Capitolo 21

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Pov's Domenico

Sono sul Bifrost, in fila con tutti gli altri semidei. Suami è affianco a me e Alain nella fila davanti alla mia. Davanti alla legione dei semidei c'è una legione di soldati formata da sette file di trenta soldati, poi ci siamo noi e dietro altre legioni formate tutte alla stessa maniera.
Odino e gli altri dei sono davanti a tutti, vicino alla matrice del Bifrost ma non vedo mio padre.
-OGGI... SI VA IN BATTAGLIA... OGGI GLI DEI DELL'OLIMPO IMPARERANNO A TEMERCI!- alle sue parole i soldati fanno un urlo di battaglia e alzano le spade per poi rimettersi subito a posto come prima.
-LORO HANNO OSATO SFIDARCI... MA NON SANNO CHI SIAMO NOI E DI COSA SIAMO CAPACI!- altro urlo alla stessa maniera.

Cavolo quando si tratta di incitare i soldati... Odino è bravo!

-ABBIAMO CON NOI I GIGANTI DI GHIACCIO, GLI ALFAR E TUTTE LE CREATURE DEI REGNI PARALLELI AD ASCARD!- un altro urlo.
-NON SIATE LEALI MA SIATE CORAGGIOSI. RICORDATI CHI SIETE E PER COSA COMBATTETE!-
Sento un forte ululato provenire da dietro di noi e dei passi pesanti che avanzano sul Bifrost. Ci giriamo tutti: è mio padre, è in groppa a Jurumungarder che striscia nella colonna a destra del Bifrost lasciata libera. Nell'altra colonna avanza con passo fiero Fenrir e si avvicina a me abbassando la testa. Gli monto su. Fenrir è molto alto e da qui riesco a vedere tutto. Ho gli occhi di tutti addosso. Guardo mio padre, si è messo l'armatura: un lungo mantello verde che svolazza al leggero vento, un armatura d'oro sopra a una giacca nera. Indossa sia i bracciali che i gambali che riflettono il loro colore dorato e risaltano sopra i pantaloni verdi. Indossa il suo fantastico elmo con due corna ricurve che sporgono in avanti e tiene ben stretto in mano il suo scettro. Mi guarda e mi fa l'occhiolino. Sono l'unico senza un'armatura. Mi concentro e mi creo addosso un'armatura di ghiaccio con il simbolo di Ascard sul petto, due grandi spalliere con dei grossi spuntoni. Faccio dei bracciali e dei gambali che man mano che si allungano si alzano e diventano appuntiti. Mi faccio un elmo che mi copre le guance e tutta la testa lasciandomi scoperti solo occhi, naso e bocca e che termina con tanti spuntoni dietro la nuca, quasi come fosse una saetta in movimento. Guardo il mio scettro. La parte inferiore già appuntita la rendo una lama di ghiaccio affilatissima e creo un secondo anello di ghiaccio che gira attorno alla piccola sfera viola. Ed ecco il tocco finale: creo uno strato di ghiaccio così sottile da sembrare un tessuto fatto di neve e lo attacco alle spalliere; ecco il mio mantello.
Ed ora sono pronto. Ora i colori neri della mia giacca e dei miei pantaloni sono in continuo contrasto con il colore chiaro del duro ghiaccio. Ora io simboleggio un'unione: simboleggio l'alleanza fra i giganti di ghiaccio e Ascard. Io ora sono il dio della magia, dell'inganno e del ghiaccio.
Tutti mi stanno guardando. Mio padre mi fa un sorriso e anche se non me l'aspettavo anche Odino mi fa un sorriso.
-BENE! ORA CHE SIAMO TUTTI PRONTI... HEIMDALLR APRI IL BIFROST!- alle parole di Odino Heimdallr infila la spada e i soldati iniziano ad entrare nel portale con passo solenne e deciso, con il ritmo dato da tre soldati davanti che suonano il tamburo.

È iniziata!

Ed eccoci di qui! Siamo sul campo di battaglia. Siamo in una enorme vallata verde (non so di quale mondo) i soldati si sistemano. Ora abbiamo un'enorme fila di legioni, credo di averne contate 45. Davanti alle legioni ci siamo io in groppa a Fenrir e mio padre in groppa a Jurumungarder. In perfetta fila davanti a noi ci sono i semidei e davanti ancora gli dei.
Vedo aprirsi altri due portali uno a destra della fila di legioni e una a sinistra. Da quella a sinistra escono gli alfar e tante altre strane creature, tutte armate di lancie e scudi. Da quello a destra escono i giganti di ghiaccio con passo fiero e con le loro armi belliche (asce, falci e bastoni appunti) con in testa Laufey che porta una cintura con attaccato sopra lo scrigno del ghiaccio. Mi fa un sorriso e un cenno con la testa.
Davanti a noi si estende la vallata e si intravede un bosco dall'altro capo. Vedo delle luci dorate muoversi nel cielo e credo di riconoscere tanti pegasi che si dirigono verso di noi.
I greci!

Pov's Letizia

Accarezzo dolcemente il mio pegaso.
Siamo tutti armati e pronti per la battaglia. Artemide mi ha dato un arco, un bellissimo arco in legno di quercia e ha la forma di un'aquila. Il bello di quest'arco è che le frecce si creano nel momento stesso in cui tendo la corda così non rischio di rimanere senza colpi.
Ogni semidio è affianco al suo pegaso e davanti a noi ci sono gli dei.
-Fratelli e sorelle- inizia Zeus con voce calma -siamo in guerra per il futuro dell'Olimpo. Se falliremo, il fallimento sarà di ognuno di noi perché gli Ascardiani non avranno pietà.
-Voi però siate leali e coraggiosi. Ricordate chi siete e per cosa combattete. Perché io credo, voglio credere che nella nostra ora più oscura le qualità che ci hanno resi deboli ci renderanno forti e che l'amore e la pietà vinceranno ancora una volta- sono parole di Poseidone.
Si girano -ANDIAMO- urla Zeus e lui con tutti gli dei saltano e si trasformano in ammassi di polvere dorata fluttuanti e si lasciano dietro un luccichio dorato.
Montiamo tutti sui nostri pegasi e li seguiamo. Sono agitatissima.

Calma Letizia! Calma!

Guardo i miei amici. Micol sul suo pegaso marroncino avanza fiera e con la spada in mano. Ha gli occhi pieni di rabbia.
Mi giro e vedo i pegasi Emanuele ed Erica praticamente attaccati. Si stanno baciando. Lo vedo da qui: è un bacio vero, un bacio d'amore, un bacio di passione. Il colore nero del pegaso di Emanuele stona completamente con i colori vivi e accesi del mare del pegaso di Erica. Mi ritorna alla mente la scena di stamattina quando svegliandomi per andare in bagno li ho visti insieme, nel letto di Erica, abbracciati. Mi scappa un lungo sorriso per loro e spero che questa guerra non li separi.
Accarezzo dolcemente le piume bianche delle ali del mio pegaso e guardo in basso.
Stiamo sorvolando una foresta. Vedo le tre furie volare poco sotto di noi. Le creature infernali, i ciclopi, i giganti e i tre centimani avanzano con passo fiero nella foresta aprendosi strade fra gli alberi. Poco più avanti vedo gli undici titani correre veloce ed agilmente fra gli alberi.
Alzo lo sguardo e ammiro il bellissimo cielo senza nuvole.
Ora intravedo la vallata. Sull'altro capo c'è un esercito bianco con tante altre creature schierate. Mi sembra di riconoscere i giganti di ghiaccio.
Gli ascardiani!

Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora