Camren stole my Lauren

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N.B. nel capitolo vengono citati alcuni capitoli molto vecchi. In particola il secondo "Flashback" e il sesto " Magic Moon". Inoltre nella storia Big Rob è il manager "capo" delle Fifth Harmony, questo errore è dovuto al fatto che quando inizia a scrivere la storia non sapevo ancora tutto del gruppo, quindi ho dovuto continuarla così. Scusate per eventuali errori e buona lettura. ( ringrazio sempre chi continua a seguire, votare e commentare, dai che ce la faremo a finire ste pippe mentali infinite di Lauren e Camila <3)


POV CAMILA

Il sangue nelle vene mi si era fermato. Sentivo il mio cuore battere direttamente in gola e le mani tremare senza alcuna ragione, come impazzite. Quello non determinava niente, giusto? Infondo ci aveva solo viste uscire da una stanza insieme, giusto? Cosa poteva mai succedere, giusto?

Ingenua. Cretina. Bambina. Ma certo che determinana qualcosa. Quello era il momento più importante delle nostre vite. Quello era il nostro punto di non ritorno. Quello era il momento in cui eravamo davvero arrivate faccia a faccia con la realtà. Deglutii a fatica leggendo negli occhi di Big Rob la stessa consapevolezza che ora si era fatta strada nella mia mente. Non potevamo andarcene da quel mondo per colpa di quel fottuto contratto, non potevamo restare alle nostre condizioni. Avrebbe deciso lui. Avrebbe deciso lui cosa ne sarebbe stato di noi. Era così, quello che luccicava nelle vetrine dei negozi e delle edicole, era il mio inferno. Era quello che aveva sempre soppresso me stessa, quello che aveva portato via Camz, la vera me. Quel mondo aveva il potere di manipolarti, di rubarti ciò che sei, per diventare quello che devi essere.

Cercai di non esternare la guerra che piano piano si stava consumando dentro di me, rivolsi uno sguardo di sbieco a Lauren per trovare almeno dai suoi occhi verdi la forza di sorridere, ancora una volta, mentre dentro stavo morendo. La vidi seduta con lo sguardo perso nel vuoto, la sua pelle era bianca più del solito, quasi arrivando ad un colore irreale. Sentivo che poteva svenire da un momento all'altro, proprio come pochi minuti fa, in corridoio.

Sentivo che stavolta Big Rob aveva perso davvero la pazienza di capirci, di ascoltarci. Sentivo che oggi era il giorno in cui sarebbe stata emessa la sentenza, non in cui si sarebbe discusso il dibattito. Avevamo perso la nostra occasione di parlare tempo fa, e il modo in cui ci aveva scoperte e le circostanze in cui avevamo agito oggi non ci davano sufficienti elementi per ribellarci. Eravamo lì solo per essere condannate. Non c'era speranza. Stavolta nemmeno una.

E lo sapevo perché esattamente un anno fa, la stessa persona che ci stava guardando ora con uno sguardo truce, rideva dicendoci con molta calma che stare lontane davanti alle telecamere non sarebbe stato un grande problema. E lo diceva con quel tono diabolico di chi sa che ti sta facendo del male, ma sa che alcune cose in quel mondo là non si dicono, si nascondono dietro un bel sorriso. Si sopprimono. E io quel giorno piansi tutte le mie lacrime e chiusi la bocca, perché sapevo che ero sola, che non combattevo per nulla.

Mi ritrovavo ora a voler combattere per l'amore della mia vita, un'anno dopo, contro tutte le aspettative che avrei potuto avere su di te. Con il coraggio di chi ama. Ma con le mani legate, senza più un gruppo di persone sorridenti davanti a me, ma solo Lauren che avrebbe voluto scappare da un momento all'altro e Big Rob che avrebbe solo voluto ucciderci.

Eppure pensandoci, quel giorno, di un anno fa, non ero sola. Io piangevo, non avendo la forza di ribellarmi, ma ricordo con chiarezza quanto ardore Lauren cercava di far retrocedere il giudizio dei notri manager su quella pazzia. " Siamo solo amiche" urlava, " sono solo stronzate, non rinuncerò alla nostra amicizia per degli stupidi video".

Ricordo le sue guance rosse, ricordo le sue urla, e la sua impotenza contro l'incomprensibile falsità di quelle persone, che ridevano mentre dicevano a due ragazze di soli 17 anni che anche una cosa ingenua come l'amicizia là era vietata. Perché là, in quel luogo spacciato per il sogno americano, là contavano solo i soldi.

Camren stole my CamzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora