°Joy
Matt svolta a destra e percorre un lungo rettilineo alberato. Le quercie sono mestose e si agitano con furore con il vento. Dopo qualche chilomentro si ferma e spegne il motore. Intorno a noi il verde della natura ci circonda in tutta la sua bellezza. Mi volto a guardarlo e la sua attenzione è rivolta al cielo. Vorrei poter trovare qualcosa da dire, ma il fatto è che non so se sia giusto parlare in questo momento. Non voglio mettergli fretta, così distolgo lo sguardo dal suo bellissimo viso e lo porto al cielo, con la speranza che attraverso quell'azzurro riesca a trovare un modo per alleggerire il suo vuoto. Solo i nostri respiri invadono l'abitacolo e con il motore spento ormai il freddo inizia a farsi sentire sulla pelle e nelle ossa. Ad un tratto sospira e quello basta per farmi voltare verso di lui. I suoi occhi azzurri sono posati su di me. Hanno una dolcezza infinita e allo stesso tempo sono malinconici. Poso una mano sulla sua e gli sorrido dolcemente, mentre intorno a noi, gli alberi è come se danzassero sull'onda del vento, il quale fischia quasi come a comporre una melodia. Chiude un momento gli occhi e quando li riapre hanno lo stesso colore del cielo. Un azzurro così chiaro e intenso dove riesco a leggere tutto il bisogno di sostegno di cui necessita adesso. La sua mano stringe forte la mia e il suo sguardo si posa un momento su essa. "Dobbiamo... dobbiamo scendere, Joy. Non siamo ancora arrivati al posto che voglio mostrarti" La sua voce è quasi un sussurro, ma io lo sento benissimo... sono così vicina a lui con il cuore che le sue parole sono chiare come il sole. "Certo" alza un momento su di me il suo sguardo. Questa situazione è del tutto nuova per me. Mi ha detto che non ha ricordi tristi di questo posto, che è solo la nostalgia di non condividerlo più con il padre a renderlo così teso, ma mi fa male vederlo così. Se in qualche modo io posso aiutarlo a superare questo blocco interiore, ne sono contenta. Scendiamo dalla macchina e il vento si staglia su di noi tempestivamente. L'odore che c'è nell'aria è un odore fresco e pulito, e arriva fitto alle narici. Mi avvicino a lui e afferro la mano che mi porge. Ci dirigiamo nell'erba, lungo un viale. Alberi, siepi... tutti maestosi e perfettamene curati circondano le nostre figure. Non so dove stiamo andando, ma questo posto già mi piace. Lo seguo in silenzio, ogni tanto alzo lo sguardo su di lui e noto che si guarda intorno quasi come se i ricordi riaffiorassero nella sua mente man mano che avanziamo. Torno a prestare attenzione davanti a noi e in lontanza inizia a farsi sempre più visibile una cancellata. Sembra grigia e pian piano i dettagli rifiniti di alcune foglie e rose intrecciate, si fanno via via più precise. Sulla parte superiore, dell'edera si estende battagliera, mentre sul lato destro alberga un'insegna con una scritta poco leggibile. Divido le nostre mani unite e incuriosita mi avvicino per cercare di leggere scostandomi un ciuffo di capelli. El.. elm.. "Elmost Park" mi volto di scatto e Matt mi osserva con attenzione. "Come scusa?" - "Questo posto... si chiama Elmost Park. Vieni"
°Matt
Si avvicina a me, la prendo per mano e varchiamo la soglia del parco. Il bello di questo posto è che con il tempo non è mai cambiato. E' assoluamente come lo ricordavo. Tutto è rimasto uguale con il tempo: le panche di legno e i modesti lampioni, l'altalena e lo scivolo rosso e giallo dove mi divertivo a scivolare sotto lo sguardo attento di mio padre... tutto. E' quasi come se il tempo si fosse fermato. "Tutto bene Matt?" riemergo dalla valanga dei ricordi e sposto lo sguardo su di lei. Joy mi accarezza il braccio con fare rassicurante. "Sì, è tutto ok" Non mi ero neanche reso conto di essermi fermato. Riprendo a camminare e Joy si stringe di più sotto al mio braccio. E' un gesto semplice, ma il fatto che sia lei a farlo, lo rende speciale. Le accarezzo la mano e la sua pelle è liscia come la seta. Qualche metro più avanti a noi una coppia cammina tenendosi per mano mentre due bambini si rincorrono tra risate e gridolini. "E' molto bello questo posto" - "Già. Immaginavo che ti sarebbe piaciuto" - "Perché... perché non ci sei più tornato dopo...dopo" - "Perché avevo paura di ricordare, Joy. Perché mi spaventava l'idea del dolore che avrei provato venendo qui e passeggiando in questo posto senza di lui" annuisce mordendosi le labbra. "E adesso cosa è cambiato?" - "Non lo so. Io... tu... noi. Non so cosa è cambiato di preciso, Joy. Forse sei solo tu che sei capace di aprirmi il cuore e di farmi sentire più forte me stesso" mi volto a guardarla e i suoi occhi azzurri mi fissano dolcemente. Si ferma e alzandosi sulle punte posa le sue labbra sulle mie. Il suo dolce bacio mi scalda il cuore colmandolo con il suo amore.
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Una proposta (Sequel de: un compromesso)
Romance(ATTENZIONE! STORIA IN FASE DI REVISIONE. VERSIONE DA CORREGGERE E RINNOVARE) Seguito de: Un compromesso Prima di incontrarla era tutto semplice nella mia vita. Adesso sono un uomo diverso, un uomo con un futuro....un uomo innamorato. Matt John...