Fuorigioco

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L'emicrania non diede tregua a Martina che era già al secondo analgesico. Bevvi un sorso di caffè e andai in spiaggia a fare del footing mattutino. Non ero abituata a praticare molta attività fisica, avevo sempre condotto un tipo di vita sedentario per permettermi un'ottima media scolastico ed il mio corpo ne aveva risentito. Ero riuscita a dimagrire con molta fatica ed avevo ancora bisogno di tonificare i miei muscoli. Mi ripromisi di andare in palestra tutti i giorni, una volta ritornata al campus e di fare una dieta più salutare. Mi sentivo carica di energie. Il mare quella mattina era agitato e la sabbia inumidita, non erano molte le persone che frequentavano quel posto a quell'ora del mattino. Una ragazza portava a spasso il suo Golden Retriver e una palla da tennis mi rimbalzò sul piede, la lanciai e quel grosso cagnone la rincorse felice, inseguito dalla sua padrona. <<Ehi, che fai tu qui?>> Distolsi lo sguardo dalla scena che stavo osservando e vidi Michele. << Avevo intenzione di correre un pò, e tu?>> Michele stringeva un grosso pallone da calcio sotto ad un braccio e in quel momento mi accorsi degli altri. Marco, Stefano, Luigi, Francesco, Andrea e Simone. Indossavano ancora i vestiti del giorno precedente, lo capii dalle macchie di alcol e dall'abbigliamento poco adatto alla spiaggia. C'era un mucchio di scarpe sotto ad un muretto ed uno zaino, un bulldog inglese corse nella mia direzione. Mi accovacciai e lo accarezzai, il cane si alzò sulle zampe per leccarmi il viso. <<Bob, vieni subito qui!>> Il cane non si mosse, ma si stese a pancia all'aria pronto a ricevere i miei grattini. <<Noi stavamo giocando a calcetto, o per lo meno stavamo per iniziare.>> Michele doveva sentirsi molto a disagio in quella situazione, era la prima volta che mi parlava in presenza dei suoi nuovi amici. Marco venne a salutarmi con una carezza mentre Simone lanciò un croccantino al suo cane. Mi rialzai. <<Non possiamo giocare in 7, a meno che tu non decidi di intrattenerti con qualcuno dei nostri, in questo caso ci faresti un favore.>> Marco sorrise malizioso e il mio sguardo si divise tra Michele e Simone. Avevano entrambi uno sguardo accigliato, Michele mi dava l'impressione di un pesce fuor d'acqua e Simone aveva un atteggiamento distaccato. <<Se vi serve una persona, ci sono io.>> Gli altri risero, tranne Michele. <<Perché, a me sembra una buona idea!>> Apprezzai il suo sforzo, pur sapendo che non avesse molta voce in capitolo. <<Più che altro servirebbe a bilanciare le squadre, visto quanto sei scarso!>> Simone si sfilò la maglietta e gli altri iniziarono a prendere in giro Michele. <<Infatti, facciamola provare, che ci costa. Abbiamo già una femminuccia tra di noi!>> Non sapevo nulla di quel ragazzo tranne che si chiamasse Francesco, li avevo tutti sentiti nominare varie volte da Martina e avevo visto le loro foto sui social. Aveva i capelli rasati ed un braccio completamente tatuato, lo riconobbi come uno dei migliori amici di Simone. <<L'attitudine al calcio non rende un uomo più virile.>> Esclamai io, sentendo il bisogno di difenderlo. <<Ma una donna si.>> Quel Francesco mi stava dicendo tra le righe che io ero poco femminile. <<Allora il problema è risolto, giochiamo o no?>> Simone mi fulminò con lo sguardo. << Dai ragazzi, ma siete impazziti? Dove si è vista una ragazza che gioca bene a calcio? Stiamo perdendo soltanto tempo!>> Scossi la testa, guardando in basso. Era proprio un maschilista, dovevo aspettarmelo da lui. << Simone ha ragione, non perdiamo altro tempo, facciamola provare!>> Marco mi diede una pacca sulla spalla e quel Francesco mi strizzò l'occhio, avevano accettato la sfida. Simone, Marco e Stefano erano in squadra con me, mentre gli altri con Michele, essendo noi due i più scarsi del gruppo. Legai con un elastico i capelli e tolsi le scarpe, preferivo giocare alla pari nonostante il pallone fosse duro. Luigi fischiò con le dita e Simone si avventò sulla palla correndo verso la porta, i suoi compagni di squadra, me compresa, gli chiesero di passare la palla ma lui continuò diritto, per la sua strada. Francesco riuscì a rubargli il pallone ed invertì la marcia facendo gol. Michele gli diede il cinque, provocando l'ira di Simone. << Marco copri la porta, non lasciare Rebecca da sola lì dietro!>> Mi stava dando la colpa del gol subito. <<Se magari tu facessi meno il fenomeno e passassi la palla, giocheremmo tutti, no?>> Simone ripartì, spostandomi di lato e Michele cercò di contrastarlo ma non ci riuscì, questa volta fu gol per noi. << Fidati, potrei anche giocare da solo contro quattro.>> Urlò in direzione di Michele, che era già partito per l'azione successiva. Gli andai contro, sfilandogli il pallone dalla punta del piede ed iniziai a correre come una matta verso la porta. Francesco mi seguì marcandomi stretto, si incollò alla mia schiena, tirandomi la maglietta. Avvertivo il suo fiato corto sul mio collo e la presenza invadente delle sue mani addosso. Simone corse al mio fianco allargando le mani, gli passai la palla e la spinse diritto in porta. Francesco lasciò finalmente la presa e Simone mi venne incontro abbracciandomi. Il sudore della sua pelle nuda bagnò la mia maglietta e l'odore che emanò fu più potente di qualsiasi afrodisiaco, sapeva di buono e di calore umano.  Anche Bob esultò, correndoci incontro e Simone lo allontanò lanciandogli un altro croccantino. Francesco aveva il volto verde di rabbia e Michele non mi guardò neanche. Ripresi il possesso del gioco, dribblando Luigi e passando la palla a Marco. Michele gli ostacolò il passaggio, assetato di vittoria e con la voglia ardente di guadagnarsi la stima della sua Squadra. Vedendosi alle strette, Marco tirò il pallone sulla fascia ed io corsi a prenderlo prima che Francesco se ne impossessasse. Riuscii ad avere la meglio, ma questa volta quel ragazzo scortese ed ineducato, mi bloccò con il suo braccio tatuato, toccandomi con l'altra mano il sedere. Gli tirai una gomitata, ma andò a vuoto. Simone lo aveva appena spinto a terra con un calcio. <<Che cazzo fai?>> Dallo sguardo che fece Francesco capii che il suo amico non lo aveva aggredito spesso in quel modo e ne sembrò meravigliato. <<La stavo marcando!>> Bofonchiò in sua difesa. <<No, le hai toccato il culo!>> Simone inveì infuriato ad un centimetro dal suo naso. Michele li separò e gli altri risero. <<Dai, gli è scappata la mano, può capitare!>> Intervenne Marco in sua difesa, evidentemente al suo posto avrebbe fatto lo stesso. Stefano tirò Simone per un braccio. <<Ragazzi non è successo nulla. Francesco chiedi scusa alla ragazza e continuiamo.>> Francesco mi tese una mano e io gliela strinsi, non avrei voluto ma non volevo farne un dramma d'avanti a tutti. Luigi appoggiò a terra il pallone e lo passò a Michele che si scontrò con Simone, nessuno dei due sembrava voler mollare. Michele lo spinse e Simone cadde sulla sabbia chiamando un fallo. Fui io a battere quella punizione, che nel giro di poche azioni, si tradusse in un gol. Marco mi sollevò in aria e Simone se la rise, beffeggiando gli avversari. Francesco diede un calcio al mucchio di scarpe. <<Come avevi detto? Dove si è vista una ragazza che gioca bene a pallone , eh?>> Simone si stese a terra piangendo dalle risate ed il suo cane corse a leccargli la faccia. Avevamo vinto.

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