Pov Camila
- Ahm va bene ti aspetto fuori, non metterci troppo –
Mi sussurrò Shawn baciandomi la guancia. Il mio sguardo non si posò su di lui nemmeno un secondo rimanendo incollato a quello di Lauren che continuava a voler capire le mie parole senza successo. La vidi riflettere sul perché dopo tutte quelle volte in cui l'avevo respinta, ora volevo parlarle ad ogni costo.
Alzò un sopracciglio abbozzando un sorriso nel momento in cui Shawn sbatté la porta dietro di lui.
- Sei ubriaca Mila? –
Una rabbia mi montò dentro mentre il sangue mi cominciò a ribollire nelle vene. La mia testa mi aveva abbandonato completamente. Ero in balia dell'impulsività che solo due bottiglie di vino possono dare.
Non potevo sopportarlo. Faceva davvero male.
- La smetti di chiamarmi così, non mi chiamo così. Tu non devi chiamarmi così va bene? Io sono Camz ok. Camz. Non importa cosa dico sempre. Tu chiamami Camz. Io muoio se ti sento chiamarmi in altri modi.Merda Lauren sono la tua Camz, non puoi chiamarmi Mila –
Le diedi piccoli colpetti con i pugni sul braccio, mentre mi accorsi di come fossero sembrate ridicole quelle parole, ma solo dopo averle pronunciate.
- Tu sei molto ubriaca –
Disse ridendo leggermente. Si vedeva che non era in vena di scherzare ma forse la mia faccia era irresistibile in quel momento, perché la vidi ridere in maniera molto spontanea.
- E da cosa lo capiresti sentiamo? –
Dissi incrociando le braccia la petto. La mia voce sempre più strascicata.
- Dalle tue pupille, dalla tua voce, dal modo in cui ti avvinghiavi a Shawn –
Si rabbuiò leggermente quando pronunciò il suo nome.
- Da come parli, da cosa dici. Da tutto Camz –
Mi cinse le spalle con le sue braccia donandomi stabilità, la mia testa smise di girare per qualche secondo e sorrisi immediatamente senza nemmeno volerlo. Mi dovevo dare un contegno o sarebbe andato tutto all'aria.
- Bhè e tu mi sembri gelosa! –
Dissi guardandola negli occhi. Me ne pentii un secondo dopo e maledissi quell'ennesimo bicchiere di vino che avevo preso. Non avevo veramente potuto dire quelle cose! Ero un'idiota.
Abbassò lo sguardo arrossendo immediatamente. Sorrise un po' e mi costrinse a sciogliere le braccia incrociate solo guardandomi. Le cinsi anche io la vita oramai consapevole che non potevo controllare il mio corpo e le mie parole. Dovevo solo sperare di non combinare troppi casini.
- Ah si? E cosa te lo fa pensare?-
- Bhè la tua espressione quando siamo entrati, la tua espressione quando nomino Shawn. Il modo in cui lo tratti. Il modo in cui guardi Austin e Shawn quando sono vicini a me –
- ok ok basta Sherlock Holmes –
Contrariamente a quello che pensavo rise mettendo la sua mano sulla mia, che portava il conto delle insinuazioni che stavo facendo. Il contatto con la sua mano calda mi fece venire un brivido. In un secondo smettemmo di sorride entrambe, guardandoci semplicemente negli occhi.
La sua mano mi fece ricordare per quale motivo ero lì.
- Lolo, devo far entrare Shawn, noi dobbiamo.. dobbiamo.. deve entrare. E' da una vita che aspetta.. dobbiamo farlo. Devo farlo. Non capisci? Io devo. E' l'unico modo Lolo. L'unico modo per zittire tutti. Per zittire me. Il mio cuore parla troppo–