Capitolo 5

602 44 10
                                    


Pov's Domenico

Giro la testa, e vedo mio padre. È lui! Cioè non so cosa mi aspettassi ma avevo iniziato a pensare che il mio padre sulla terra non fosse il mio vero padre. Invece è lui. Ha come al solito i capelli lunghi e ricci e la barba come sempre ben in ordine. Si siede vicino a un tipo con una lunga barba bianca e con una specie di occhio meccanico: Odino. L'uomo affianco a Odino ha i capelli lunghi e biondi: Thor. Guardo la tavola. Riconosco tutti gli dei.
Dopo pranzo Odino ci invita ad accomodarci nella sala dei tesori. È una stanza sotterranea situata centinaia di metri sotto il suolo e ci si arriva solo attraverso un labirinto di scale. È una grande sala formata da colonne stile moderno e ad ogni colonna c'è una sedia; tra le colonne ci sono oggetti, armi e tante cose che Odino "ha ritenuto giusto" sotrarre ai proprietari. Lui si siede su una sedia in fondo alla stanza, come a capotavola, davanti a un oggetto che cattura immediatamente la mia attenzione: uno scrigno colore del ghiaccio. Io, Suami e Alain siamo in piedi, vicino all'entrata, e tutti gli dei sono qui che ci fissano. Mio padre mi guarda con un sorriso.

Di chi sono figli Suami e Alain?

-Allora, una cosa per volta- inizia Odino -dei, presentatevi ai vostri figli-
Mio padre si alza.
-Ciao Domenico. Il mio nome è Loki. Dio della magia, dell'inganno e della furbizia- mi mette una mano sulla spalla e mi rivolge un sorriso.

Sono figlio del dio dell'inganno? Ma cosa..? Aspetta vuol dire che mio nonno è...

Non faccio in tempo a finire il pensiero che vengo distratto da due dei che si alzano.
-Io sono Týr- dice il primo a Suami- Dio della guerra. È piacere vederti figliola-
-Io sono Vioarr, dio della vendetta- dice l'altro a Alain. Gli scompiglia i capelli e gli rivolge un gran sorriso -sei identico a tua madre-
Si riaccomodano.

Wow... come riunione di famiglia è stata piuttosto breve.

-Ora parliamo seriamente- interviene Odino -immagino che vi starete domandando perché siete qui-
Annuiamo con la testa.
-Per spiegarvelo dovete prima conoscere la storia. Thor racconta-
-Dunque- inizia Thor -Ascard è un regno antichissimo, ma non è sempre stato così. Prima della sua fondazione c'erano due schieramenti che, anche se intesi in modo diverso ancora ci sono oggi: gli Aesir (noi), e i Vaenir, creature metà umane e metà animali, quidate dal re dei giganti di ghiaccio: Laufey. Ci fu una guerra. Loki rubò ai giganti tre armi leggendarie: il mio martello, il suo scettro magico e il bastone di Odino-
-Con quelle armi sconfiggemmo i giganti e gli sequestrammo la fonte primaria del loro potere: lo scrigno del ghiaccio. Poi creammo il Bifrost, forse lo conoscete come il ponte dell'arcobaleno, capace di portare nei mondi paralleli ad Ascard- continuò Loki.
-Uno di questi modi è la terra dove si sono creati altri come noi, quelle che voi chiamate divinità e che venivano venerate da un'antica popolazione chiamata greca. I rapporti con quest'ultimi sono sempre stati buoni ma sono già tre volte che mandano qui i loro figli per cercare di rubare le nostre armi e gli oggetti contenuti in questa sala- continua Odino.
-Ci sarà una guerra in pratica è il vostro aiuto sarà prezioso- conclude spicciativo Týr.
-È perché avreste bisogno di noi? Siete dei!- domanda Alain.
-Perché la vostra parte umana vi rende più forti di un dio- sono parole di mio padre. Ci scambiamo uno sguardo.
-Comunque voi pensateci. Potete andare- conclude Odino.
Riorganizzo nella mia testa tutte le informazioni.
Appena usciamo dalla stanza si sente uscire una gran confusione. In mezzo a tutte quelle voci distinguo quella di Týr e Odino.
-Perché gli hai mentito?- credo di aver sentito domandare Týr.
-Perché altrimenti non ci avrebbero aiutato- risponde Odino.

Mi rigiro nel letto in continuazione.

Perché ci avrebbe mentito? E su cosa? Perché gli dei greci avrebbero voluto le armi degli ascardiani?

Non trovo risposta. Decido di fare di testa mia. C'è solo una persona che mi può dire la verità. Non è di certo mio padre: se Odino ci ha mentito, mio padre l'ha appoggiato.
Prendo un cappotto ed esco dall'enorme palazzo. Mi avvio lungo le strade fino all'inizio del Bifrost. Lo raggiungo. C'è Heimdallr, dio della verità e protettore del Bifrost seduto su un gradino a sorseggiare qualcosa. Non mi ha visto. Con uno scatto balzo avanti e prendo la sua spada. Ha i riflessi pronti ma io ho già infilato la spada nella "serratura" e ho acceso il Bifrost. Per indicare la destinazione basta pensarla nel momento in cui si infila la spada. Da un lato della parte esterna si apre un varco. Corro come non ho mai fatto, devo entrare nel varco prima che Heimdallr tolga la spada.

Ce la faccio... ce la faccio.

Ce l'ho fatta. Mentre viaggio verso la mia destinazione, la sensazione è incredibile. Mi sento molliccio come il pongo e mi sembra di essere tanto leggero.
Atterro di sedere su una superficie dura e fredda. Mi rimetto in piedi.
Intorno a me c'è una landa ghiacciata ma in lontananza vedo un'enorme castello di ghiaccio. Mi incammino. Estraggo una carta: fortuna.

Mm... la fortuna è dalla mia.

C'è solo una persona che può aiutarmi a trovare le risposte: il padre di mio padre; mio nonno; il re dei giganti di ghiaccio; Laufey.

Mentre cammino non sento freddo, anzi sto proprio bene. Arrivo al castello e busso al portone.

Sono difronte a Laufey. Sembra non avermi riconosciuto anche se non so come potrebbe averlo fatto. Siamo in un enorme sala del trono. Attorno a lui ci sono molti giganti, alti più o meno sei metri. Lui è seduto su un trono. È più magro degli altri ma è anche più alto (direi più o meno nove metri) e sulla sua guancia blu chiaro (colore della sua pelle) è evidente un'enorme cicatrice. Sembra il graffio di un animale.
-Chi sei tu?- mi domanda con un tono solenne che risuona nella sala.
-Mi chiamo Domenico. Sono tuo nipote. Figlio di Loki. È un piacere conoscerti nonno-
Sì alza. È decisamente arrabbiato.
-Attento a come parli giovanotto. Ne ho sventrati altri per molto meno...- non fa in tempo a finire la frase perché non appena mi tocca sembra avere un colpo.
-È vero! Non stai mentendo! Lo sento! È straordinario! Per un terzo umano, per un terzo Aesir e per un terzo gigante di ghiaccio- mi abbraccia forte sollevandomi da terra.
-Benvenuto a casa- mi dice con una voce dolce.

Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora