Capitolo 42

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(Come promesso ecco a voi una foto di com'è Richard... A parte i tatuaggi, diciamo che lui è così)

Più i giorni passano e più sento la mancanza di James fin dentro le vene.
Dal mio rientro a Londra, non ho più avuto sue notizie, ne una chiamata, ne un messaggio, niente di niente... So con certezza che un paio di giorni dopo la mia partenza, anche lui ha deciso di lasciarsi Chicago alle spalle e salire sul primo volo diretto qui nel Regno Unito, ma anziché tornare a casa, ha preso una stanza in un hotel sulla spiaggia di Brighton.

"Solito? Analcolico alla frutta?"
"No Travis, voglio qualcosa di forte... Qualcosa che per un attimo dimentico anche in che locale sono"
Piega la testa d'un lato mentre versa in un paio di bicchieri del succo di frutta. "Non credi che sia un tantino esagerato?"
"No, non è mai esagerato quando si tratta di cuori infranti e delusioni d'amore"
"Se ti riferisci a James, sappi che è passato di qui ieri pomeriggio sul tardi e aveva tutto tranne che un bel aspetto"
Sollevo di poco le spalle mentre allungo la mano verso la ciotola di patatine al bacon. "Credo che non siano più cose che mi riguardino"
"Avanti Jodie, abbassa l'orgoglio e ammetti per prima cosa a te stessa che la tua vita senza di lui è praticamente sullo stesso livello del niente"
"Stai chiedendo una cosa impossibile dato che stai parlando con la ragazza più orgogliosa e testarda che esista sulla faccia della della terra"
Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva sentendo quell'inconfondibile voce alle mie spalle.
"Ciao Jodie, è tanto che non ci si vede... Ho saputo di te e James, mi dispiace"
"Vedo che nonostante abitiamo in una delle città più grandi d'Europa, le voci corrono in fretta"
"Temo che tu ora hai bisogno di quel cocktail"
"Fallo forte, estremamente forte, mi raccomando Travis, mi fido di te"
"James è tornato in città qualche giorno fa"
Chiudo la mano in un pugno stretto sopra il bancone del pub. "Lo so Richard e non c'è bisogno che tu me lo ricordi" incorcio velocemente il suo sguardo.
"Scusami... Non volevo riaprire ferite appena richiuse"
"Per caso vi siete messi d'accordo tutti voi per rendere le mie giornate infernali?"
Corruga la fronte bevendo un sorso di birra dal bicchiere. "Non so di cosa tu stia parlando"
"Lascia perdere, con te è sempre stato inutile parlare" mi alzo dallo sgabello lisciando il tessuto dei jeans con le mani. "Trevis, ci vediamo nel week-end"
"Il cockt... Ok ho capito, vuoi chiamare Sean?"
Scuoto la testa chiudendo per un attimo gli occhi. "Preferisco andare a piedi anziché chiamare mio fratello"
"D'accordo, ma sta attenta"
Accenno un sorriso mentre velocemente esco dal locale.
"Forse è il caso che ti fai accompagnare a casa, non è prudendo girovagare per le strade della città a quest'ora"
Alzo le braccia al cielo per poi farle ricadere rumorosamente sui fianchi. "Cosa vuoi? Cosa vuoi ancora dalla mia vita Richard? Non pensi di averla rovinata già abbastanza in passato?"
"Mi odio per ciò che ho fatto, ok? Sono stato il più idiota del mondo quel giorno, ma non per questo mi devi trattare come il niente"
"E allora come dovrei trattarti? Come dovrei trattare il ragazzo con cui ho perso la verginità e subito dopo è letteralmente scappato dal mio letto?"
Si avvicina fin troppo pericolosamente a me bloccandomi con le spalle al muro. "Mi dispiace, va bene? In quale alto modo devo dirtelo? In quale altro modo devo dirti che mi sono sentito una merda subito dopo?" quasi sussurra mentre lentamente avvicina il viso al mio. "Ho visto come James ti guarda e ho visto come tu guardi lui... E non è lo stesso sguardo con cui mi guardavi..." sospira quasi deluso. "Forse avevi ragione tu quando dicevi che noi veniamo da due mondi completamente diversi e forse, avevi ragione anche sul fatto che dopo di me avresti trovato solamente il meglio... Sparirò dalla tua vita, promesso, ma sparirò non appena avrò fatto questo"

Le sue labbra in una manciata di secondi si ritrovano appoggiate alle mie, esattamente come mesi fa.
Non è cambiato, Richard non è affatto cambiato dall'ultima volta, è sempre lo stesso, con i suoi modi di fare bruschi, possessivi e autoritari.
Non nego il fatto che prima di quel pomeriggio a casa mia, pensavo che lui fosse il ragazzo perfetto, quello che tutte sognano per tanto tempo, quello che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vedermi felice, ma invece mi sbagliavo, lui non è niente di tutto ciò, lui è solamente l'egocentrico e l'insensibile Richard Thomas Smith. Tutto qui.

"Ti accompagno a casa"
"No, sparisci dalla mia vita e non farti più vedere"
"Pochi secondi fa, non la pensavi così" sfiora di nuovo le sue labbra contro le mie. "Io credo che un giorno, tu cadrai di nuovo ai miei piedi"
"Jodie"
Spingo via Richard da me e dietro di lui, con una busta in mano e lo sguardo perso misto a perplessità, c'è Sean.
"J-jodie, cosa sta succedendo?"
"Sean"
"Andiamo a casa e tu Richard, d'ora in avanti sta alla larga da mia sorella, intesi?"

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