CAPITOLO 18

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La luce che entra dalla finestra della camera mi fa aprire gli occhi.
Sento il respiro pesante di Kevin al mio fianco, ieri avevo sentito la porta sbattere di notte fonda ma avevo fatto finta di dormire. Lui si era tolto i pantaloni e la maglia e si era infilato dalla parte opposta del letto.
Non so cosa aveva fatto, ne dove era andato. Però era ubriaco marcio.
Un forte odore di alcool mi fa apparire una smorfia di disgusto sul volto. Mi alzo dal letto e mi faccio una doccia.
Esco dal bagno e trovo Kevin seduto sul letto che smanetta col suo cellulare.
Ha la fronte corrugata e qualche volta emette uno sbuffo di frustrazione.

"Sto uscendo, non aspettarmi per pranzo"
Dice lui.

"O-ok, quando pensi di tornare?"

"Non sono cose che ti riguardano"
Afferma con tono freddo.

"Tornerai per la festa?"

"Si"
Detto questo sbatte la porta dietro di se.

Sbuffo frustrata.

Non posso fare a meno di domandarmi cosa mi stia nascondendo.
Cammino avanti e indietro e quando prendo finalmente una decisione, infilo velocemente le scarpe e corro fuori dall' hotel.
Guardo a destra e sinistra per vedere dove fosse andato e quando finalmente lo intravedo mi nascondo dietro a un palo della luce.
Sta parlando al telefono mentre aspetta che scatti il verde per passare sulle strisce pedonali.
Lo seguo mischiandomi tra la gente e quando svolta in una stradina buia devo fermarmi.
Non posso credere che lo stia facendo veramente, ma lui mi sta nascondendo qualcosa, lo sento.

Intravedo due figure incappucciate dietro le spalle di Kevin ma non riesco a vedere chi sono.
L'uomo più robusto estrae una mazzetta di soldi dalla tasca e lo porge a Kevin che non esita ad afferrarlo.
Si scambiano qualche parola ma non riesco a capire cosa si stiano dicendo perché le voci sono sovrastate dai clacson delle auto.
Kevin si volta dalla mia parte e io mi nascondo dietro ad un cassonetto.
La paura che mi potessero vedere si impossessa di me.
Kevin svolta l'angolo e va nella direzione opposta a me mentre i due uomini scompaiono dietro l'angolo buio.
Seguo ancora Kevin che dopo qualche metro si volta di scatto verso la mia direzione ma per fortuna faccio in tempo a nascondermi prima che lui mi veda.
Entra in un bar ma da li smetto di seguirlo e torno a casa.
Chi sono quei tipi che gli hanno dato i soldi, ma soprattutto, chi è Kevin?

*****

Sono le 21:30 e di Kevin ancora nessuna traccia.
Ho mangiato da sola e ho provato a mandargli qualche messaggio ma non mi ha mai risposto.
Sono pronta per andare alla festa manca solo qualche ritocco al trucco.
La serratura della porta scatta ed entra un Kevin arrabbiato.

Decido di stare in silenzio per non farlo arrabbiare ancora di più e aspetto che lui si prepari.

******

Siamo alla festa da più di mezz'ora, appena siamo entrati Kevin se n'è andato lasciandomi sola come una patata lessa.
La festa sarebbe stata divertente se solo non fossi stata da sola.
Intravedo Kevin che balla con una mora e non posso fare a meno che essere incazzata con lui.
Come ha potuto lasciarmi da sola? Oh fanculo!

Mi alzo e lascio il bicchiere alcolico ancora mezzo pieno sul tavolo per avvicinarmi a lui.

"Kevin, ti devo parlare!" Urlo per farmi sentire.

Mi segue senza fiatare e anche un po seccato.

"Si può sapere cosa ti prende?!"

"Oh Kimberly adesso non mi posso neanche divertire?!"

"Appena siamo arrivati mi hai lasciata da sola?! Almeno puoi stare un po di tempo anche con me!"

Sbuffa e guarda in tutt'altra direzione.

"Sai cosa ti dico?! Si, vai a divertirti, bevi, ubriacati, scopati qualche puttana, ma dimenticati di me! Abbiamo chiuso!!"

Sto per andarmene ma lui mi blocca il polso.

"Sai cosa?! Hai ragione, tu non mi sei mai piaciuta! Ti ho usata per tutto questo tempo solo per uno scopo! Tu sai chi sono io?! Sono il nipote del tuo ex capo! Ti ricordi?! Quello che ti ha stuprata a tredici anni, quello che ti ha picchiata in quel pub, o quello che ha provato a violentarti quella sera nel parcheggio. Ora ti ricordi?! Eh?!"

Non posso fare a meno di piangere a quelle parole, è come se mi avesse trafitta con una spada.
Per tutti questi mesi mi ha presa in giro e in più è anche il nipote di quell'uomo spregevole!

"Cosa vuoi da me?!"
Dico tra le lacrime mentre continua a stringere la presa sul mio polso.

"Lo scoprirai"
Detto questo se ne va lasciandomi sola.

*****
Prima di ritornare a prendere le mie cose in hotel, permetto a me stessa di crollare. È inevitabile, sono stanca di tenermi tutto dentro, di soffrire in silenzio.

Con le spalle contro la parete, su queste scale scomode di questa villa, un cuore in mille pezzi e un'anima distrutta, cosa posso avere di peggio?

Chiudo gli occhi e mi porto le ginocchia al petto, mentre tutte le parole si rincorrono nella mia mente.

"Io sono il nipote del tuo ex capo, il tuo stupratore!"

Fa male, come se fosse un dolore fisico. Anzi, è anche peggio.
È decisamente peggio, perché questo dolore è graduale, si amplifica, ti riempie tutta, e non se ne va.
Anche quando tu credi che ti stia concedendo una tregua, quel dolore non ti lascia, mai.

Non ho la forza di reagire, ne di fare niente. Sento le gambe molli e la testa girare. Perché deve capitare tutto a me? Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?

"Stai bene?"

Alzo lo sguardo verso la ragazza che ora si è seduta accanto a me.
È bionda e ha delle lunghe ciglia, il suo vestito è corto, ma non troppo.

Annuisco incapace di parlare.

"Vuoi che ti chiami qualcuno? Sei ridotta abbastanza male..."

Sto per parlare ma un'altra voce si unisce.

"Cara, va tutto bene?"

E quando sposto lo sguardo verso il ragazzo che ha pronunciato quelle parole, quasi mi si blocca il respiro.

È lui. È harry.

/SPAZIO AUTRICE/

Ehii, innanzitutto voglio augurarvi un buon Natale e felice anno nuovo!
Ecco un nuovo capitolo!
Votate e commentate.

Fede.

Don't forget where you belong/ Harry styles/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora