PRESENTE ( dopo il capitolo "Camren stole my Lauren")
Pov Camila
Entrai nell'appartamento chiudendo piano la porta, chiudendo fuori quella porta tutta l'amarezza che quelle poche ore mi avevano sbattuto in faccia, come uno schiaffo da chi non ti aspetti, uno di quelli che bruciano come fuoco sulla pelle. Ero uscita stamattina amando follemente questa donna, e ritornavo a casa guardandola con occhi del tutto diversi. Guardandola come se nemmeno la riconoscessi. Se solo mi avesse spiegato, se avessi potuto sapere il motivo di tutte quelle frasi. Senza nemmeno un tremolio nella voce, aveva detto di non amarmi più.. ma come aveva potuto, dopo che le avevo offerto tutta me stessa. Tutta.
Dopo tutte le notti insieme, dopo tutti i nostri sogni disperati di una vita diversa, dopo la lotta quotidiana per vivere un amore a cui non potevamo rinunciare, anche provandoci, un amore a cui non eravamo riuscite a rinunciare in nessun modo. Aveva detto solo " io mi dissocio". Mi dissocio.. come se non fossi altro che una povera illusa. Un estranea. Feci solo pochi passi nell'appartamento prima di scoprirmi troppo debole perfino per camminare. Dovevo parlarle. Con la mia Lauren, avevo bisogno di rivederla, anche solo per un secondo. I suoi occhi verdi non mi avrebbero mentito.
- Lauren.. dobbiamo parl.. –
- Non ora Camila –
Si aggirava in maniera frenetica nei pochi metri quadri del salotto, cercando qualcosa in mezzo a tutta quella confusione. Le mani passavano di continuo tra i suoi capelli, tanto da far sembrare quel gesto ridicolo e ossessivo. Vedevo in ogni suo movimento l'ansia crescere a dismisura. Vedevo in quei tremolii, in quegli occhi spenti e rossi dal pianto, una Lauren del tutto terrorizzata. I suoi occhi sfuggivano ai miei imitando i suoi movimenti frenetici. Sembrava lo facesse apposta. Sembrava non voler fermare quella giornata che girava troppo veloce. Aveva paura di fermarsi e di scoprirsi fragile come lo ero io ora. Aveva paura di me, riuscivo a capirlo da ogni suo singolo movimento
- Lauren, che stai.. che stai cercando? –
- Non ora Camila –
Ripetè un po' più forte di prima. Ogni sua parola mi feriva in maniera indescrivibile. Il suo tono di voce nei miei confronti era il pugnale più duro. Non mi aveva mai parlata così. Mai. Tutta la dolcezza che ricordavo sembrava serrata in una parte minuscola del suo cuore. Potevo vedere in quell'atteggiamento una vecchia me, più spaventata, mentre cercava di respingere l'unica persona che poteva davvero salvarla. Ma questa volta non potevo accettarlo. C'erano troppe cose in ballo. Non eravamo più due sedicenni, noi ci eravamo giurate amore eterno, e non aveva alcun diritto di trattarmi così.- Non ora? Lauren, tu dovresti pregarmi di darmi qualche spiegazione! –
Si fermò un attimo dalla sua ricerca ossessiva dietro qualsiasi angolo della casa e mi guardò negli occhi per la prima volta dopo tanto tempo. Ebbe un attimo di esitazione, i suoi occhi si ammorbidirono per un momento. Beccata. Lo sapevo che gli occhi l'avrebbero tradita. Il terrore era evidente. Scappava come una bambina da un incubo, sperando di svegliarsi. Fu un attimo, poi ritornò a sembrare completamente un'altra.
- Cosa non capisci delle parole " non ora"? –
Disse in maniera un po' troppo dura anche per una persona terrorizzata come lei. Non avevo mai sentito quella voce pronunciare parole di odio nei miei confronti. Immaginai che ci dovesse essere una prima volta per tutto. Un'altra pugnalata, non sapevo per quanto ancora avrei retto.
Stavo per rispondere ma il suo sguardo venne catturato dall'oggetto che probabilmente stava cercando con tanta insistenza. Mi superò velocemente e andò fino al mobile davanti alla porta d'ingresso.