Capitolo 16
Pov's Letizia
Siamo ancora davanti al palazzo di Ade ed Erica ci sta illustrando il suo piano.
-Quindi, ricapitolando...tu vuoi scendere nel Tartaro e fare un accordo con i Titani, giusto?
Le chiedo.
-Si...gli diremo che se partecipano in cambio avranno la libertà.
-Che cosa?
Sono stupita.
-Zeus si arrabbierà...lo sai?
-Beh...se non lo convinciamo comunque ci ucciderà. Almeno speriamo di farlo solo arrabbiare un po'. Ora una cosa che dobbiamo fare è pensare come andare nel Tartaro...ci metteremo troppo tempo a piedi e moriremo affamati, assetati oppure potremo anche essere attaccati da qualche mostro.
-Ok...ma allora come facciamo a...
Emanuele non fa in tempo a parlare che una "donna" gli atterra sopra la schiena. Erica sobbalza e si prepara a scatenare un'onda ma barcolla e cade a terra.
Micol si precipita a soccorrerla mentre Emanuele urla dal dolore.
-Oooh guardate sorelle...la figlia di Poseidone qui non riesce a controllare l'acqua...non è il tuo luogo preferito questo, vero?
Erica alza la testa e si guarda le mani per poi fare una faccia spaventata.
Dietro la "donna" che riconosco come una delle tre furie spuntano le sue due sorelle.
Quella che ha parlato si allontana da Emanuele che si rialza subito e attacca con la sua lancia. Dietro alla schiena ha delle brutte ferite ma resiste e si scaglia su di lei.Dobbiamo trovare un modo per uscire al più presto da qui e dobbiamo trovarlo ora.
Mi scaglio sulla seconda furia e lo stesso fa Micol con la terza. Erica è ancora per terra e cerca di alzarsi ma inutilmente.
Dopo un po' di lividi e graffi (e dopo aver perso uno dei miei coltelli) riusciamo ad abbatterle. Prima di mandarle nel Tartaro però le leghiamo e le minacciamo di dirci come possiamo arrivare fino a laggiù.
-Se ci promettete di lasciarci libere ve lo diciamo.
Annuiamo e, prima che possa solo chiedere come fare, spuntano tre segugi infernali al posto loro.
Corriamo da Emanuele che si è accasciato a terra.
-Ora che facciamo?
Chiede Micol in preda al panico.
-Sei figlia di Atena, no? Inventati qualcosa!
La mia amica si guarda intorno ma non riesce a trovare una soluzione.
-Ragazze...
Erica si è alzata e sta venendo verso di noi. Prima che possa cadere di nuovo la prendo e la metto di fianco ad Emanuele.
-Come stai?
Le chiedo.
-Allo...io già sò claustrofobica di mio...figuratevi il nervoso che mi viene se non riesco a controllare i miei poteri. Comunque lasciate stare me e prendete questo quadrato di ambrosia. Datelo a Manu.
-Ehm...scusa ma...cosa sarebbe quel coso? Sembra un dado per il brodo...
Mi scappa un sorriso alla domanda di Emanuele.
-È il cibo curativo degli dei...tranquillo basta che ne mangi troppo e potresti scoppiare.
Gli risponde Erica con un sorriso.
Lui lo prende, lo spezza in due e se ne mette uno in bocca. Subito la ferita si cicatrizza.
-Si vede che non era tanto grave...sennò ci avrebbe messo delle ore.
Esclama Micol.
-Ora mangia tu.
Dice Manu porgendo l'altro pezzo ad Erica che, dopo averlo mangiato, riesce almeno a rimettersi in piedi.
-Sapeva di cioccolato.
-Il mio di pizza ai funghi.
Il figlio di Ares e la figlia di Poseidone si scambiano queste battute mentre salgono ognuno su un segugio. Micol sale sull'ultimo rimasto e io mi posiziono dietro di lei.
-Lo sapevate che l'ambrosia assume il gusto del cibo che ci piace di più?
Dico.
-Certo che lo sapevamo!
Rispondono gli altri in coro e, mentre ci alziamo in volo, gli Inferi si riempiono delle nostre risate.Chissà da quanto tempo non si sente una risata qui...
Mentre voliamo ho il fiato sospeso.
Da quassù tutto è un po' più bello: i campi rossi e arancioni, la lava che scorre, la prateria degli Afosdeli piena di anime vaganti, i campi della Pena, L'Elisio...questo posto mi fa avvertire una scarica di adrenalina e pericolo.
Ad un tratto scendiamo verso il basso così velocemente che quasi cado. Entriamo in una specie di buco e quello che vedo è tremendo.
Quì il terreno è roccioso, l'aria è più afosa, i mostri ci guardano dal basso con aria crudele e la lava è praticamente da tutte le parti.
I segugi ci fanno scendere proprio accanto ad una grotta.
Uno di loro salta addosso ad Erica e la ricopre di bava. Poi lei si alza, inizia a parlarci, gli fa un'ultima carezza e i segugi volano via.
-Tu puoi parlare con quei cosi?
Le domando.
-Certo...mio padre ha inventato i cavalli e solo ora ho scoperto di poter parlare anche con loro. Forse sono una specie di razza che vive negli Inferi.
Alza le spalle e continua a parlare.
-Comunque mi ha detto che per portarci in superficie basta che lo richiamo con la mente. Ah...mi ha detto anche che siamo davanti alla grotta di Rea...l'unico Titano più "amorevole".
Annuiamo ed entriamo nella grotta. Dall'esterno sembrava più piccola ma solo ora mi accorgo di quanto è grande. La sala principale è profonda, bianca e si divide in varie porte che conducono a varie stanze.
-Salve, ragazzi.
Una voce melodiosa e allo stesso tempo alta, ci saluta. È Rea.
Ha la forma di una donna normale ma è più alta e più robusta. Indossa una veste beige e ha i capelli boccolati.
-Salve Rea. Siamo venuti per chiederle una cosa.
Inizia Micol.
-Ditemi ragazzi. Accomodatevi intanto.
Ci fa sedere su delle enormi poltrone bianche.
-Vorremmo chiedere a voi Titani di partecipare alla guerra contro gli ascardiani.
-Beh...questo devo chiederlo a Oceano e agli altri.
Si volta e accende un dispositivo da cui esce una luce (una specie di dado come quello che mi ha dato Domenico, insomma).
Dal dispositivo spuntano le facce di due Titani: Oceano e Tifone.
Rea gli spiega tutto.
-Ma certo che no!
Risponde Tifone.
-Signore...in cambio Zeus vi offre la libertà.
Il Titano alza la testa alle parole di Erica.
-Aspe...che avevo detto?
Chiede a Oceano.
-Avevi detto niente guerra.
-Oooh ma mi sono sbagliato! Non ve l'ho detto? Ma certo che si! Partecipiamo!
La chiamata si interrompe con la faccia sbigottita di Oceano.
-Bene...scommetto che ora dovete tornare in superficie.
Ci dice Rea.
-No, veramente noi dobbiamo andare da Ade ora.
-Ok...buona fortuna!Perché schioccano tutti le dita per farci scomparire?
Ci ritroviamo nella sala di Ade.
Appena ci vede si prende un infarto.
-Che cavolo ci fate qui?
Chiede.
-I Titani hanno accettato, mio Signore. Deve accettare anche lei.
Emanuele non riesce a trattenersi e quasi scoppia a ridere quando vede la faccia incredula del Signore degli Inferi a causa della notizia appena ricevuta.
-Okok va bene...basta che sparire da qui! Fuori!
Annuiamo e ci precipitiamo fuori dal palazzo. Quando passiamo davanti al giardino Persephone ci fa un segno di ok e ci sorride.Che mura sottili che ci sono qui.
Appena siamo fuori Erica si concentra e richiama i segugi infernali; montiamo e i mostri iniziano a salire sempre più su, fino a quando è così buio che non sento nulla. Chiudo gli occhi. Quando li riapro sono nelle scuderie del palazzo degli dei.
Scendo e salutiamo i nostri "taxi".
-Come hanno fatto a portarci fino a qua??
Micol precede la mia domanda. A rispondere è Erica.
-Non lo sapevate che i segugi infernali possono viaggiare nell'ombra?
-Ma brava, figlia di Poseidone!
Mi giro e quella che vedo è l'ultima dea che mi sarei aspettata di incontrare in questo posto.
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Gli dei dell'Olimpo e Il figlio di Loki
FantasyMolte mitologie si assomigliano... quella greca, quella scandinava e molte altre... ma cosa succederebbe se gli dei di mitologie simili, eppure così diverse si scontrassero? Cosa succederebbe se ci fosse una guerra fra l'Olimpo e Ascard? Buona lett...