio gli altri. Fabio sorseggiava un Martini dry quando mi vide. << Tesoro, sei FAVOLOSA!>> Esclamò prendendomi per un braccio. Allontanandomi dagli altri, sentii Simone fare il verso a Fabio e iniziai a ridere. Come poteva non accorgersi che Fabio era gay? Adesso che l'aveva confessato, mi sembrava parecchio evidente. Iniziammo a ballare e, allo stesso tempo, a lottare per guadagnarci un posto in pista. Dopo un pò il mio amico preferì la compagnia di Miguel, lasciandomi sola. Mi avvicinai al gruppetto degli spagnoli, notando che anche Federica e Mattia stavano facendo la loro conoscenza e Samuel mi prese a ballare. Non parlammo molto, più che altro non sapevamo in che lingua farlo. Lui però sembrava saperci fare parecchio con le ragazze e dopo un pò provò a darmi un bacio, che io ovviamente evitai con imbarazzo. Il dj lesse un messaggio per la numero 19 che recitava: Sei bellissima, ma non ho il coraggio di dirtelo. Dopo l'accaduto, cercai un pretesto per liquidare Samuel e mi avvicinai a Federica. Lei urlò abbastanza eccitata nel mio orecchio, pensai dovesse essere una conseguenza dell'alcol<< Hai sentito il messaggio?>> Le sue braccia erano avvolte al collo di Mattia. << No, quale messaggio?>> Chiesi ballando tra loro. << Quello di poco fa, sei tu la numero 19!>> Presi la targhetta dalla borsa e lei iniziò a ridere. Cosa recitava quel messaggio? Non ricordavo bene. Mi avvicinai alla postazione del dj e gli chiesi del biglietto, ovviamente lui non capì il mio inglese maccheronico. << Ma sei italiana?>> Chiese ondeggiando le anche. Portava i capelli rasati ai lati della testa e una cresta al centro. Le braccia erano ricoperte di tatuaggi colorati e con una mano si portò le cuffie alle orecchie. << Si, volevo sapere se potevo avere il bigliettino che hai letto prima.>> Gli dico io urlandogli letteralmente al di sopra della cuffia. << Cercalo nel cestino!>> Indicò un cestino ai suoi piedi ed iniziai a scavare nella pattumiera. Perché m'importava tanto trovarlo? Poi lo vidi: Alla numero 19. Sei bellissima, ma non ho il coraggio di dirtelo!Chi poteva aver scritto una cosa del genere? Il cuore prese a battere più forte e mi apprestai ad osservare Mattia e Federica ballare. Poteva essere stato solo lui.
Strinsi quel biglietto tra le mani e dovetti spintonare un bel pò di tedeschi ubriachi prima di raggiungere Mattia. Federica gli stava praticamente incollata addosso, cercando di ballare con movenze insolitamente sensuali. "E adesso come faccio?"Sbuffai. Tutti sembravano divertirsi, tranne me. Forse era il caso di bere qualche altro drink, prima di trovare il coraggio di chiedere a Mattia se avesse scritto lui quel biglietto. Ripensando bene a ciò che c'era scritto su quel pezzetto di carta, mi sembrò improbabile che l'autore fosse stato il mio amico riccioluto. Mattia si complimentava per la mia bellezza quasi ogni giorno ed abbastanza platealmente. Che bisogno c'era di trovare coraggio? E non credevo che Fabio avesse scritto una cosa del genere, per lo stesso motivo. Dunque ad esclusione restava solo una persona che poteva averlo scritto e si trattava di Simone. Mi si seccò la gola: avevo bisogno di bere. Chiesi un 4 bianchi e fragolino, ma non andò meglio. Il biglietto è scritto in Italiano e noi siamo solo in 5... potrebbe esserci qualche altro italiano in sala, ma perché qualcuno avrebbe deciso di scriverlo, invece di dirmelo apertamente? Anche se l'unica risposta logica era evidente, continuavo a convincermi che non poteva essere stato lui. Strappai Mattia dalle braccia di Fede e gli feci leggere il biglietto. Lui lo trovò divertente. << Forse sono troppo ubriaco per ricordamelo...ma non mi pare nemmeno la mia calligrafia.>> << Era giusto una curiosità, scusami se te l'ho chiesto!>> Sorrisi imbarazzata a Mattia, che mi ballava di fronte. << Non preoccuparti, hai fatto bene a chiedermelo...>>. Qualcuno lo urtòe cadde. << Stai bene?>> Lo aiutai ad alzarsi ma non sembrava fosse in grado di reggersi in piedi. << Mattia che ne pensi di andare in bagno a rinfrescarti un pò il viso?>> Lui acconsentì appoggiandosi alla mia spalla, dovetti praticamente trascinarlo fino al bagno e fu un miracolo se non vomitò sul mio vestito. Aprii la porta della toilette maschile e invitai Mattia ad entrare, ma lui non mosse un passo e si sedette a terra. Afferrai Mattia per i polsi e lo trascinai all'interno, aiutandolo ad alzarsi ed accendendo la luce. Lui si sorresse al lavandino e posizionò i polsi sotto al rubinetto << Sto già molto meglio, grazie Rebecca!>> Disse guardandosi le mani. << Se magari apri il rubinetto ti sentirai ancora meglio!>> In quel momento sentii un tonfo provenire dalla porta alle mie spalle e qualcuno rise, Maria uscì barcollando dal bagno con dei buchi nelle calze ed il mascara colato. Dietro di lei qualcuno tirò su la cerniera dei pantaloni e la seguì proteggendosi gli occhi dalla luce dei faretti. Riuscii a vedere sola la sua bocca, una linea color fragola definiva i contorni di un paio di labbra a forma di cuore. Abbassò la mano e mi vide. L'iride color ghiaccio si allargò e il suo sguardo si indurì appena. << Cosa?...>> Ma i conati di vomito di Mattia lo interruppero, afferrai al volo della carta e gliela porsi. << Tutto bene? Stai meglio adesso?>> Mattia mosse le braccia alla rinfusa, schizzandosi acqua sulla camicia ed io mi avvicinai per aiutarlo a pulirsi. <<Aiutami a portarlo fuori!>> Ordinai a Simone, che nel frattempo era rimasto lì attonito.
Sistemammo Mattia su un divanetto e chiamammo un taxi, ormai la serata era completamente rovinata. Durante il tragitto nessuno parlò e Mattia vomitò ancora, pagammo un'extra al tassista e ci avviammo verso le nostre camere. Mattia si addormentò ancora vestito e con la bocca aperta. Gli tolsi le scarpe e appoggiai una bottiglia d'acqua sul comodino. << Vado a dormire.>> Simone era seduto sul suo letto a guardarsi le scarpe. << Rebecca...>> Chiusi la porta con forza prima che potesse aggiungere altro. Impiegai un pò di tempo per sfilarmi il vestito da sola e , nell'atto di tirarlo via dal viso, persi l'equilibrio e caddi. Come avevo fatto ad infilarlo? Cavolo, avevo dimenticato di avvisare Federica! Il telefono squillò a vuoto e decisi di inviarle un messaggio. Mi infilai sotto alle coperte senza indossare un pigiama e rimasi a fissare il letto vuoto della mia coinquilina. "Sono andati a letto insieme". Maria aveva raggiunto il suo scopo e Simone aveva ceduto subito. Cosa penserà Martina, quando lo verrà a sapere? E soprattutto cosa farà? Probabilmente lui avrebbe deciso di non parlargliene, così come non ne ha voluto far parola con me. Ma Martina era la sua ragazza ed io non lo ero. Perché mi sarei aspettata che me lo dicesse? Perché mi sentivo così tradita? Di certo non mi preoccupavo per mia sorella, lei avrebbe saputo come incassare il colpo. Io, invece, iniziai a piangere.
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Ti riporterò a casa
ChickLitRebecca e Martina sono due sorelle molto diverse tra loro e spesso in competizione l'una con l'altra. Rebecca è ambiziosa e testarda. Sua sorella, invece, ama stare al centro dell'attenzione e metterla continuamente in imbarazzo. Innamorata da tutt...