Mi svegliai con l'umore alle stelle, il sole tiepido di settembre entrò timido nella mia stanza ed in cielo non scorsi nemmeno una nuvola. Gli uccellini canticchiavano, volando tra gli alberi e un'aroma di caffè pervase le mie narici. Mi affacciai al balcone e Simone era appoggiato dietro al divisorio, sorridente ed illuminato dai raggi del sole. Fu una visione celestiale. <<Gradisce un pò di caffè, principessa?>> Mi porse una tazzina di caffè caldo, ben diverso dai bicchieri d'acqua colorata che sorseggiavo in mensa o in ospedale. Cercai di coprirmi con i miei lunghi capelli dorati il volto, temendo che il gonfiore da sonno non mi rendesse giustizia. Non avevo ancora avuto la possibilità di camuffare quel brufolo sul mento, lo avrebbe visto e probabilmente non lo avrebbe trovato molto attraente. <<Grazie, è molto buono!>> Il contenuto della tazza era bollente e mi ustionai la lingua. Simone scavalcò e s'introdusse nella mia stanza. Portava odore di buono nel mio piccolo abitacolo. Si guardò intorno e poi mi disse: <<Non merito nemmeno un bacio?>> Corsi in bagno a lavarmi i denti, mentre la sua risata mi raggiunse da dietro alla porta. <<Ah quindi è per questo che cercavi di trattenerti!>> Riaprii, avendo impiegato più tempo del solito per la mia igiene orale. Lo abbracciai e non credevo fosse vero, potevo baciarlo ogni volta che volessi.
Non mi ero ancora abituata all'effetto che mi facevano le sue labbra sulle mie, al suono dolce dei nostri baci, alla sua presa stretta dei miei capelli. Dovevano essere quelle le famose farfalle nello stomaco, quella sensazione di vuoto e di gioia che partiva dal ventre come una scarica elettrica. Mi venne la pelle d'oca al tocco delle sue carezze e le mie labbra s'infiammarono, diventando più gonfie e rosse. <<Se continuiamo così facciamo tardi a lezione.>> Il mio masochismo cercava di metterci continuamente i bastoni tra le ruote. <<Potremmo sempre entrare alla seconda ora>> Propose a denti stretti, baciandomi il collo. <<No, non esiste, ci vedrebbero tutti arrivare insieme e potrebbero pensare male...>> <<Pensare male? Ti da fastidio che qualcuno pensi che stiamo insieme?>> Questa volta sembrò deluso, la sua mascella si irrigidì e staccò le mani dai miei fianchi. Notai che evitò di guardarmi negli occhi e mi affrettai a chiarire le mie parole. <<No, affatto. Non vorrei che gli altri pensassero che fosse una storiella, perché non lo è, vero?>> Il mio continuo bisogno di certezze lo rincuorò, passando di nuovo alla posizione del più forte tra i due. <<Non mi pare che abbiamo scopato!>> Disse sorridendo, odiavo quando si prendeva gioco di me. Presi la tazza ormai vuota che aveva portato e gliela restituii tra le mani, spingendolo verso la porta. <<Ora puoi andare, arrivederci.>> Era faticoso spingerlo anche solo per pochi centimetri. Rideva e con un sorriso così stupendo non potevo non farlo anch'io. << Più tardi vado da Sara, oggi è il suo compleanno, le avevi promesso che saresti tornata a trovarla>> Mi ricordò prima di andare. Non volevo deludere le aspettative della piccola ma volevo evitare di incontrare sua madre. Lo guardai con indecisione, mangiando una pellicina intorno all'unghia. <<Che c'è, non vuoi che pensino... come hai detto? Ah già ...a male?>> <<No, no, non vorrei dare fastidio, tutto qui>> Mi stampò un bacio sulle labbra molto persuasivo. <<Non preoccuparti, terrò io a bada mia madre.>> Dovevo sentirmi rincuorata da quelle parole e invece, non so per quale motivo, fui agitata per tutto il giorno.
Un bagno caldo mi rigenerò completamente, riempii la vasca di bollicine alla lavanda sentendo un pò di musica romantica. Chiusi gli occhi e per un attimo m'immaginai che Simone fosse lì con me, avevo voglia di lui, come sempre e, questa volta, non mi fece paura ammetterlo a me stessa. Cosa avrei fatto se lui fosse con me? Forse valeva la pena di aspettare, per essere più sicura che fosse speciale, per diventare più disinibita. Ero sulla buona strada per innamorarmi di lui, ma come ogni volta, temevo che i miei sentimenti fossero più profondi di quelli che lui nutriva per me. Questo tarlo mi frugava nella testa da settimane, la mia paura era una grande nemica. Ormai ero quasi sicura di non poter più respirare senza di lui, avevo fatto male a contraddire Mattia, aveva ragione a ritenere che una rottura con Simone mi avrebbe devastata. Alzai il volume della musica, era meglio non pensarci per ora. Scelsi un abito rosa cipria ed impacchettai il regalo che avevo scelto per Sara, un set per creare gioielli a mano. Simone mi aspettava dinanzi alla porta del taxi e fischiò non appena mi vide. Sorrisi. <<Fai così con tutte!>> Protestai. <<Mi esercitavo per questo momento.>> Strizzò l'occhio ed aprì la portiera dell'auto, invitandomi ad entrare. Mi accomodai sul sedile posteriore dell'auto e lo spacco si aprì leggermente sulla coscia. <<Sei bellissima>> Era la prima volta che me lo diceva, dovetti distogliere lo sguardo per paura di commuovermi. Conservavo ancora il bigliettino in cui mi aveva scritto di non riuscire a dirmelo, nel portafoglio. Simone, il ragazzo più bello che avessi mai visto, mi trovava bella. Non riuscivo a smettere di sorridere. <<Sono intelligente, essere bella è secondario>> Aggiunsi pretenziosa. Lo guardai: la camicia tirata sui bicipiti, i bottoni aperti sul collo, la sua mano sulla mia gamba. Tutto di lui mi faceva impazzire. Spostò la sua mano verso l'alto ed ebbi un sussulto. Accarezzai la sua nuca e lo portai vicino alla mia bocca, il posto perfetto per entrambi. Lo baciai senza remore nè timori, senza badare al tassista che ci guardava attraverso lo specchietto retrovisore o ai centimetri di pelle che guadagnava la sua mano. Le sue dita accarezzarono il mio corpo durante tutto il tragitto verso la clinica ed io mi rassegnai al distacco solo una volta raggiunti il parcheggio. Simone pagò l'autista e mi appoggiò un braccio intorno alla vita. <<Forse è una cosa troppo banale da dirti, ma sei bellissimo anche tu>> Sussurrai nel suo orecchio più emozionata del dovuto, non credo di aver mai fatto un complimento del genere ad uomo prima di allora. Lo sapeva bene anche lui, che in quel momento mi prese una mano e se la portò alla bocca. <<Se detto da te, niente è banale.>>
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Ti riporterò a casa
ChickLitRebecca e Martina sono due sorelle molto diverse tra loro e spesso in competizione l'una con l'altra. Rebecca è ambiziosa e testarda. Sua sorella, invece, ama stare al centro dell'attenzione e metterla continuamente in imbarazzo. Innamorata da tutt...