Pov's Letizia
Sono al centro della sala e, attorno a me e ai miei amici, ci sono i troni con tutti gli dei.
-Oggi dovrete svolgere un compito molto importante. Voi quattro, infatti, dovrete scendere negli Inferi e convincere Ade e i Titani ad allearsi con noi per abbattere gli dei nordici durante la prossima guerra.
Le parole di Zeus mi tolgono il fiato.
Non voglio farlo ma devo.
Non posso inventarmi una scusa per non andare e non posso nemmeno dire che non vogliamo entrare in guerra perché dall'altra parte abbiamo degli amici.-Ehm...ma non ci può andare qualcun altro?
Chiede Emanuele.
-Figlio mio, ma che dici! Potevamo scegliere anche qualcuno più affidabile e con più esperienza di voi...eppure lo abbiamo fatto perché volevamo vedere cosa siete in grado di fare, no?
Lo rimprovera Ares.
Guardo negli occhi ognuno dei miei amici e gli faccio intendere di non obbiettare.
-Ok, ci andremo. Ma come facciamo a convincerli?Ce...Ade...come si fa a convincerlo? E poi...i Titani? Ma è impossibile...e dobbiamo scendere anche negli Inferi!
Micol si porta una mano alla faccia e sospira.
-Troverete il modo, figlia mia.
La rassicura la madre.
-E tu? Non parli?
Chiede Poseidone ad Erica.
-Ehm...io...si, sono d'accordo.
Risponde senza alzare gli occhi dal pavimento per poi abbassare completamente la testa.
Il padre annuisce confuso.
-Quando scendiamo?
Chiedo, agitata.
Le nostre armi compaiono accanto a noi e vedo Zeus schioccare le dita.
-Ora.
Sorride e una luce mi acceca costringendomi a chiudere gli occhi.
Quando li riapro sono davanti ad una distesa rossa e buia e mi ci vuole del tempo per abituarmi alla poca luce. L'aria è troppo secca per i miei gusti e, all'improvviso, sento la gola asciutta.
-Lo sapevo che non dovevamo accettare.
Erica si sta passando un dito attorno al colletto della maglietta.
Solo ora mi ricordo che soffre di claustrofobia e che ogni volta fa i capricci perché non vuole prendere l'ascensore. Al solo ricordo sorrido.
-Sbrighiamoci ad andare prima che...
-Dove credete di andare?
Ora che mi sono abituata al quasi-buio noto un grande fiume davanti a me. Alla mia destra c'è una lunga fila di persone morte che aspetta il proprio turno per scegliere dove vivrà per l'eternità. A sinistra, invece, c'è una specie di tribunale e tre giudici che stanno condannando un uomo ai Campi della Pena. Lui vuole andare nei Campi Elisi ma alla fine decidono di mandarlo in una grande prateria. Prima però la memoria gli viene cancellata cosicché quando verrà spedito nel posto prescelto vagherà per il resto della sua vita chiedendosi chi fosse veramente.Il mio sguardo si posa di nuovo sul fiume dove c'è una vecchia barca con sopra l'uomo che ci ha richiamati. Caronte.
Ci avviciniamo.
-Dove andate?
-Ci manda Zeus. Dobbiamo andare da Ade.
-Bene. Siete quattro quindi due monete a testa. Questa è l'unica via per il palazzo del mio signore.
Allunga una mano e la apre.
Iniziamo a svuotare le tasche e, alla fine, gli diamo tutte le monete che vuole.
Annuisce e ci fa salire.
Inizia a remare e noto che la barca non tocca l'acqua ma è sospesa in aria. Sopra di essa, però, ci sono degli oggetti che galleggiano: bambole, orologi, fotografie...tutti i ricordi delle persone ormai morte.
Afferro un orologio con malinconia e lo rimetto nell'acqua.
-Siamo arrivati! Buona fortuna...
Metto piede per terra e, quando mi giro per ringraziare Caronte, lui non c'è più.
Ora l'unica cosa che vedo è un enorme palazzo nero e dorato.
La porta si apre appena ci avviciniamo.
Qui dentro sembra un labirinto. I corridoi sono enormi e lunghi e l'unica cosa diversa che ho visto fino ad ora, tranne le varie porte chiuse, è una giardino pieno di fiori: Il giardino di Persephone, la moglie di Ade.
Finalmente arriviamo in una sala con due troni: sopra al più grande c'è Ade che ci guarda, come al solito male, mentre nell'altro c'è sua moglie che ci sorride.
È bellissima. Tra i capelli ricci e neri ha dei fiori dorati altrettanto belli ed indossa un vestito argentato e nero che le cade fino ai piedi.
Ci inchiniamo.
-Cosa volete?Che bella ospitalità.
-Signore, volevamo il suo consenso per partecipare, insieme al suo esercito, alla guerra contro gli dei nordici. Volevamo sapere se accetta lo schieramento con noi.
Non so come mi sono uscite le parole ma sembra che sono stata proprio io a parlare.
-Certo che no. Non ho assolutamente voglia di combattere.
Mi aspettavo la sua risposta.E ora? Come facciamo?
-Senta. Zeus ci ha mandati qui contro la nostra volontà per cercare di convincerla. Sò già che non ci riusciremo mai con le buone parole, quindi, facciamo un patto. Se riusciamo a convincere i Titani a partecipare lo farà anche lei. D'accordo?
Ci giriamo verso Erica increduli.Che sta combinando?
Ade sembra pensarci un po'.
Oddio ora la uccide. Ora la uccide. Ora la ucc...
La risata del dio degli Inferi ferma i miei pensieri.
-Accetto. Tanto non ci riuscirete mai...
Erica sorride e annuisce.
Usciamo dal palazzo e, appena le porte si chiudono, inizio ad urlare.
-Ma io dico...COSA TI SALTA IN MENTE? NON RIUSCIREMO MAI A CONVINCERLI.
La figlia del dio del mare mi guarda.Che nervoso. Ora mi farà una delle sue battute e mi dirà che ci inventeremo qualcosa. Sicuro.
-No invece...ORA MI INCAZZO IO. TU NON TI FIDI MAI DI ME NO?
ANCHE SE ORA TI DICESSI CHE HO UN PIANO TU NON MI CREDERESTI. E allora sarai felice di sapere che ce l'ho.Non mi aspettavo questa reazione. E neanche Micol ed Emanuele, credo.
-Lo sapete dove dobbiamo andare?
Dopo attimi di silenzio Micol lo interrompe.
-Purtroppo dobbiamo scendere nel Tartaro.
La voce di Emanuele si abbassa quando pronuncia l'ultima parola.
-Fin qui è stato anche troppo facile...potremmo morire lì sotto.
Dico.
-Oppure no.
Erica mi guarda. Ha un'idea in testa. Si vede dal luccichio che ha negli occhi; quegli occhi blu tanto belli ma che non capirò mai.
STAI LEGGENDO
Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di Loki
FantasyMolte mitologie si assomigliano... quella greca, quella scandinava e molte altre... ma cosa succederebbe se gli dei di mitologie simili, eppure così diverse si scontrassero? Cosa succederebbe se ci fosse una guerra fra l'Olimpo e Ascard? Buona lett...