Il racconto di Michele mi aveva sfinita, tornai a casa senza forze e subii la sfuriata di mia madre senza battere ciglio, le chiesi scusa per non averla avvertita e le feci notare che non avevo un mezzo con cui farlo. La cosa positiva fu che mi restituì il cellulare e sullo schermo notai diversi messaggi da parte di Michele. In alcuni di essi mi chiedeva dove fossi (li aveva scritti prima di trovarmi in biblioteca) ed in altri mi ringraziava e mi augurava la buonanotte. Fottiti Michele, pensai. Negli ultimi cinque anni non aveva fatto altro che trascorrere il tempo con me cercando a tutti i costi un contatto fisico. Evitava il confronto con gli altri non esponendo mai la propria opinione. Preferiva parlare ore al telefono con me commentando i vari avvenimenti e chiedendomi un parere, piuttosto che crearsi delle nuove amicizie. Il nostro duo era perfetto così com'era, non avevamo piacere ad allargare le nostre conoscenze, non ne sentivamo la necessità. Tutto questo ovviamente prima di conoscere lei. Sapevo chi fosse il mio nemico ma non l'avevo ancora conosciuta, si chiamava Gaia e faceva l'insegnante di danza. Era più grande d'età ed ovviamente più esperta. La mia mente godeva a farmi degli strani scherzi, la immaginavo alta, snella con un corpo e denti perfetti.Sapevo solo due cose: una era che ovviamente la odiavo, la seconda, che lei dovesse essere speciale per aver fatto innamorare Michele. Più speciale di quanto tu possa mai essere per lui, mi diceva la mia mente sadica. Ed era vero. Posai le zaino ai piedi del letto e colsi Martina con le mani nel sacco: era nella mia stanza (un tempo la nostra stanza), a rovistare tra le mie cose.
<<Perdi tempo, lì non c'è nulla. E poi se fossi in te non perderei tempo a distruggere una reputazione che non ho mai avuto.>> La cosa la fece sorridere.
<< In effetti Simone trova il fatto che io sia più grande di lui molto figo.>>
Mi stesi sul mio letto e inserii gli auricolari nelle orecchie, ma lei continuò << e se lo dice lui, che è il ragazzo più figo della scuola!>> << Che culo, eh?>> Alzai il volume della radio mettendo fine a quella ridicola conversazione. Simone il più figo della scuola? Quanto era scontata e banale mia sorella. Un ragazzo come lui, pompato ed arrogante poteva attrarre solo delle ragazze superficiali come lei e le sue amiche. Michele invece era tutta un'altra storia, era dolce, intelligente, maturo... e soprattutto non era mio.Afferrai il cellulare e, spinta da un atto di coraggio insensato, decisi di scrivere a Michele quello che non avrei mai avuto il coraggio di dirgli di persona:
So che oggi mi sono comportata come se la cosa mi stesse bene, ma non è affatto così. In questi anni mi sono avvicinata a te in un modo in cui non ho mai fatto con nessuno. Ho lasciato che tu mi conoscessi meglio di chiunque altro e a poco a poco sei diventato per me un punto di riferimento. Sono stufa, Michele, di fingere che vada tutto bene e che questo mi basti. Più volte ho avuto la sensazione che tra noi ci fosse di più di una semplice amicizia e tu, con le tue numerose attenzioni, non hai fatto altro che confermarmelo. Immagina la mia sorpresa quando, al posto di fare un ulteriore passo nei miei confronti, mi riveli all'improvviso che nella tua vita c'è qualcuno che non avevo mai sentito nominare prima. Ho troppo rispetto per me stessa per accettare questa situazione, non posso ignorare i miei sentimenti per te e spero che tu faccia chiarezza sui tuoi.
Premetti il tasto invio prima di poterci ripensare, ero stufa di continuare a nascondere ciò che provavo e volevo che finalmente si arrivasse a una svolta. O sarebbe stato mio o l'avrei perso per sempre. Aspettai a lungo una risposta e mi addormentai alle tre di notte senza riceverne.
Il mattino seguente mi svegliai di pessimo umore, Martina canticchiava la sua canzone preferita mentre io cercavo di nascondere le mie occhiaie sotto quintali di correttore.
<<Non basterebbe tutto il correttore del mondo a renderti carina>>, disse lei seguendo i suoi soliti moti di affetto nei miei riguardi. << Deve pesarti tanto il fatto di essere inferiore>> Sistemai tutto il trucco in modo ordinato nel mio beautycase mentre Martina ringhiò <<La nostra vita sentimentale dimostra tutt'altro.>> Non vedevo l'ora che quel tipo la scaricasse, come prevedevo avrebbe fatto di lì a poco, quando avrebbe deciso di cambiare giocattolino.Per tutta la durata delle lezioni, Michele evitò di proposito il mio sguardo e io mi imposi di non dargli ulteriore soddisfazione. All'uscita da scuola avanzai il passo cercando di risultare invisibile agli occhi di tutti. A pochi metri dall'auto di mia madre, inciampai nel marciapiede e per poco non caddi. Miracolosamente una ragazza mi afferrò le braccia e mi recuperò dall'asfalto. << Sono Gaia,>> mi disse sorridente << la ragazza di Michele.>> Come osava definirsi la sua ragazza? Quelle parole pronunciate dalla bocca di quella sconosciuta mi sembravano ridicole. << Lui era con me ieri, quando gli hai scritto quel messaggio, non so se capisci...>> Continuò lei con fare malizioso. << Beh Gaia, il suo corpo sarà pure tuo, ma non credo ti apparterrà mai altro>> Capii dalla sua espressione che non si aspettava un attacco del genere, ma che piuttosto mi allontanassi imbarazzata. << Che vinca la migliore allora!>> tuonò lei in tono di sfida. Se è questo che vuole, pensai, che inizino le danze.
Come avevo potuto sfidare in quel modo la ragazza di Michele? Gaia gli avrebbe sicuramente riferito il nostro breve dibattito e lui non avrebbe apprezzato. D'altro canto lei mi sembrava così sicura di sé ed altezzosa, da dover meritare una lezione di umiltà. La mia ragione mi ricordava ancora una volta che Michele non aveva nemmeno degnato di dare una risposta al mio messaggio/dichiarazione, mentre la mia memoria cercava di recuperare qualche dettaglio in più sulla ragazza che avevo da poco conosciuto. Portava un caschetto corto nero, con la frangia e un piercing sulla lingua. Dunque è questo il tipo di ragazza che interessa a Michele? Indossava dei jeans strappati e un top corto, di quelli che io non avrei potuto indossare così bene.
Forse ero davvero disperata, perché in quel momento pensai che ci fosse solo una persona in grado di aiutarmi: Martina. Mia sorella sedeva su una poltrona del soggiorno, intenta a scovare qualche pettegolezzo su Facebook e a limarsi le unghie. Le spiegai brevemente l'accaduto e con mio stupore non rise di me. << Sapevo già tutto.>> Mi disse con aria saccente, porgendomi una mano. <<Se vuoi il mio aiuto inizia a mettermi lo smalto.>> Quanto sapeva essere odiosa, soprattutto nei rari momenti in cui le chiedevo qualche consiglio da sorella maggiore. E poi come faceva a sapere tutto? Sicuramente quel Simone le aveva raccontato di ciò che aveva visto fuori scuola. Dio li fa e poi li accoppia, pensai afferrando lo smalto rosso. << Ti sto ascoltando>> Dico a Martina in attesa di qualche commento utile. << Lascia perdere lei, è lui che devi far ingelosire.>> Socchiuse appena gli occhi e capii che aveva ragione. Michele era troppo sicuro del fatto che non avrei voltato pagina facilmente e, se avesse realmente avuto paura di perdermi, come aveva detto, non avrebbe accettato facilmente l'idea di me con un altro. Dovevo solo decidere come e con chi. Il momento ideale per attuare il piano sarebbe stato quel sabato, alla festa del mio compleanno.
Durante la ricreazione vidi Fabio seduto su un banco a gambe incrociate, quando mi vide si portò il telefono in tasca. Fabio era un mio vecchio amico delle elementari, per alcuni anni avevamo giocato a fare i fidanzatini ed eravamo ancora in buoni rapporti. << A chi scrivi? lo sai che sono gelosa!>> Esclamai io abbracciandolo. << Stavo solo usando la telecamera frontale per specchiarmi.>> Confessò imbarazzato lui. Lo guardai meglio, in effetti era il candidato ideale, sempre ben vestito e curato. <<Fabio, mi serve un favore enorme.>> Sbattei le ciglia e lo guardai con sguardo languido, non avrebbe mai potuto dirmi di no. Gli spiegai la faccenda e ne approfittai per invitarlo alla mia festa. << Ma tesoro...>> tuonò lui diventando rosso in viso, << pensavo che tu avessi capito che io sono gay!>> Per poco non caddi, nel tentativo di appoggiarmi anch'io al banco. << Ma come, tu mi facevi la corte!>> Non sapevo se ridere o piangere. << Non capisci niente, tesoro. Comunque sarò felice di aiutarti, sono bravo a baciare le ragazze per finta.>> Mi strizzò l'occhio e in quel momento la campanella suonò, era ora di tornare a seguire le lezioni.
A Fabio piacevano gli uomini, Michele si era fidanzato, i miei genitori non si amano più. Portavo il conto delle cose che stavano succedendo, senza che io ne avessi il minimo dubbio. Iniziavo a dubitare della mia intelligenza e capacità di osservazione. La mia avversione nei confronti dei cambiamenti mi rendeva difficile accettare ciò che non ero disposta a vedere. Tutto stava cambiando, tutto tranne io.
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Ti riporterò a casa
ChickLitRebecca e Martina sono due sorelle molto diverse tra loro e spesso in competizione l'una con l'altra. Rebecca è ambiziosa e testarda. Sua sorella, invece, ama stare al centro dell'attenzione e metterla continuamente in imbarazzo. Innamorata da tutt...