Pov Lauren
Aprii gli occhi, sconvolta. Li sentii umidi e mi accorsi finalmente delle lacrime che mi solcavano il viso. Non mi ero nemmeno resa conto di stare piangendo. Sentii un dolore al fondo schiena mentre il mio cervello si rendeva conto di dove mi trovavo. Ero stata strappata via al mio dolce sogno cullato da quella melodia. Le braccia erano il mio unico sostegno, mentre rimanevo a terra, dolorante. Avevo perso l'equilibro. Camila mi aveva spinto con violenza per terra. Mi guardava con un espressione indecifrabile. Persa nel vuoto, come i suoi pensieri.
Non potevo credere a quello che avevo fatto. No. Non lo avevo fatto.
No, era stato un sogno, un incubo cattivo dovuto alla suggestione. Pregai perché fosse stato quello.
Non potevo avere sul serio baciato Camila.
Scossi la testa senza voler pensare a quell'inevitabile verità. Il mio cervello era intasato. Il mio cuore batteva come fosse un martello, faceva male, bucava la gabbia toracica, arrivava alla gola.
Lei scuoteva la testa mentre riponeva la chitarra sul letto, sconvolta. Non trovavo la forza di alzarmi. Ero paralizzata.
L'avevo baciata. Come avevo potuto. Perché lo avevo fatto? Camila era.. un'amica. Cosa cazzo avevo fatto. All'improvviso la realtà mi cascò addosso con tutto il peso delle responsabilità che si portava dietro. L'atmosfera onirica era andata via con quel bacio, con quella melodia.
La sua voce, era così dolce. La sua voce era spezzata da un pianto segreto mentre cantava quelle parole. Sembrava così vera, così sofferta. Il mio era stato solo un impulso dettato dal corpo. Ero stata spinta a consolare quell'angelo che suonava sul mio letto. Non sapevo in che modo ma volevo che finisse di soffrire. Nelle sue palpebre chiuse e tremanti percepivo i suoi sogni suonare attraverso le corde di quella chitarra. Le mie labbra si erano poggiate sulle sue con il gesto più spontaneo che potessi immaginare. Era semplicemente giusto. Volevo solo provare ad unirmi a quella magia che stava creando.
Non pensavo alle conseguenze, sapevo solo che quello era il suo modo per starmi vicino, per farmi capire che lei c'era e c'era sempre stata.
Il mio era stato solo istinto. Mi ero sentita spinta verso le sue labbra. Quelle labbra che ora continuavano a rimanere aperte per lo stupore, le sue guance rosse, i suoi occhi fermi, illeggibili.Mi aveva buttata a terra.
Che avevo fatto. Con tutto quel casino delle fan, ora mi ci mettevo pure io! E ora che avrebbe fatto, cosa avrebbe detto. Sicuramente era rimasta sconvolta da quel gesto.
Dovevo spiegarle che era tutto un malinteso, io non provavo niente per lei! Niente di romantico.
Ma cosa le avrei dovuto dire?
"Scusa ti ho baciato perché avevi creato un'atmosfera magica con la tua voce in cui mi perdo sempre, e sentivo l'impulso irrazionale e sovrumano di baciarti?" Non avrebbe capito.
Si riprese scuotendo la testa ancora una volta. I suoi occhi passarono da illeggibili a chiaramente furiosi.
- Che cazzo fai! –
Disse alla fine. In un altro momento avrei riso per la reazioni ritardata di Camila, ma quella situazione allòra mi sembrava tutto tranne che ironica. Era rossa in viso e ancora leggermente tremante. Si alzò in piedi non riuscendo a stare ferma, e si passò varie volte le mani tra i capelli con un gesto nervoso.
Mi alzai a fatica e provai a spiegarle come stavano le cose, anche se sapevo che non mi avrebbe creduto.
- Camz scusa io.. cioè non è come pensi, non volevo ti giuro, tu sei solo un'amica .. –