Can't help falling in love

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Pov Lauren

Durante la cena dimenticai del tutto quella strana sensazione di poco prima. Camila sembrava davvero aver ascoltato il mio consiglio e ora appariva diversa. Era come se un peso enorme dalla schiena le fosse stato tolto. Aveva perso il macigno che le appesantiva il volto che la faceva sembrare più grande di quello che non fosse. Il suo viso pulito, senza maschere di trucco o di personalità, era così diverso, così bello. Mi persi per qualche secondo nel suo sorriso di un tempo, ritrovato. Spensierato. Distolsi lo sguardo quando mi accorsi che ero stata troppo tempo a guardarla.

Camila era troppe cose messe insieme. Lei poteva esplodere da un momento all'altro, eppure aveva una forza dentro che nessun'altro aveva, una calma innata. Era forte e debole. Era piccola e grande. Faceva girare la testa a volte pensare a quante cose lei fosse. Oggi era stata un'altra Camila, la mia vecchia Camz. Quella che avevo incontrato la prima volta ai provini. Era tornata così se stessa che il pensiero di dover tornare al lavoro tra qualche giorno mi dava la nausea. Sarebbe sparita, di nuovo. Sarebbe tornata la sua solita apatia. La solita routine vuota e spenta che ci accompagnava da mesi. Spostai il piatto sentendo il mio stomaco rimpicciolirsi.

Non potevo perderla ancora. Queste poche ore con lei mi avevano fatto capire quanto davvero desiderassi tornare alla mia vecchia vita, con Camila. Volevo solo fottermene degli altri, ed essere sempre me stessa con lei. Senza più ansie, regole, stress e crisi di panico. Ero stanca delle lacrime. Ero stanca di nascondere il mio affetto. Era la mia migliore amica, cazzo. Volevo solo che non fosse un segreto. Non era così assurdo come pensiero.

In un attimo mi apparve davanti agli occhi un'immagine di lei, uscita dalle sicure mura di casa mia e ributtata nel mondo vero. E ancora sguardi preoccupati. Facce tristi. Stupide prove insensate di stupidi fan. Pianti, tutti quei pianti, di notte, dalla sua cuccetta. Credeva che non la sentissi. Credeva che dormissero tutte.

I suoi singhiozzi strozzati, per non fare rumore. La tenda chiusa nascondeva i suoi occhi sicuramente gonfi e rossi. Respinsi velocemente un nodo alla gola mentre pensavo a Camila in lacrime, sola, nella sua cuccetta.

Non sapevo nemmeno perché, ma scattai in piedi, non sopportando un minuto di più quei pensieri. Trovai l'intera famiglia compresa Camila a guardarmi con occhi perplessi. Rimasi per qualche secondo con la bocca aperta senza sapere cosa dire.

- Ahm.. non ho molta fame.. andiamo in camera Camz -

Dissi rivolgendomi verso di lei con lo sguardo implorante. Sorrise leggermente non capendo il mio improvviso cambio di umore e il mio comportamento strano.

- Stai bene Lolo? -

Quel soprannome, era così carino, sorridevo sempre quando lo sentivo. Ma in quel momento non sorrisi. Non mi chiamava mai così quando c'erano persone in giro. Non mi avrebbe chiamata più così tra ventiquattro ore. Strinsi i denti respingendo l'ennesimo pensiero negativo.

- Si .. io.. -

Mi passai una mano tra i capelli. Stavo dando di matto. Dio, che stupida.

- Solo.. andiamo in camera ok? -

Dissi arrendendomi alle costanti immagini che mi si presentavano davanti agli occhi. La mente vagava. I manager arrabbiati. Le lacrime di Camila, quella sera. I suoi singhiozzi dietro la tendina. Il suo sguardo quando indossavo quella giacca. Il suo sguardo quando mi abbracciava spensierata ad X factor. Stessi occhi, ma diversi.

Si alzò e si scusò con la famiglia prima di prendermi per mano e portarmi su per le scale, fino in camera.

Flash. Ancora flash. I nostri balli sul palco. I commenti delle persone. I sorrisi imbarazzati. Le risate di mio fratello. Le sue lacrime, ancora, e ancora, tornavano.

Camren stole my CamzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora