Mi ritrovo seduta da starbucks con il frappè in una mano e il cellulare dall'altra.
Sfoglio la galleria tra le foto, guardandone alcune mie e di mia madre, mi manca tantissimo.
La televisione del bar è sincronizzata sul canale di musica sulle note di Love me like you do di Ellie Goulding.
Continuo disinteressata a sfogliare tra la galleria osservando di tanto in tanto le persone che passano fuori dalle grandi vetrate, c'è chi passeggia allegramente assieme alla fidanzata, chi porta il cane a passeggio, chi ha in mano una valigetta nera e un cellulare costoso all'orecchio che cammina frenetico verso il lato opposto delle strisce pedonali, e poi ci sono io, che alle 7 di sera, invece di essere a casa mia sotto le coperte a mangiare gli scarti della cena di ieri sono qui a bere un frappè gelato da starbucks aspettando l'ora per andare in quel fottuto pub fino alle 23:00.
L'occhio cade su una piccola bambina con gli occhi lucidi e rossi per il freddo, capelli scompigliati e un palloncino rosso stretto nella mano sinistra, stava piangendo e si stava guardando intorno probabilmente per cercare una figura a lei familiare ma dopo un'altro giro generale scoppiò in lacrime lasciando andare il palloncino che aveva cominciato a fluttuare in aria allontanandosi sempre di più dalla bambina.
Mi alzai velocemente strisciando la sedia sotto di me che fece un rumore fastidioso, provocando lo sguardo arrabbiato dei pochi ragazzi che c'erano nel locale.
Andai a pagare il mio frappè ancora mezzo pieno sul tavolo e uscì.
Una folata di vento gelido mi colpì in pieno viso e mi dovetti stringere di più nel mio cappotto.
Mi avvicinai cautamente alla piccola bambina che ancora piangeva spaventata ed esausta, mi chiedo perché nessuno ancora ha avuto la coerenza di fermarsi ed aiutare la povera piccola...
Posai una mano sulla sua spalla e lei si girò di scatto emettendo un verso impaurito mentre ancora singhiozzava.
Mi abbassai alla sua altezza e sorrisi per tranquillizzarla, lo fece e mi abbracciò...
La strinsi più a me anche per ripararla dal freddo..."Ehi piccola hai perso la tua mamma?"
Dissi in modo dolce.
La piccola annuì un po' più tranquilla e abbassò lo sguardo..
"Puoi aiutalmi a tlovale la mia mamma?"
Disse lei mentre si asciugava le lacrime con la sua piccola manina.
Mi si sciolse il cuore vederla così, era davvero dolce...
"Certo piccola, come ti chiami?"
"Mi chiamo Avril"
"Bene Avril, io sono Kimberly ma puoi chiamarmi Kim, ora andiamo a cercare la tua mamma"
Le sorrisi e le porsi la mano che non esitò ad afferrare.
****************
La bambina aveva finalmente riconosciuto la mamma in mezzo alla folla dopo dieci minuti a camminare senza sosta, Avril era nel pieno delle sue forze mentre io ero uno zombie vivente con quei capelli e quelle gambe che a stento mi reggevano in piedi.
Mi ero allontanata parecchio dal bar e di conseguenza anche dal mio luogo di lavoro,ero anche parecchio in ritardo e penso che non ci sarei andata comunque..
Avril corse verso una ragazza più o meno su una trentina d'anni che era seduta con le mani sulla faccia in piena disperazione."MAMMAAA!!"
La ragazza alzò la testa al richiamo e gli occhi le si illuminarono.
Si alzò e cominciò a correre verso Avril che le saltò in braccio senza esitazione."Oh tesoro! Dov'eri finita??! Ti ho cercato d'appertutto!! Stai bene?!"
"Si mamma, Kim mi ha aiutata a litlovalti!"
" Kim? Chi è Kim tesoro?"
La bimba scese dalla mamma e le prese la mano trascinandola verso di me.
La giovane madre aveva una faccia confusa ma la seguì senza fiatare.
A pochi passi da me Avril mi abbracciò e io ricambiai.
"Mamma, lei è Kim!"
La madre mi guardò accigliata per poi sorridere e stringermi in un abbraccio caloroso.
"Oh grazie davvero! ero disperata! D'ora in poi non la perderò di vista più! Dimmi cara, cosa posso fare per ringraziarti?"
"Oh, nulla davvero grazie, è stato un piacere aiutarla!"
"Insisto! Devo sdebitarmi! Non so come avrei fatto senza di te! Quindi ora accetta questo..."
Tirò fuori dalla tasca una banconota da 100£ e me la porse.
"Oh no signora, non potrei mai accettare.."
"Ah ah no! Non accetto un no come risposta! Tu mi hai aiutato a ritrovare mia figlia e questo è il minimo!"
"Ma..."
"Niente ma!"
Disse lei in modo autoritario..
Guardai la banconota ancora nelle sue mani e poi ancora lei.
Presi la banconota e la misi in tasca."Grazie davvero ma non doveva!"
"Tranquilla, per me i soldi non sono un problema"
Mi sorrise calorosamente e io ricambiai.
***********
Cammino da ormai 10 minuti se non di più per tornare a casa, il tempo è volato e io sono stanchissima, oggi è stata una giornata stressante.
Svoltai l'angolo e andai a sbattere contro un ragazzo con i capelli avvolti da un cappellino verde e degli occhiali da sole neri.....alle 8:30 di sera?!! Bah.....
Le borse di cibo cinese che aveva in mano si schiantarono al suolo..."Oh cazzo scusa! Non ti avevo proprio visto!"
Con un movimento veloce raccolse le borse da terra e alzò lo sguardo, solo ora capì che si trattava di harry, e solo ora capì perché aveva gli occhiali da sole...per non farsi riconoscere...
"Harry...?"
"Shhh, non dirlo, ci sono directioners impazzite qui in giro!"
"Oh scusa..."
Risi sotto voce e scossi la testa divertita dal suo comportamento.
"Kim cosa ci fai qui?"
"È la stessa domanda che potrei farti io, cosa ci fai qui?"
"Avevo voglia di cibo cin....ehi non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!!"
Risi e lui si unì a me.
"Stavo tornando a casa e non sono andata a lavorare perché ho incontrato una bambina che si era persa e...oh lascia stare!"
Rise per lo scarso senso della frase e io arrossì violentemente, non mi sono mai sentita così in imbarazzo come ora in vita mia...
"Ti va di mangiare cinese da me?"
"Solo se dopo prepari i pop corn!"
Battei le mani come una bambina a cui è stato dato un chupa chupa e lui scosse la testa divertito.
"Affare fatto!"
Allungò la mano come per stringere un'alleanza e io gliela strinsi incamminandoci poi verso la sua Rang Rover nera parcheggiata li a fianco.
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Don't forget where you belong/ Harry styles/
FanfictionLui: Harry Styles. Famoso cantante di una Boy band anglo-irlandese. Ha tutto nella vita. Lei: Kimberly Parker. Con un passato difficile, da quell'orribile giorno niente è più come prima. Due persone completamente diverse destinate ad incontrarsi. ...