•Non mi arrendo•

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La giornata passava.
Passava così lentamente, ogni ora mi uccideva.
O ero fermo al bar, o andavo a sedermi sulla sdraio.
Venivo guardato da tante ragazze, ma ero così stufo di loro.
Mi giravo sempre di qua e di là, sperando di riuscire ad incontrare lo sguardo di Ale. Ma non fu così.
Dovevo convincermi che non c'era più.
Il mio corpo era pieno di un sentimento, un misto tra rabbia e tristezza.
E questi due sentimenti insieme mi hanno sempre fatto paura, perché sarei potuto essere capace di qualunque cosa.

Era sera. Andai in stanza e indossai il costume e una maglietta a giro maniche larga.
Uscii sul balcone e guardai il cielo scuro, e le onde del mare battersi contro la nave.
Una parte della nave era così tranquilla, buia, senza rumore, l'altra invece, alla mia sinistra, lanciava una luce pazzesca, riuscivo a vedere molte persone che correvano da una parte all'altra.
Praticamente era come mi sentivo io, ma la parte triste e buia regnava.
Prima di andare alla festa, feci un giro per la parte tranquilla.
Mi sedetti su una panchina.
C'ero solo io. Erano tutti a divertirsi.
Mi girai e vidi Ale.
«Ale sei tu? Cazzo, sei davvero tu.» chiesi gridando alzandomi
Mi strofinai gli occhi e lui non c'era. Stavo davvero impazzendo. Mi ero innamorato troppo. C'ero troppo dentro. Pensai che ormai ero impazzito, che non l'avrei dimenticato, e che lui non sarebbe tornato.
Ero così arrabbiato che andai alla festa.
La rabbia la tenevo dentro, ma c'era. Era presente.
Mi sedetti su una sedia a bordo piscina.
«Ehi, sei venuto. Vieni a ballare con me dai.» disse la ragazza di prima
«No, non penso di essere dell'umore adatto.» le risposi senza degnarla di uno sguardo.
Si avvicinò alle labbra e disse «Tesoro, hai bisogno di divertirti, distrarti. Vieni con me.»
Mi prese per la mano e mi portò tra la folla.
Accettai perché forse avevo davvero bisogno di distrarmi
Iniziammo a ballare, lei si muoveva in modo sensuale attaccata a me.
Accettai la "sfida".
E dopo vari balli, mi baciò.
Un bacio che durò qualche minuto
«Senti io però non poss..» cercai di dirle staccandomi
«Shhh» disse prendendomi per la mano e portandomi nella mia stanza.
Era una stalker? Sapeva il numero della mia stanza?
Lasciò la porta socchiusa, siccome erano tutti alla festa.
Mi tolse la maglia e poi il costume.
Lei era in costume, io in boxer.
Continuai a baciarla, ma non provavo assolutamente niente.
Nel bel mezzo di tutto ciò con la coda dell'occhio vidi la porta aprirsi..
«Oh, merda..» dissi, spostandola e alzandomi dal letto.

ALESSANDRO POV'S
Una guardia mi aveva visto, e da gentile persona mi fece salire.
Lo ringraziai eternamente, ma non avevo tempo.
Lo cercai dappertutto. 
Nei posti che frequentavamo insieme non c'era.
Continuavo a chiedere a qualcuno se l'avesse visto, ma ovviamente non lo conoscevano.
Ma non mi arrendevo mica.
S'era fatta sera, e notai un casino tra balli e musica, e mi diressi in quella direzione.
Cercai tra la folla, ma non lo vidi, così pensai che magari era nella sua stanza immerso nella tristezza, anche se era molto strano.
Ero nel suo corridoio, stavo correndo e vidi la sua porta socchiusa.
Il mio sorriso scomparve subito dopo aver aperto del tutto la porta.
Mi stava fissando, si alzò e si avvicinò.
Sorrideva e sembrava volesse baciarmi.
"Cosa ?" pensai. Le parole non riuscivano ad uscirmi dalla gola.
Gli tirai un pugno, spaccandogli il sopracciglio.
«Ricordati che io parto con i pugni, e non mi metto a piangere.» gli dissi
«Sembra che sei una puttanella, cioè ma che cosa cazzo ti è passato per quella testa di cazzo che ti ritrovi?» continuai
«Cosa? Ma sei tu? Ma come sei qui? Ale sei qui con me.» continuava a chiedere con il sorriso.
Sembrava ipnotizzato dal mio arrivo. Non si era nemmeno preoccupato minimamente della ferita che gli avevo causato.
Lo baciai, tenendogli la testa fra le mani, poi lo lasciai e dietro lui notai lo sguardo confuso della ragazza.
Stava per baciarmi ancora ma mi spostai.
Non avevo intenzione di baciarlo.
C'ero rimasto di merda.

«Sei una ... Grande testa di cazzo.. Io, cioè tu. No?» non riuscivo a tenere gli occhi aperti
«Ale? Cosa c'è? Ti senti bene?» chiese lui .
Le mie gambe non ressero e dopo qualche secondo mi ritrovai per terra, ovviamente svenuto.

•INNAMORATO DI LUI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora