Capitolo quattordici

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James Edward Harris.
Londra, Inghilterra.

"Sei così... silenziosa, sicura che va tutto bene?"
Annuisce. "Ho... mille pensieri per la testa, ma va tutto bene"
"Se hai mille pensieri per la testa non va tutto bene, Jodie... c'entra tuo fratello, vero?"
Solleva le spalle, versandosi dell'altro vino rosso nel bicchiere.
"Se si trova in qualche casino, dimmelo, perché l'unica persona in grado di tirarlo fuori, da qualunque cosa, sono io"
"No, stavolta l'unica persona è lui" sospira, bevendo poi un lungo sorso del vino appena versato. "È lui perché... diventerà padre. Lara è... incinta"
"Lara cosa? Incinta?"
"Beh, forse"
"È incinta sicuro o incinta forse?"
"Forse, domattina farà un test di gravidanza, ma nel frattempo tu, non raccontare nulla a nessuno"
"E a chi dovrei raccontarlo, Jodie?" rido, rompendo in due un grissino.
"Sean non sa ancora nulla ma non credo che la prenderà bene. Non mi ha mai parlato di volere un figlio, figurati così, di fretta e furia"
"Lara è una calcolatrice, manipolatrice, un'arrivista..."
"Non dire idiozie"
"... conosco George da almeno vent'anni e quando si è liberato di lei ha letteralmente festeggiato quel giorno, ubriacandosi da fare schifo" continuo io.
"George era uno stronzo. Ha usato Lara fin dal primo giorno"
"Questo è quello che lei racconta in giro, ma in verità è stata lei ad usare lui, George arriva da una famiglia benestante, ha tutto quello che desidera esattamente come Sean e fin dal primo giorno ha cercato di incastrarlo, ma non è riuscita, così nel giro di un anno, l'ha lasciato. Evidentemente con tuo fratello è riuscita nel suo intento, invece"
Più che convinta, scuote la testa.
"Vuoi scommettere che avrò ragione io? Lara è pazza e tuo fratello è caduto ai suoi piedi, mettendola addirittura incinta"
"Ora per... favore, chiudiamo il discorso Lara - bebè - Sean e parliamo di altro, come per esempio di quella compagnia che frequenti"
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