Pov Camila
Mi stesi al suo fianco, aiutandola a mettersi sotto le coperte. L'appartamento scuro lasciava intravedere segni di trascuratezza da parte di Lauren. La cucina era un disastro e c'erano una montagna di cose da lavare, per non parlare del cesto dei panni sporchi. L'insopportabile odore di marijuana nella stanza mi stava facendo uscire di testa, così decisi di aprire la finestra nonostante il freddo. Lauren rinvenì con un mugolio, stringendosi su se stessa per il vento appena entrato dalla finestra.
- Scusa Lo, apro due minuti e poi chiudo –
- Ho freddo –
Disse lei come fosse una bambina, sembrava davvero stare meglio però. Decisi di lasciare la finestra aperta giusto il tempo per fare un giro veloce della casa.
Era un monolocale modesto, sicuramente Lauren poteva permettersi di meglio con il lavoro che faceva, ma aveva scelto proprio quello, e non riuscivo a capirne il motivo. Forse voleva intimità, forse voleva stare vicino al locale di Jerard. Era abbastanza squallido se pensavo che lì ci viveva la grande Lauren Jauregui. Il bagno piccolo e angusto era anch'esso sommerso di roba e mi appuntai mentalmente di aiutare Lauren a ripulire il giorno dopo. Presi un bicchiere d'acqua con un aspirina e lo porsi a Lauren, ancora rannicchiata sul cuscino. Chiusi la finestra e mi andai a stendere sotto le leggere coperte di cotone con lei, mentre sorseggiava l'acqua riprendendo un po' di colore.
Mi appoggiai con la schiena allo schienale morbido del letto e incrociai le braccia la petto, aspettando qualcosa senza sapere cosa. C'era una leggera tensione nell'aria. Troppi pensieri e parole non dette ci viaggiavano dentro.
- Stai meglio? –
Le chiesi voltandomi verso di lei. La sua testa osservava il soffitto, era stesa sul cuscino e aveva appoggiato il bicchiere sul comodino.
-Bhe si.. per quanto possa stare meglio –
Sbottai all'improvviso.
- Hai esagerato stasera Lauren, poteva andare a finire male! –
La rabbia mi fece urlare involontariamente. Lei sobbalzò dall'altro lato del letto e fece un sorrisetto maligno che colsi anche al buio.
- A cosa devo l'onore? –
Capii che mi stava prendendo in giro e risposi contrariata.
- Per cosa? –
- Per il grande ritorno della mia Camila –
Rimasi spiazzata dal suo tono ironico che nascondeva una vena troppo seria di dolore. Non dissi nulla. La fronte si piegò in un espressione che faceva trasparire tutta la mia pena per quella povera ragazza. Forse un po', le ero mancata. Forse molto più di un po'.
- Si sai, quella che mi voleva bene, che si preoccupava di me. Quella che è completamente sparita nel nulla dopo avermi cantato una certa canzone. Te la ricordi? Can't help falling in love. A cosa devo l'onore? Cosa l'ha fatta tornare? –
Continuò lei in tono ironico eppure leggermente aggressivo. Un ghigno sulle sue labbra non voleva andarsene mentre continuava il suo monologo e io continuavo a rimanere zitta senza sapere cosa dire. Perché continuava a voler insistere con quella falsa ironia? Faceva paura questa Lauren, era troppo diversa da come la ricordavo.
- Vediamo un po'. Saranno stati i litri di alcool che ho bevuto in questi mesi? O no aspetta forse lo so. Le sigarette? Oramai fumo un pacchetto al giorno. Ah no. Ho capito cos'è. E' così ovvio. E' stata la droga che ti ha fatto tornare. Come ho potuto essere così ingenua. La droga, era quella la soluzione a tutto –