E siamo alle solite, come tutti i giorni mi ritrovai inginocchiata sul pavimento per pulire il vomito di qualche ubriaco fradicio che non sapeva contenersi.
Tutti i giorni venivo obbligata dal mio capo a pulire quello schifo di pub, pieno di ubriaconi e drogati..d'altronde era il mio lavoro e non potevo di certo dire di no.
Dovrebbe essere un pub di lusso...si per gli altri, ma non per me.
Non potevo ne mangiare, ne bere, ne fare niente che potesse compromettere il mio posto di lavoro, non ci avrebbero messo molto a rimpiazzarmi se mi fossi licenziata, anche se non sarebbe mai successo.
Praticamente dovevo solo lavare il bancone, servire i clienti e pulire il vomito della gente, che sará mai? L'INFERNO.
C'era gente dappertutto e la musica era alta, troppo alta per i miei gusti, ma ormai ero abituata.
In Italia ero abituata alla pace e al silenzio, ma da quando ero andata a Londra per una vacanza studio, mi era difficile averlo.
Passavo tutta la mattina all'universitá e la sera lavoravo al pub.
Bagnai lo straccio e lavai il pavimento sporco, avevo la nausea, era davvero disgustoso.
Me ne fregai dei commenti che facevano i ragazzi sul mio vestito decisamente troppo scollato,sia chiaro: non sono una puttana ma il mio capo mi obbliga a indossare quelle robe per attirare più clienti.
Praticamente ero come un manichino per lui, più clienti vengono nel locale, più soldi per me nella busta paga, quindi cercavo di vestirmi nel modo più provocante che potevo anche se odiavo farlo, mi sentivo nuda, e in effetti quel vestito non copriva molto.
Ma avevo bisogno di soldi per pagarmi gli studi.
Quando mio padre ci aveva abbandonate, mia madre si era ridotta in depressione e io l'aiutai per i primi anni fino a quando morì d'infarto.
Mio padre non lo vedo ne ho più contatti con lui da quando avevo 13 anni...Non ricordo nemmeno più come sia fatto il suo viso, alto, basso, magro, robusto, ormai non ha più importanza, l'ho rimosso completamente dalla mia vita come lui aveva fatto con me.
Ci ha abbandonate e non si è più fatto vivo.
Io sono kimberly Parker e ho 19 anni.
Sono italiana ma studio a Londra da quasi due anni, la mie giornate sono tutte uguali, mangio, vado a scuola, lavoro e dormo, niente di interessante, anzi ho una vita monotona, da piccola ero molto più solare e allegra, giocavo con tutti e avevo un sacco di amici, da quando mia madre mi ha abbandonato ho perso tutto il mio buon umore e sono diventata impassibile ad ogni minimo complimemento, sia positivo che negativo che mi fanno i ragazzi, nessuno è mai riuscito a strapparmi un sorriso, a volte passo anche giornate intere a rispondere a monosillabi "si" "no".
Tutto questo per colpa di mio padre, di quell'uomo che mi ha rovinato la vita e quella di mia madre.
In Italia la mia vita si era ridotta ad uno schifo, mi rimanevano solo i miei nonni materni ma vivevano a km di distanza da me e li avrei raggiunti nelle feste natalizie.
Dopo aver finito di pulire il pavimento sotto lo sguardo perverso dei clienti, mi rimisi a pulire il bancone.
Persa dai miei pensieri non mi accorsi dell'arrivo di un ragazzo che si era seduto al bancone...mi ripulì le mani sullo straccio e lo raggiunsi per prendere la sua ordinazione, più mi avvicinavo più mi accorgevo che era veramente un bel ragazzo....alto ( almeno all'apparenza perché era seduto) riccio, occhi verdi, carnagione rosea e braccio ricoperto di tatuaggi, t-shirt nera e skinni jeans strappati al ginocchio...
Aveva un viso familiare ma ancora non riuscivo a capire dove lo avessi già visto. Forse era un cliente abituale...
Mi avvicinai a passo spedito fino a diminuire le distanze e cominciai a farfugliare qualcosa, che mi stava succedendo?
Per fortuna non mi sentì perché le parole venivano nascoste dalla musica troppo alta..Non lo conoscevo neanche e giá avevo fatto una figura di merda, perfetto...
"Ehi ti serve qualcosa?"
Ma che razza di domanda era? Era ovvio che gli serviva qualcosa! Se no che ci stava a fare al bar? Che razza di idiota farebbe certe domande? Io ovviamente!
"Un bicchiere di vodka, grazie"
Aveva una voce roca ma allo stesso tempo sensuale..
Feci un cenno col capo e mi allontanai per prendere il bicchiere e la bottiglia della vodka, lo riempì e glielo porsi.
Fece un falso sorriso è ingoiò tutto d'un colpo il contenuto del bicchiere, per poi chiederne un'altro.
Dopo il sesto bicchiere cominciava a barcollare e inciampare su qualsiasi cosa ma ne voleva ancora...Non so cosa mi spingeva in quel ragazzo ma avrei voluto rifiutare la sua richiesta, se sarebbe andato avanti cosi avrebbe passato tutta la notte in bagno a vomitare l'anima ma non potevo dire di no ad un cliente...
Come diceva il capo: "la richiesta di un cliente è sempre un'ordine"
Mi avrebbe sicuramente licenziata se un cliente si fosse lamentato del servizio e non potevo permetterlo..../SPAZIO AUTRICE/
Hello, questa è la mia prima ff, aggiornerò ogni domenica se non prima..
Grazie a tutte in anticipo se passerete a leggere la mia ff, spero vi piaccia, alla prossima♡Kiss♡♡
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Don't forget where you belong/ Harry styles/
FanficLui: Harry Styles. Famoso cantante di una Boy band anglo-irlandese. Ha tutto nella vita. Lei: Kimberly Parker. Con un passato difficile, da quell'orribile giorno niente è più come prima. Due persone completamente diverse destinate ad incontrarsi. ...