Pov's Letizia
-Ma te l'ho detto Erica...non mi piace quella.
-Ma se la guardavi tutto il tempo!
-Beh...se ieri mi ci stavo allenando non è colpa mia!
-Le sorridevi.
-Dovevo piangere? Aaah...ma tu sei gelosa!
-Manu...gelosa io? Stai scherzando vero? Ahahaha io gelosa...
-Ragazzi la smettete? Stiamo facendo colazione ed è da sta mattina che litigate come i pazzi.
Li rimprovero, mi guardano e torniamo a mangiare in silenzio.
Oggi ci hanno messo insieme a tutti gli altri semidei. Ho conosciuto un ragazzo e una ragazza molto simpatici. Lei è figlia di Ecate e lui è figlio di Ipno, anche se non sembra poi così tanto fannulone come tutti i figli del dio del sonno, anzi, credo anche che ci provi con me.
-Allora Letizia...ti alleni con me domani?
Mi chiede. Micol mi guarda, sorride e riceve una mia gomitata nello stomaco.
-Ma certo Davide.
Arrossisce e si alza dal tavolo seguito dalla figlia di Ecate, Lucrezia, che mi guarda un po' male.
-Ciao ragazzi.
Dioniso ci saluta e ci sorride. Strano, di solito è l'ultimo ad alzarsi dal tavolo.
-Oggi niente allenamenti. Passerete una giornata con i vostri genitori. Bene...contenti? Ora il mio lavoro l'ho fatto e quindi posso tornare a mang...cioè...a parlare con i miei fratelli.
Dice, un po' stranito, tornando al suo tavolo e bevendo del vino.
-Evvai non vedo l'ora!
Micol e Erica sono emozionate mentre io ed Emanuele un po' meno.
-Sisi come no...stateci voi con il dio della guerra! Ogni cosa che faccio è sbagliata.
-Manu ti farei stare al posto mio, con una che parla solo di vestiti e di uomini.
-Beh...per quanto è bella io la starei anche a sentire.
Erica tossisce, guarda male Manu e si alza.
-Va beh...tanto vale che andiamo. Guardate ci stanno già aspettando.
I nostri genitori sono in piedi e ci sorridono, tranne Atena naturalmente.
-Per te è facile dirlo...hai un padre pazzesco! La mia è un palo...non sorride mai.
Micol si alza, seguita da me ed Emanuele.
-Sisi...il mio potrebbe essere pure tanto simpatico ma voi siete sicuri di voler stare con uno che se lo fate arrabbiare vi affoga? Io no. Anche se migliore del vostro lo è.
Risponde Erica ridendo e poi finisce di parlare rivolgendosi a me.
-E poi...la tua il massimo che può fare è buttarti dei petali di rose addosso e cacciarti da palazzo inseguita da centinaia di colombe bianche...tu basta che non la fai arrabbiare e ad ogni cosa che dice annuisci. Semplice, no?
-Certo...semplicissimo.
Arriviamo davanti ai nostri genitori.
Ares prende Emanuele da un braccio e lo porta nel giardino, Atena cerca di sorridere a Micol e inizia a parlare di cose per persone troppo intelligenti, che non capirò mai. Cerco di sorridere a mia madre che mi saluta e mi fa segno di darle la mano. Io la prendo un po' riluttante e mi sento scomparire. Letteralmente. Chiudo gli occhi e quando li riapro quello che vedo è strabiliante. Siamo in una spiaggia.
Davanti a me c'è il mare più bello che io abbia mai visto e, alle mie spalle, una enorme e fitta foresta copre la visuale di un alto monte in lontananza. Per puro caso le mani sfiorano il mio petto e, abbassando lo sguardo, noto di avere addosso altri vestiti: una veste bianco perla con le maniche fino alle dita delle mani, una cintura argentata, una scollatura un po' troppo profonda e il bordo del vestito che mi arriva fino alle ginocchia. Ai piedi ho dei sandali dorati e, grazie al riflesso del mare, riesco a vedere i miei capelli raccolti in un tuppo dorato e due ciocche che mi scendono sui lati del viso.
Mia madre è seduta vicino alla riva e così decido di imitarla. È vestita al mio stesso modo ma la sua veste è rosa e i suoi capelli sono sciolti.
-Ti piacciono i vestiti?
Mi chiede.
-Si certo...avrei sempre desiderato metterli.
Non è una bugia...questi tipi di vestiti mi piacciono.
-Mamma...perché siamo qui?
-Qui è dove sono nata e vissuta...è un posto speciale per me.
Annuisco e cerco di dire che questa spiaggia è bellissima ma lei mi precede.
-Sai, sapevo che avresti pensato che ti avrei portato in un posto a provare vestiti e parlare di moda, ma tu sei speciale, sei diversa e di figli così ne ho pochi e quindi ho deciso di fare una cosa diversa e portarti qui a parlare un po'. Sei la prima che porto con me in un posto così importante.
-Grazie mamma...
Che stupida. Non mi viene niente da dire.E naturalmente ora che fai? Dici una cosa imbarazzante...
-Tutti pensano che tu sei una poco di buono e nessuno ti rispetta come dovrebbe...anche io lo pensavo all'inizio ma poi mi sono resa conto che tu sei molto di più.
-Grazie, tesoro. Apprezzo la tua sincerità.
Per un po' non parliamo. Poi lei rompe il silenzio.
-Comunque sono sempre Afrodite...non c'è nessuno che ti piace?
-Ehm...no, credo di no.Domenico...
Zitta coscienza!
-Mamma...dove sono i miei amici?
Cerco di cambiare discorso e lei, anche se sembra accorgersene, fa finta di nulla.
-Tesoro...questo proprio non lo so. Credo se ne occupino Zeus ed Era, a me non dicono nulla.
-Ah...ok.
-Bene...passeggiamo un po'?
-Certo.
Abbiamo passato due ore a passeggiare su quella immensa spiaggia. Mia madre mi ha raccontato molte cose sulla sua vita che i libri non dicono e altre che già sapevo. È divertente e solare così le ho raccontato della mia vita liberamente. Quando finisco mi dice che sapeva già tutto ma che le piace ascoltarmi. Le voglio già bene.
-Credo che dovremmo andare ora.
Dice porgendomi la mano.
-Mamma...grazie. Sono stata veramente bene oggi.
-Beh...chi non vorrebbe passare il pomeriggio con me al posto di allenarsi con quei cosi appuntiti?
-Si chiamano spade, mamma.
-Oh si, certo, certo.
Rido e le prendo la mano.
Mi ritrovo nella mia stanza e appaio nello stesso momento dei miei amici. Ci sediamo e raccontiamo com'è andata.
-Papà non è poi così male. Mi ha portato nel giardino, abbiamo parlato e mi ha insegnato delle tecniche nuove di combattimento. Ora si fida di me.
Inizia Emanuele.
-Mamma, invece, mi ha portato in un albero, mi ha insegnato l'arte della guerra e ha parlato di tutte le sue avventure.
-Aspetta...tu sei andata con Atena dentro un albero?
Chiedo.
-Ehm...si, non mi chiedere come, ma si.
Annuisco e racconto quello che ho fatto con mia madre. Rimangono tutti a bocca aperta così decido di spezzare il silenzio e chiedo ad Erica come la giornata.
-Papà mi ha portato nel suo palazzo in fondo al mare e ho scoperto che posso respirare anche sott'acqua. Mi ha insegnato a controllare l'acqua ancora meglio e mi ha portato a vedere il suo palazzo e a conoscere i suoi "sudditi".
-Una figata insomma. Volevo venire anche io!
Emanuele sbuffa e tutti ridiamo.
-Bhe, vi ci porterò un giorno.
-Ora...l'ultimo che arriva è un pesce palla!
Urlo e comincio a correre per le scale seguita da tutti gli altri.
Questa si che è vita...ma si sà...tutte le cose belle prima o poi finiscono.
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Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di Loki
FantasyMolte mitologie si assomigliano... quella greca, quella scandinava e molte altre... ma cosa succederebbe se gli dei di mitologie simili, eppure così diverse si scontrassero? Cosa succederebbe se ci fosse una guerra fra l'Olimpo e Ascard? Buona lett...