Capitolo 19

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Pov's Domenico

Guardo Atena cadere all'indietro e le urla di Micol mi rimbombano nelle orecchie.
Poco dopo mi ritrovo circondato. Ci sono tutti gli dei in formato gigante e ai loro piedi i semidei. Affianco a Poseidone vedo Letizia, Erica ed Emanuele.
-Che cosa ci fai qui ascardiano?- mi domanda Zeus in tono solenne.
La rabbia si sta lentamente spegnendo in me ma gli rispondo comunque con arroganza -Sono qui per fare quello che andava fatto!-
-Fratello fammi anche solo un cenno e gli scateno addosso un'onda talmente grande che lo spiaccico contro la parete- dice Poseidone puntandomi contro il tridente.
-Si bravo... ti senti potente con il tuo tridente. Chissà magari è lo stesso con cui hai quasi ucciso mio padre!-
Poseidone mi guarda come se non sapesse di cosa parlo.
-BASTA- la voce di Zeus risuona forte per tutta la stanza -basta. Adesso gli polverizzo il culo- mi punta contro la folgore. Chiudo gli occhi aspettando la fine. Ma la fine non arriva. Anche con gli occhi chiusi riesco a percepire un forte bagliore luminoso. Quando li riapro Odino e Thor sono al mio fianco.
-Non-osare-toccare-il-ragazzo- lo intimidisce Odino.
Tiene saldo fra le dita il suo bastone del cielo. Thor col suo martello è pronto al combattimento in caso di necessità.
-Guarda guarda... che piacevole sorpresa- gli risponde Zeus.
-Zeus- inizia Odino in tono superbo -in nome di mio padre e di suo padre prima di lui.... io Odino re di Ascard e padre degli Aesir ti dichiaro guerra-
Passano pochi secondi per guardare la faccia iraconda di Zeus prima che Thor urli -Heimdallr apri il Bifrost-
In un lampo siamo di nuovo ad Ascard.
-Ti dovrei punire per quello che hai fatto- dice Odino mettendomi una mano sulla spalla -ma la guerra era ormai inevitabile e grazie a te metà della parte ovest dell'Olimpo non esiste più. Ci hai avvantaggiati-
-Grazie-
-Se vuoi andare a trovare tuo padre... è nella camera della guarigione-
Non rispondo neanche. Inizio a correre verso il palazzo.
Mio padre si trova sdraiato su un letto in una stanza perfettamente circolare. Ci sono molti tubi che partono dalle pareti e che finiscono sotto il letto.
Guardo mio padre. Sembra che dorma. Ha un enorme ferita sul ventre. Ci poso sopra la mano. Mi concentro. Piano piano vedo la ferita rimarginarsi e i suoi respiri diventano più veloci e normali.

Mi hai fatto prendere un accidente!

Gli do un bacio sulla fronte ed esco dalla stanza. Mentre sono infondo al corridoio vedo Thor e Odino entrare nella camera della guarigione. Mi avvicino e li sento parlare. Riconosco anche la voce di mio padre.
-Thor la prossima volta che mi fai un taglio cerca di non andare tanto affondo-
-L'importante è che la sceneggiata sia riuscita- gli risponde il dio del tuono.
-Cos'è successo?- domanda mio padre.
-È andato sull'Olimpo, ha distrutto parte dell'area ovest e ha ferito gravemente Atena- gli risponde.
Cala il silenzio nella sala.
-TU ci speravi! Vero Odino?- mio padre usa un tono molto alto.
-La sceneggiata del tuo finto assassinio serviva solo per avere prova della sua lealtà- spiega Odino.
-No... si sta ripetendo quello che è successo durante la terza guerra. Dopo che Domenico ha aiutato la sua amica a scappare hai fatto di tutto affinché litigasse con loro- mio padre è moribondo.
-TU pensa a riposare. Tra due giorni... saremo in guerra-
Lo sento uscire dalla stanza, così inizio a correre più veloce che posso.
Sento qualcosa che mi scivola lungo la guancia: sono lacrime.
Torno in camera e mi chiudo dentro.

Il dado!

Con le lacrime che mi bagnano le guance inizio a cercarlo.

Dov'è? Porca miseria dov'è? DOV'È QUEL CAZZO DI DADO!

Alla fine mi accorgo che è sempre stato semplicemente sopra il comodino. Lo afferro, quando provo ad accenderlo mi scivola dalle mani e il mio nervoso sale a mille.
Lo accendo. Da dove si trova ora il dado vedo Micol, straiata sul letto. Appena mi vede inizia ad urlare.
-VATTENE! VATTENE VIA- è rossa come il fuoco. Erica spunta fuori all'improvviso e cerca di calmarla.
-COME ABBIAMO POTUTO FIDARCI DI TE? LETIZIA COME HAI POTUTO CREDERE ANCHE SOLO PER UN SECONDO CHE NON TI STESSE MENTENDO?- afferra la fiala di Veritaserum sul comodino e la lancia per terra riducendola in mille pezzi.
Sento un male atroce al cuore. Le mie guance sono due cascate del Niagara.
-Micol...io...- non riesco a trovare le parole.
-TU COSA? RINGRAZIA I TUOI DEI CHE MIA MADRE NON PUÒ MORIRE PERCHÉ SENNÒ CI SAREBBE GIÀ VOLUTA UNA FOSSA ANCHE PER TE!-
-Micol calmati- Erica la prende e la porta in un angolo. Rimango davanti a Emanuele e Letizia che mi guardano con sguardo assassino.
-Ragazzi vi prego..... mi hanno ingannato..... io non sapevo che cosa facevo..... io....-
-Anche quando mi hai portata ad Ascard hai detto di non sapere cosa facevi.... lì mi sei sembrato sincero.... IO MI SONO FIDATA DI TE!.... E INVECE ERA TUTTA UNA MESSA IN SCENA!-
Le parole di Letizia sono più affilate delle lame di Freddy Krueger. Sto ricacciando fuori più liquidi di quanti mi ricordi di averne bevuti e tutto solo attraverso gli occhi.
-Vi prego....-
-NO! NIENTE TI PREGO!.... TU SEI SEMPRE STATO IL MIO MIGLIORE AMICO.... MA ORMAI TU SEI UN'ALTRA PERSONA.... Domenico.... temo sia rimasto sulla Terra- le parole di Emanuele quasi non mi uccidono.
-Dovete ascoltarmi.... tra due giorni Odino vi attaccherà.... dovete andarvene....- dico tra i singhiozzi.
-IO NON TI CREDO PIÙ! Le tue sono parole false come lo sono le lacrime- le parole vengono da Erica, infondo alla sala.
-Ragazzi io....-
-Basta... faremo i conti sul campo di battaglia- e con questo Emanuele si alza e segue Erica e Micol fuori dalla stanza.
-Letizia.... per favore devi credermi-
-Ascoltami. Con quello che hai fatto oggi non è che mi hai delusa, qualcosa di più.... ma immagino che facesse tutto parte del tuo piano.... però ricordati che non hai tradito solo noi e la nostra fiducia.... tu hai tradito te stesso- dopo averlo detto con un colpo lancia il dado per terra e ci passa sopra con i piedi e la conversazione cade.
Rimango lì a fissare il dado. Le parole di Letizia mi invadono la testa, le occhiate piene di odio di Emanuele mi coprono gli occhi e le urla di Micol mi riempiono le orecchie. Quando finisco i liquidi da piangere mi stringo le ginocchia al petto e inizio a dondolare avanti e dietro.

Ho combinato più danni io che Dio solo lo sa! Adesso basta! Questa sarà l'ultima volta che la gente soffre per causa mia, perché se non morirò durante questa guerra mi ucciderò io.... ma prima di farlo.... giuro sulla mia anima e sulle pene che passerà nell'inferno che farò di tutto per portarli al sicuro!

Quando Suami e Alain entrano nella stanza gli spiego il piano. Mentre lo faccio mi ritorna in mente una cosa: oggi è il giorno del mio diciottesimo compleanno.

Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora