Capitolo 6

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Pov's Letizia

-Quindi ricapitolando...è un'ora che siamo qui e che voi ci state dicendo che tra poco scoppierà una guerra perché i figli degli dei nordici vi rubano le armi...giusto? E che quindi noi dobbiamo aiutarvi...
Emanuele non può stare. Non chiude mai la bocca.
-Si, certo. Sono LORO che rubano le armi a noi.
Zeus scandisce perfettamente la parola "loro" e credo anche che abbia alzato la voce.
-Okok...quando iniziamo gli allenamenti? Perché ci saranno vero?
-Ma certo che ci saranno figlio mio. Che credevi? Che vi mandavamo in battaglia senza nemmeno saper tenere in mano una spada?
-Manu ma tu zitto mai?
Lo rimprovera Erica a bassa voce.
-Oh si...se me lo chiedi tu, piccola, credo che ora non farò più domande.
Rido per la faccia rossa di Erica.
-Oooh qui sento aria di amore.
Scherza Afrodite con Era che fa un sorriso forzato.
-Sisi va beh...Efesto puoi entrare ora.
Zeus guarda un punto dietro di noi e così, girandomi, vedo spuntare un dio che prima non c'era. È molto brutto e zoppica su una gamba ma ha un sorriso gentile.
-Bene ragazzi...avendo un ruolo fondamentale per questa guerra avrete delle stanze in questo palazzo che vi porterò a vedere più tardi. Ora venite con me che vi faccio vedere dove dovrete allenarvi. Ah Zeus...prima dovete dargli le armi.
-Ah si...beh consegnatele allora che io non ho tempo da perdere.
-Ma...mio Signore...sia più gentile con i nostri ospiti speciali.
Lo ribecca Era guadagnandosi un'occhiataccia.
La prima a scendere è mia madre che mi consegna dei coltelli ad uncino.
-Questi sono per te tesoro...di solito i figli di Afrodite non ricevono cose del genere ma stavolta mi sono adattata e ho fatto del mio meglio solo per te.
La ringrazio e noto Ares che si incammina verso Emanule e gli porge una lancia e uno scudo.
-Fatti valere, figliolo.
Dopo è il turno di Atena che consegna a Micol un pugnale e una spada.
-Per te.
L'ultimo è Poseidone che dà a Erica una spada e un anello.
-Questa spada è stata forgiata dai tuoi fratelli ciclopi in fondo al mare.
Questo anello è un regalo da parte mia. Se lo spingi diventa un tridente. - le fa l'occhiolino - così se perdi la spada hai l'anello.
-Grazie padre.
Risponde lei emozionata dai suoi nuovi "attrezzi da lavoro".
-Bene ora andate ad allenarvi. Ci vediamo stasera per la cena. Il consiglio è sciolto, potete andare ora!
Zeus, subito dopo aver parlato, rimane da solo con Era. (Gli dei sembra siano scomparsi)
Efesto ci guida verso il giardino e, poco prima di entrare, sento Zeus dire:
-Spero che regga.

Regga cosa?

-Signorina Letizia mi sente?
La voce di Efesto mi risveglia.
-Ehm...si...diceva?
-Siamo arrivati. Qui vi allenerete.
Mi guardo intorno. Sono nel retro del giardino e davanti a me ci sono tante di quelle armi che potrei farci una collezione. Efesto decide di lasciarci soli e chiama alcuni ex semidei che ci danno una mano.
Mentre mi alleno a centrare il bersaglio con i miei coltelli mi guardo un po' attorno.
Emanuele si sta esercitando con lo scudo insieme ad una ragazza e sta parando tutti i colpi che riceve. Micol sta letteralmente "uccidendo" un manichino ed Erica devo dire che se la cava piuttosto bene con la spada e, appena la perde, aziona il suo tridente e si difende con quello.
Decidiamo di fare una pausa.
-Raga siamo bravi dai.
Dico per incoraggiarli. Sono stanchissimi.
-Ho fame, mangiamo qualcosa?
Chiede Micol.
-Si dai...basta spade, scudi e lance per oggi.
Emanuele è l'ultimo che parla ma è il primo che si avvicina ad un tavolino e inizia a mangiare per poi parlare di nuovo.
-Stavo pensando...io non ho nessun potere, Micol è intelligente, Letizia ha la lingua ammaliatrice e tu Erica dovresti fare qualcosa con l'acqua no?
-ASPETTA COSA POSSO FARE IO?
Quasi urlo.
-La lingua ammaliatrice. Puoi convincere gli altri a fare ciò che vuoi. Sei una figlia di Afrodite no??
-Ho capito...grazie sapientona. Dovrò esercitarmi allora. Emanuele prendimi un po' d'acqua caro.
Dico sbattendo le ciglia. Con mia grande sorpresa Manu si incammina e mi porta veramente un bicchiere d'acqua.
Afrodite passa di lì e mi fa un occhiolino.
-Bel potere vero?
-Non è male...grazie mamma.
Dico sorridendo per poi guardare Erica che non ha parlato per tutto il tempo e ora sembra triste.
-Eri che hai?
-Ehm...no...nulla...solo che...ecco...va beh, ve lo dico...ho qualche problema a controllare l'acqua.
-Ma è l'inizio...è normale.
-Beh...io non credo. Guardate.
Erica si gira, si concentra e posa le mani sull'acqua ma non succede nulla.
-Ti insegno io??
Una voce dietro di lei la fa sobbalzare. Poseidone la guarda e le prende le mani.
-Devi sentire l'acqua dentro di te. Come Letizia, più forte è la lingua ammaliatrice se credi in te stessa e lei ci ha creduto. Ora prova.
Adesso le loro mani sono intrecciate e Erica, cacciando un urlo, fa esplodere una fontana lì vicino. Poseidone sorride e scompare vedendo Efesto tornare verso di noi.
-Ce l'ho fatta!
Dice battendomi il cinque.
-Bene ragazzi andiamo a cenare. Poi potrete andare a dormire.
Dice il dio dietro di noi.

A tavola ci sono tante di quelle cose da mangiare che ho l'imbarazzo della scelta. Nel centro della sala ci sono gli dei, in un'altro tavolo enorme ci sono tutti gli altri semidei e in un angolo ci siamo noi quattro.
Dopo cena Ade ci accompagna nelle nostre stanze. Prima di andarsene ci fa:
-Non pensate che io sia gentile...ho solo fatto ciò che mi ha detto Zeus.
E se ne va.
Quando entriamo nella stanza noto che hanno messo Emanuele con noi ma in un letto più lontano dal nostro. Dopo una doccia e dopo essermi messa un pantaloncino nero e una canotta rosa decido di fiondarmi nel letto.
-Buonanotte ragazzi.
Non sento risposta. Già dormono.

Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora