CAPITOLO 8

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Harry parcheggia l'auto nel garage e mi viene ad aprire la portiera con un sorriso a trentadue denti e le le borse del cibo cinese in mano.
Entriamo in casa e ci togliamo il giubbotto appoggiandolo su un attaccapanni.
Lo seguo fino all'enorme cucina mentre lo osservo mettere il cibo nei piatti, i muscoli della schiena sono tesi e si flettono ad ogni suo movimento, davvero sexy.....No! Ma cosa pensi Kim!

"Kim?"

Harry mi risveglia dai miei pensieri...su di lui.

"Uhm?"

"Hai sentito quello che ti ho detto?" sorrise.

"Eh? Uhm...no" Arrossì.

"Ti ho chiesto se domani a pranzo ti andava di venire al Mc donald's con me..."

"Ehm....sisi, ti va bene alle 13:00 li davanti?"

"Si perfetto!" Mi fece l'occhiolino.

E posso giurare di aver visto il paradiso in quegli occhi verdi..

*******

Dopo mangiato harry mi ha accompagnata a casa e mi ha baciata sulla guancia, a quel punto sono avvampata e dopo un veloce 'grazie di tutto, ciao' sono entrata in casa e mi sono messa a dormire.

Flashback

Cammino, cammino senza una meta, i piedi cominciano a far male, non posso credere che mio padre, quell'uomo che si è preso cura di me per 7 anni della mia vita se n'è andato senza dire niente, si è costruito una nuova vita dimenticandosi che ne aveva un'altra, con me e mia madre.
Ora ho 13 anni e sono abbastanza grande da capire e comprendere il fatto che mia madre me lo avesse tenuto nascosto per 6 anni solo ed esclusivamente per il mio bene, ma solo ora scopro che se n'era andato, solo ora scopro che non era andato via per lavoro e solo ora scopro che non tornerà indietro come mia madre mi aveva promesso.
Arrivo in un parco leggermente distante da casa mia e mi siedo ai piedi di un'albero a gambe incrociate.
Mia madre urlava, urlava perché non le ho dato il tempo di farla spiegare e sono subito scappata, scappata da lei, anche se solo ora mi rendo conto che lei è l'unica persona al mondo che non mi ha mai abbandonato, e in questo caso è quello che ho fatto io invece di abbracciarla e dirle che sarebbe andato tutto bene e che io non l'avrei abbandonata....ma no, sono fuggita perché avevo paura.
Lacrime calde scendono sulla mia guancia e mi affretto ad asciugarle con la manica della felpa ormai rovinata.
Una figura alta incappucciata mi si avvicina e senza neanche avere il tempo di scappare mi ritrovo intrappolata tra l'albero e l'uomo.
Sbarro gli occhi quando l'uomo si slaccia la cintura e tira giù i pantaloni.
Urlo e mi dimeno con tutte le forze che ho in corpo ma in confronto a lui sono troppo debole.
Tira fuori dalla tasca una bustina di colore blu metallizato e ne estrai un palluncino che si infila nel suo uccello che nel frattempo aveva messo in mostra.
Inorridita urlo, urlo perché è l'unica cosa che in questo momento posso fare, urlare.
L'uomo con un ghigno diabolico sul volto mi zittisce mettendomi la sua lurida mano sulla bocca.
Con un movimento veloce mi tira giù i pantaloni con le mutandine e si infila tra le gambe.
Comincio a vedere sfuocato e ormai con gli occhi pieni di lacrime e senza fiato smetto di dimenarmi ormai traumatizzata.
L'uomo da delle spinte veloci e violente lasciandomi segni violacei su tutto il corpo indolenzito mentre io mi accascio a terra fino a non vedere più niente. Tutto buio.

Fine flashback

Mi alzo di colpo dal letto tutta sudata con i capelli appiccicati e scompigliati sulla faccia.
Un brivido percorre tutto il corpo e mi ritrovo in un mare di lacrime tremolante.
Una luce viene accesa e Talita corre da me e mi abbraccia, senza dire niente l'abbraccio più forte, incapace di fare altro.
Mi accarezza i capelli e mi dondola calmandomi un po', lei sa già tutto e
non c'è bisogno che le racconti l'incubo, è così quasi tutte le notti, sempre lo stesso incubo, ormai per lei è un'abitudine.

Don't forget where you belong/ Harry styles/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora