Pov Lauren
Entrammo nel grande edificio, lasciando che l'autista portasse le nostre valigie nel bus, dove saremmo tornate ad alloggiare per la ripresa del tour.
Appena entrai vidi le altre ragazze sfogliare giornali svogliatamente sui divanetti di pelle marrone dell'ingresso. Dinah alzò lo sguardo per prima rivolgendo un grosso sorriso ad entrambe.
- Ei ragazze. Ce l'avete fatta finalmente –
Il cattivo umore di Camila scomparve subito appena incontrò gli occhi della ragazza. Era strano vederla sorridere. Era il suo sorriso ad essere strano. Gli angoli della sua bocca si piegavano in un'espressione felice e i suoi occhi rimanevano vuoti come quando mi aveva rivolto quelle parole in macchina.
Dinah l'abbracciò fortissimo prima di rivolgere il suo sguardo disattento finalmente su di me. Il suo sorriso divenne una smorfia. Mi scrutò incredula
- Lauren, stai bene? Hai dormito poco stanotte? –
Mi passai una mano tra i capelli infastidita dal fatto che il mio evidente dolore si notasse così tanto. A quell'espressione le ragazze alzarono lo sguardo osservandomi nello stesso modo in cui Dinah stava continuando a fare. Camila manteneva imperterrita la sua solita espressione.
Lo sapevo! Lo avevo detto io, uscita dalle mura di casa mia, Camz era ritornata la solita apatica Camila Cabello. A dirla tutta, era apatica solo nei miei confronti.
Come potevo biasimarla. L'avevo baciata. Aveva tutto il diritto di trattarmi così. Ora anche solo posare il mio sguardo nei suoi occhi mi faceva sentire in imbarazzo, come se potesse rimproverarmi di malizia ad ogni mio minimo movimento.
Mi girai di scatto dagli occhi delle quattro ragazze, trovando poco distante uno specchio dove mi diressi.
Un paio di occhi verdi mi fissavano riflessi attraverso il vetro trasparente di quello specchio. Quegli occhi, mi continuavano a fissare. Accusatori, rossi, senza più un briciolo di forza. Vidi la fronte lucida per il caldo, e il pallore evidente che attraversava tutto il mio volto. Ero praticamente bianca in viso, senza nessun tipo di trucco se non un filo di eyeliner messo male, senza attenzione, sbavato. Le labbra screpolate e secche mi facevano ricordare ciò che volevo dimenticare ad ogni costo, così lo sguardo cadde di nuovo in se stesso, notando sotto i miei stessi occhi due macchie livide e due borse spesse, segni che effettivamente non avevo chiuso occhio da quel bacio maledetto. Le ciglia umide, gli occhi rossi, mostravano il mio recente pianto. Più mi guardavo allo specchio più mi vedevo distrutta.
E poi all'improvviso, mentre continuavo a guardarmi in maniera ossessiva, non mi riconobbi più. I miei occhi non mi sembrarono più i miei. E le mie guance, le mie labbra, la mia fronte, quei capelli nero pece, niente era più mio. Niente mi apparteneva. Mi scostai spaventata dalla sconosciuta che mi fissava dallo specchio, solo per vederla fare gli stessi miei movimenti.
Non mi riconoscevo più. Io chi ero? Io cosa volevo? Se non sapevo più nemmeno riconoscere i miei occhi, come potevo capire cosa stavo provando... forse era per quello che non ci riuscivo.
Mi girai di scatto spaventata da quella strana sensazione, le altre ragazze mi guardavano visibilmente preoccupate.
Normani cercò di scherzare non capendo ancora la gravità della situazione.
- Wow, Camila, che le hai fatto? Una notte con te e Lo sembra un fantasma –
Ally e Dinah risero mentre Camila accennò solo un sorriso. Io mi limitai a stringere la mascella.
- Ragazze a noi potete dirlo che siete state "impegnate in altro" stanotte –
Ridacchiò Dinah guardando complice Mani e Ally. Camila stava aprendo la bocca per rispondere ma oramai il mio sangue stava già ribollendo nelle vene. Da pallida mi fece di un rosso scuro in volto.