Una proposta - 21

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°Joy

Sono ore che piove e il cielo è così grigio che le colline lontane si confondono con le nuvole. Mi sistemo meglio la vestaglia sulle spalle e torno a letto. Matt è andato via da poco e già riesco a sentire la sua mancanza. Il fatto che ieri era preoccupato ha messo in agitazione anche me. Matt è un uomo splendido e forte, ma si sa, anche l'uomo più forte ha le sue paure, anche l'uomo più forte a volte ha bisogno di certezze, di sicurezze, di sentirsi amato... Alla fine chi non ha bisogno di questo? E io non mi stancherò mai di fare tutto questo per lui. L'amore ha bisogno sempre di queste cose, ha bisogno sempre di parole dolci sussurrate, di carezze delicate, di baci intensi e profondi. L'amore ha bisogno di amore per vivere. Scendo dal letto e mi dirigo verso il bagno. Dopo una doccia veloce, indosso una comoda tuta bianca e mi osservo un momento allo specchio. I miei occhi azzurri hanno una luce diversa, una luce più intensa. L'amore è capace di rendere splendide anche cose già viste, di rendere speciali anche gesti già vissuti. Mia madre mi diceva spesso che la felicità di una donna si nota dalla luce del suo sguardo, e adesso, capisco che aveva ragione. Non ho mai fatto caso alle sue parole, forse perché un sentimento come quello che provo per Matt non lo avevo mai sentito prima d'ora. Adesso mi rendo conto che amare una persona rende migliori, e non migliori per qualcuno, ma migliori per se stessi. Io mi sento una persona migliore amando Matt. Sorrido e con le dita creo velocemente una treccia ai miei capelli e la fermo con un elastico. Mi dirigo lungo il corridoio verso la cucina con il sorriso sul volto. Amare qualcuno è anche questo... sorridere senza un vero e proprio motivo. Si sorride semplicemente perché ci si sente bene, perché ci si sente con il cuore colmo d'amore.

°Matt

Afferro la cartellina dallo scaffale, torno a prendere posto davanti alla scrivania e passo in rassegna i vari documenti. Intanto fuori dalla finestra del mio ufficio la pioggia cade fitta e battagliera. Improvvisamente il telefono prende a quillare. Mi protendo verso la stampante e lo afferro. "Pronto?" - "Matt, ma che fine hai fatto?" mi passo una mano sul volto e sospiro. Adesso che ci penso sono stato così preso dalle cose che sono accadute tra me e Joy che non ho pensato a Tom. "Ciao, Tom" - "Cosa succede? Sembri stanco" - "Infatti un po' lo sono. Sto controllando dei documenti" - "Non così tanto da raggiungermi al Queen stasera giusto? Io e Britney pensavamo di andare a ballare un po' stasera" - "No, mi farà bene uscire. E a te? Tutto bene con la tua cara cugina acquisita?" - "Piantala! Ti ricordo che anche tu la conosci piuttosto bene" scuoto la testa e sorrido. "Sì, ma di certo non quanto te. Con me ci ha provato e ci sono stati giusto due o tre baci, sai benissimo che non era proprio il mio tipo, ma il tuo lo era di certo. Ricordo giusto quella festa in cui voi due eravate..." - "No! Non mi ci fare pensare. Adesso non mi interessa affatto" - "Oh... qui qualcuno è proprio cotto a puntino. Avanti ammettilo che..." - "Lo ammetto, d'accordo? Con Britney... beh, con lei è tutta un'altra storia, Matt. Voglio solo che tutto quello che è successo in passato, rimanga nel passato. Ho già fin troppo casini a cui badare. Non è mica colpa mia che sono cugine" - "Sicuramente, ma sapevi benissimo anche che Cecilia..." - "Vedo che ti diverti a ricordarmi i vari casini che ho combinato. Ti ricordo che anche tu non sei stato proprio il massimo" scoppio a ridere, e improvvisamente la porta del mio ufficio si spalanca e Carl varca la soglia. "Matt, ti disturbo?" poso il telefono sul petto e alzo lo sguardo verso Carl. "Ehm... no, entra pure" torno a prestare attenzione al telefono. "Tom, ora devo andare. Ci vediamo stasera" - "Sì, a stasera donnaiolo" chiudo la comunicazione e poso il telefono. "Matt, mi serve la cartella del caso di Edward Green. Darren vuole darle nuovamente uno sguardo" - "Certo" mi allontano dalla scrivania e mi avvicino allo scaffale. "Tutto bene a te, Carl?" apro un cassetto e cerco tra le varie cartelle. "Non c'è male" afferro quella che cerca e gliela cedo. "Mi fa piacere" alza le spalle con un mezzo sorriso stampato sul volto. "Il bimbo pian piano si sta abituando a me e non credevo che potesse succedere. Non dico che si sia legato chissà quanto, e la mia intenzione non è sostituire il padre, ma è già tanto che la mattina mi sorride e che mi augura il buongiorno" annuisco e mi passo una mano tra i capelli. "E' un passo avanti, Carl. Pian piano andrà sempre meglio, vedrai" annuisce silenziosamente e si dirige verso l'uscita del mio ufficio. Non ne sono sicuro in verità, non so cosa significhi vivere con un uomo che non è tuo padre, ma lo spero tanto per lui. Carl è un bravo uomo, e sono sicuro che sarà anche un ottimo padre.

Una proposta (Sequel de: un compromesso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora