•Ti cacci solo nei casini•

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Andai a letto, pensando sempre alla stessa cosa..
"Perché?"
Prima non pensavo mai ai gay e quando vedevo una coppia di due ragazzi li ignoravo.
Non era cosa per me.
Mi addormentai dopo quasi due ore.
La mattina dopo, qualcuno bussò alla porta.
Di corsa mi alzai, mi avvicinai alla porta e chiesi chi era.
In realtà avevo un pò d'ansia, avrei sperato fosse lui.
Ma era mia cugina Lola.

«Che ci fai qui?» le chiesi voltandomi senza nemmeno salutarla.
«Uh, buongiorno cuginetta, come stai? Io oggi ho l'aria da ragazzo incazzato, e tu? Tutto bene?» disse ironicamente.
«Ma la smetti di fare la stronza?» mi fermai e le risposi
«Ehm, qui c'è un'aria di ALE...SSA...NDRO...» disse facendo la tosse al nome "Alessandro"
«Ma quale Alessandro? Senti ma che vuoi?»
«Volevo chiederti se beh.. posso andare a fare colazione con.. beh è un bravo ragazzo l'ho conosciuto ieri sera in discoteca.. e poi..» disse velocemente
«Ooh stop! Cosa? Ora ti ci metti anche tu?» le gridai, e mi girai da lei , aveva l'aria spaventata e non capiva.
Poi mi chiese «Andrè.. Ma perché hai questi lividi in faccia?»
«Ehm, senti Lola non cambiare discorso. Piuttosto siediti e dimmi chi è questo.»
«Allora si chiama Luca» disse
«Che nome del cazzo» la fermai poi continuò
«Ha ...» stava per dire l'età ma mi anticipai dicendo.
«Ricordati che tu hai 15 anni eh, quindi attenta a ciò che dici.»
«Ha.. 18 anni.» disse a bassa voce.
«Cosa scusa?»
«18 ANNI, cazzo, ha 18 fottuti anni, e mi piace, mi piace tanto.» rispose gridando, e poi vidi una lacrima scorrere sul suo viso
Non sapevo cosa risponderle ma lei continuò.
«Io sono stanca che ogni volta devo aver paura di dirti con chi sto, cazzo non ho nemmeno io i genitori, non ho nessuno che se ne importa, perché dovresti farlo tu.» si fermò
«Forse perché per me sei una sorella minore. E se mi arrabbio é perché so cosa vogliono i ragazzi più grandi dalle ragazze più piccole..» le dissi con tranquillità.
«Non mi interessa. Oggi vado con lui, faccio come se tu non esistessi, tanto da quando stiamo qua, abbiamo fatto colazione pranzo e cena, ma poi andavi a cacciarti nei casini, e io per te non esistevo, non ti chiedevi nemmeno dov'ero o cosa facevo.» disse poi si alzò e andò via, lasciando la porta aperta
Aveva ragione, ma non era colpa mia...

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