•Sempre più incasinato•

5.3K 329 7
                                    

ALESSANDRO POV'S
L'ospedale era vicino al mare.
Aveva un vista fantastica, e l'odore fresco del mare mi ricordava tutte le belle giornate passate con Andrea
"Riuscirò a dimenticarlo?" questo era il pensiero fisso nella mia mente.
«Di sicuro no..» dissi poi a bassa voce.
Ciò, però, attirò lo sguardo di mio padre.
«Cosa hai detto?» chiese fermandosi.
«Non parlavo con te..»
«Bene, ora ho anche un figlio pazzo.. oltre che idiota.» disse voltandomi le spalle e dirigendosi verso il parcheggio.
Io ero fermo lì, a fissare la sua maglia grigia, le sue grandi spalle.
Mio padre era una persona orribile, è vero, era pur sempre mio padre.
Ma c'erano ovviamente momenti in cui l'odiavo e altri in cui avrei voluto abbracciarlo, ma c'era una persona che ormai aveva preso il suo posto. La persona più importante per me era quella che mi ha fatto impazzire. Quella per cui sono quasi morto.
Non mi interessa cosa sarebbe potuto succedere, io l'amavo, ed era un caso raro. Dovevo proteggere questo caso.

«Fanculo a tutto» dissi.
Mio padre stava infilando le chiavi per aprire lo sportello, non si era nemmeno degnato di aiutarmi con la valigia.
Mi voltai, e iniziai a correre..
Mentre correvo mi accorsi che avevo dimenticato la felpa, l'avevo lasciata a mio padre poco prima..
«Che idiota...» dissi.
Avevo la valigia, ma non la felpa col cellulare al suo interno.
Entrai in hotel.
«Andrea e Lola, due ragazzi.. Qui per la crociera, dove sono..» dissi a spezzettoni per il fiatone.
«Mi dispiace, sono andati via, era l'ultimo giorno che alloggiavano qui.» disse una signorina alla cassa.
"Cazzo" pensai.
Uscii di fretta, e da un incrocio vidi la nave.
«Eccola.» esclamai.
Corsi in quella direzione sbattendo contro i turisti, che bestemmiavano in tutte le lingue.
Arrivai, ma avevano appena chiuso il ponte..
"Troppo tardi.." urlai portando le mani alla testa.

ANDREA POV'S
Ero nella camera, sul letto, e sentii bussare alla porta.
«Ehi, posso.» era Lola.
«Sei sola?» chiesi, siccome avevo le lacrime agli occhi, e nessuna voglia di vedere nuovi volti.
«Si.. Senti ora basta spiegami cosa è successo da quando siamo scesi da questa nave, e dov'è Alessandro.» disse seria sedendosi sul comodino.
«Si.. Allora. Praticamente quando siamo scesi, ho incontrato Luca, la faccio breve quindi beh, lui mi ha messo le mani addosso facendomi perdere i sensi, mi risveglio in ospedale, e scopro che oltre a me e Luca c'è anche Ale, con un trauma cranico.
La situazione si aggrava quindi viene operato, resta così tanto tempo nella sala operatoria che pensavo fosse morto. Poi scopro che non lo e così cerco di entrare in ospedale, il padre ha pagato un fottuto dottore così da portarsi il figlio a casa. É da giorni che non ci parlo, e non potrò più vederlo, perché non so dov'è, dove l'ha portato.. e soprattutto come sta.» dissi con le lacrime al volto
«So che ti piace tanto, ma forse è giusto che se ne occupi il padre..» disse mettendomi la mano sulla spalla.
«Si certo. È giusto anche per me, solo che.. Sarebbe bello che un padre si prendesse cura del figlio, e non che lo trascurasse, soprattutto nel caso di Ale..»
Lola mi abbracciò.
«Non ti dirò che ti capisco, perché non ci sono passata, solo che se hai bisogno io sono qui..»
«Non sono abituato a condividere il mio stato d'animo, quindi potresti lasciarmi solo?» chiesi allontanandomi
Lola si allontanò e chiuse la porta alle sue spalle.
Subito Lola sembrava più matura, ed io sempre più incasinato..
Stavo male, un dolore che nessuna ragazza o ragazzo avrebbe potuto farmi passare.

•INNAMORATO DI LUI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora