•Stanza 15•

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Dopo vari tentativi di provare a ficcarmi in testa che Ale non era per me, e che era stato tutto uno sbaglio, sentii bussare alla porta.
Dentro me c'era un misto di "spero che sia lui" e "spero non sia lui."
Ero così confuso, ci stavo talmente bene e non pensavo potesse finire così.

«Avanti.» dissi asciugandomi le lacrime e girando il cuscino ormai inzuppato.
«Ehi tutto bene?» chiese Lola guardando il mio sguardo perso.
Lei non sapeva nulla, non sapeva che stavo con Ale fino a pochi minuti fa.
«Sisi, è solo che mi fa male la gamba.» le spiegai grattandomi la palpebra.
«No, non ci credo. C'è qualcos'altro, mio cugino non piange per un graffio.» disse ironica.
«Sta volta si va bene?» le dissi arrabbiato.
Quando ero triste, o c'era qualcosa che non andava, riuscivo ad assumere un atteggiamento di merda.
Lola rimase zitta. Poi
«C'entra qualcosa il tuo amico?»
«Non è mio amico.» dissi guardando fuori dall'oblò

Nel frattempo il capitano aveva fermato la nave, e sentimmo dire "Salve passeggeri, preparate i vostri bagagli, ci sarà una sosta di tre giorni a Capri, verrete ospitati in un Hotel."
«Vado a preparare la borsa, poi riprenderemo questo discorso, d'accordo?»
Annuii e la lasciai andare
Non mi è mai piaciuto parlare di me, o di ciò che mi capitava.

Scesi dal letto, e preparai la valigia. Ogni 5 secondi dovevo passarmi la mano sotto gli occhi perché qualche lacrima mi causava solletico.
Presi qualche costume, pantaloni , maglie, e intimo e finii di preparare la valigia.
~~~~
Stavo dirigendomi verso il ponte per scendere a Capri, e vidi Lola avvicinarsi.
«Dammi la valigia.» le dissi «Ti aiuto io.» continuai
Nonostante tutti erano felici, e pieni di sguardi con sorrisi enormi, io era in un altro mondo.
Erano passati pochi giorni ma mi era comunque rimasto il segno.
Scendemmo, e tutti presero direzione diversa per visitare l'isola nella sua bellezza.
«Lola io porto i bagagli all'hotel, tu vai con Marika se vuoi.»
«Ma poi resti da sol..»
«Vá, tranquilla, sto bene.» la rassicurai.

Non osservai praticamente nulla di quest'isola, e continuavo a camminare guardando per terra.
Trovai l'hotel, e mi feci dare la chiave della mia stanza.
«Può darmi anche la chiave della stanza per mia cugina?» chiesi prendendo le mie chiavi
«Mi dispiace ma dobbiamo rispettare la privacy.»
"Ma che privacy(?)" dissi tra me e me.
«Allora può farmi un piacere. Può dirle che ho i suoi bagagli? É una ragazza alta così, con occhi castano chiaro, capelli lunghi fino a qui, mossi e dello stesso colore degli occhi.» cercai di spiegargli
«Certo, va bene, glielo dirò appena la vedrò.»
Lo ringraziai anche per la sua gentilezza e cercai la mia stanza.
"15, 15, 15"
Poi dopo varie volte che lo ripetevo in mente, notai che davvero avevo il numero 15.
Questo numero mi perseguitava.
La data di quando per la prima volta ho parlato con Ale.
Di quando per la prima volta m'ha sorriso.
Di quando anche se ero orgoglioso già me n'ero innamorato.

•INNAMORATO DI LUI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora