•Dimostramelo che mi ami•

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Trovai la stanza e la aprii.
In quel momento tutto era così noioso.
Chiusi la porta alle mie stanze lasciando le valigie vicino alla porta.
Mi buttai sul letto e iniziai a pensare.
«Come faccio? Come faccio ora a dimenticarlo?» pensavo
Se le ragazze si sentivano così quando il ragazzo le lasciava, beh, mi sentivo peggio.
Decisi di uscire a prendere un po' d'aria.

Chiusi la porta e portai la chiave al proprietario seduto al bancone.
«Dove va'?» mi chiese con sguardo curioso.
«Ehm, a fare un giro.» dissi senza guardarlo, era così inquietante.
«La aspetterò allora.» disse riportando il suo sguardo alle mie chiavi appendendole nella casella numero 15.
«Ma che cazz(?)» dissi a bassa voce uscendo dall'hotel

Camminai senza sapere dove andassi.
Mi fermai ad un bar.
«Un caffè per favore» chiesi dandogli i soldi.
«Ecco a lei» disse il cameriere 2 minuti dopo portandomi quella bevanda calda color nocciola.
«Grazie.»
Stavo bevendo a piccoli sorsi, quando intravidi uno sguardo.
Intravidi degli occhi grandi a mandorla.
Mi stava fissando, e io ricambiavo.
Era quello stronzo di Alessandro.
Era a due tavoli lontano da me, e riuscivo a sentire il suo respiro affannato sulla mia pelle.
Mi alzai di scatto voltandogli le spalle, e andai con passo veloce da qualche parte lontano dal suo sguardo e dalle sue labbra.

Dopo tempo mi girai, e tra la folla delle bancarelle, notai lui con passo veloce scontrarsi con le persone per venire da me.
Portai lo sguardo avanti e sorrisi.
Può darsi che era proprio ciò che volevo. Tra le bancarelle rubai veloce due o tre caramelle gommose alla Coca-Cola.
Entrai in una stradina stretta e svoltai a destra.
«Ah bene cazzo, è chiuso...» dissi per poi girarmi.
«Ah non c'è ..» mi tranquillizzai vedendo che non mi seguiva più, poi lo vidi e «Ah bene.. Ci sta..» dissi ridendo portandomi la mano sulla fronte.
«Ora ti fermi okay?» sentii la sua voce affannata.
Si avvicinò sempre di più.
«Ma ti sei visto.. Grazie a te siamo di nuovo da capo..» gli dissi con tono arrabbiato.
«Devi ascoltarmi, non andare al dunque.» disse quando mi era di fronte.
«No, io non ti ascolto, vattene a fanculo.» dissi cercando di chiudere il discorso è andarmene.
«EH NO CAZZO!» gridò attirando l'attenzione di una signora affacciata al balcone, e mi intrappolò con le sue braccia contro al muro.
«Questa sensazione la ricordo» dissi, «Questa parete fredda, e questo momento.. Proprio il primo bacio... Momento che tu HAI ROVINATO» continuai.
«Allora, é vero.. Era una scommessa.. Ma ti ho scelto io» disse con una lacrima che gli rigò la guancia.
«Ah bene, e questo dovrebbe cambiare le cose, bello. Sono stato scelto per una scommessa da Alessandro.» stavo per continuare ad essere ironico quando mi fermò.
«Smettila, bambino. Per me non è stata una sola scommessa, ti avrei lasciato, non ti avrei protetto, non ti avrei aiutato contro Luca. E non mi sarei rinchiuso con te nei magazzini. Io ti voglio, ho bisogno di te. Davvero ti amo.. É nata come una scommessa, ma ora ci sono caduto dentro... E si non mi dispiace essere preso in giro che sono gay se poi sto con te..» disse «Capisci?» continuò
Continuavo a fissare i suoi occhi e le sue labbra, ma mi faceva troppo schifo..
«Sai Ale? Forse non dovrei arrabbiarmi così, ma il mio orgoglio e più forte di me. Allora? Dimostramelo!»
«Cosa?»
«Che mi ami davvero...» dissi mettendogli una caramella alla Coca-Cola in bocca e subito scappai sbattendolo contro la parete.

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