°Joy
Mi sono lasciata amare. Mi sono abbandonata tra le sue famigliari braccia quasi come se fosse l'ultima volta che potessi goderne. Non so perché avessi questa sensazione, quasi di perdita direi, e in realtà non vorrei neanche provare a capirlo. Gli ho creduto forse più conoscendo il suo buon cuore che per il fatto che mi abbia guardata negli occhi. Era troppo sconvolto perché io assumessi la sicurezza totale delle sue parole. Non so cosa pensare e sinceramente non mi va neanche di provare a parlare in questo momento. Mi sento svuotata dai presentimenti, dalle incomprensioni, dal ricordo del suo sguardo perso nel vuoto e la sua mente in continua riflessione. Cosa siamo quando restiamo immobili ed è il silenzio a guidare i nostri pensieri? E quando non crediamo di respirare ma il nostro cuore batte comunque? Perché dentro di me provo ancora incertezza e sento freddo sulla pelle? Abbiamo passato quasi tutto il tempo a donarci sorrisi tirati e sguardi incerti. Poche parole ci hanno accompagnato e non è detto che i silenzi siano sempre una buona cosa. Afferro la cesta e mi dirigo fuori casa verso lo stendibiancheria per recuperare i panni asciutti. Il cielo oggi è un mix di grigio con qualche nuvola all'orizzonte. Precisamente oltre le colline. Avanzo lungo la siepe e poso la cesta sul muretto iniziando a raccogliere le prime magliette. D'un tratto dei passi alle mie spalle mi fanno voltare. Vedo Matt avanzare verso la macchina con lo sguardo fisso davanti a sé e la mascella contratta. Indossa la tuta grigia che adora tanto e una giacca un po' troppo leggera visto il tempo. "Ehm... Dove vai?" senza alzare lo sguardo su di me inserisce la chiave e apre lo sportello. "Devo incontrare Tom. Torno presto" annuisco anche se non può vedermi visto che è appena entrato in auto senza degnarmi neanche di uno sguardo. Avvia il motore e si dirige come una furia lungo il vialetto per poi scomparire dopo qualche attimo lungo la strada. Resto per qualche secondo con lo sguardo perso nel vuoto mentre la brezza leggera del primo pomeriggio mi porta davanti al viso qualche ciocca di capelli che prontamente sposto fermandola dietro l'orecchio. Sospiro un momento ad occhi chiusi e poi torno a prestare attenzione ai panni. Le mie mani tremano mentre riposo la biancheria nella cesta accanto. E se mi stesse mentendo? Se invece di vedersi con Tom dovesse incontrarsi di nuovo con Lucy? Mi blocco un momento stringendo tra le mani un maglioncino. Il cuore inizia a battermi forte in petto ed è una sensazione spiacevole quando la mia mente viaggia su questi pensieri. E se quella donna stesse approfittando della situazione per attirare Matt verso di lei? Nella vita ho imparato che bisogna sempre tenere gli occhi aperti, che bisogna essere buoni sì, ma con moderazione perché non sempre chi è di fronte a noi la pensa nello stesso modo. Io non conosco quella donna, non so nulla di lei oltre al fatto che si è quasi fatta investire per la sua mancanza di attenzione e che, da quanto sostiene Matt, abbia dei problemi di cui fa fatica a parlare. Ma quali sarebbero questi problemi? E poi perché non va in centrale a rilasciare una testimonianza invece di chiamare Matt privatamente? Questa cosa non la capisco. Sbuffo, poso il maglioncino nella cesta e mi porto le mani al viso scuotendo la testa. Forse sono solo io che adesso vedo tutto nero, che mi sto facendo dei veri e propri film mentali, non lo so, ma una cosa è certa, nella vita è meglio non essere troppo sicuri su qualcosa.
°Matt
Ma cosa diavolo mi ha preso? Cavolo mi sembra di impazzire! Imbocco una strada isolata e chiusa, percorro qualche metro e spengo il motore lasciandomi andare con le spalle al sedile. Mi porto le mani davanti al viso e sospiro. Mi sento uno schifo e faccio davvero fatica a stare accanto a Joy in questo momento o a guardarla semplicemente negli occhi. Le ho mentito e ho mentito sul fatto che dovessi incontrarmi con Tom. Anche se non nascondo che penso che lo chiamerò una volta che mi sarò calmato. Sono stanchissimo, ancora non ho chiuso occhio da ieri e voglio mettermi a letto, ma mi sento dannatamente in colpa per le bugie che ho detto, per aver promesso alla donna che amo con tutto me stesso una sincerità che non le ho affatto dato, che penso che non riuscirei neanche a chiudere occhio. Io cercavo solo di fare la cosa giusta, cercavo solo di aiutare Lucy ma non mi aspettavo che questo comportasse reazioni spropositate da parte sua. Le avevo gentilmente fatto capire che ero impegnato, credevo che non ci sarebbero stati problemi, ma è chiaro che le mie parole non l'hanno frenata, che non ho frenato i suoi istinti. Indubbiamente è una bella donna, ma non è questo il punto. Il punto è che io amo Joy e sarebbe impossibile consolarla come vorrebbe. Nella mia testa e nel mio cuore non c'è spazio per un'altra donna. Non voglio pensare male di Lucy, non voglio pensare che è una donna che non dona rispetto alle relazioni degli altri. Non voglio farlo... eppure non so cosa pensare a questo punto. Mi sento... Io non lo so come mi sento, so solo che quando ha posato le sue labbra sulle mie sono rimasto di sasso. Ha insinuato le sue mani nei miei capelli e si è fatta largo tra le mie labbra sfiorando la mia lingua. Solo dopo qualche secondo mi sono reso conto di quello che le stavo lasciando fare, ed è questo quello che mi fa sentire un vero e proprio coglione, un verme... uno stronzo per l'esattezza. Aver indugiato troppo sulle sue labbra. E quando sono tornato in me e l'ho scostata alzandomi dal divano confuso, si è piazzata davanti dicendomi cose che neppure mi sforzavo di ascoltare. Ero come in trance e l'unica cosa che riuscivo a pensare era l'errore che avevo commesso. Non ero in grado neanche di sentire il calore delle sue mani sul mio viso mentre cercava di attirare la mia attenzione e guardarmi negli occhi. Mi sono ritrovato improvvisamente a lasciarla lì, a oltrepassarla senza ascoltare o dire altro. A fuggire senza voltarmi indietro. Sono stato un'ipocrita a non affrontare faccia a faccia quello che era appena successo. Ho fatto la morale a lei, ad una donna sola e in difficoltà, quando sono stato io il primo a comportarmi come un codardo e a rinchiudermi per ore in un pub a mandare giù quanto più alcool possibile cercando di trovare una soluzione a quello che era appena successo. Il fatto che per un attimo mi sia perso tra le braccia di Lucy, mi ha destabilizzato. Tanto. Troppo. Ed io non dovevo... Non dovevo perdermi così, quello che dovevo fare invece, era scostarla da me immediatamente. Ma purtroppo non è andata così e non si può più tornare indietro ora. Immaginavo che quella donna potesse provare gratitudine per me, ma non pensavo che me l'avrebbe dimostrata in questa maniera. Il problema sono io, è questa la verità. Sono io il cazzo del problema! Mi lascio sfuggire un urlo di frustrazione e tiro un pugno al volante mentre ho il fiato corto e il cuore mi martella il petto. Intorno a me c'è solo la campagna deserta e l'immagine sfocata, per via delle mie lacrime nervose, delle colline lontane. Poso la testa al volante e sospiro. "Sono un coglione. Un fottuto coglione!" chiudo gli occhi e per un po' resto in silenzio ad ascoltare il rumore del mio respiro e l'erba agitarsi frenetica spezzando il silenzio e rendendo l'aria e il tempo piena di fruscii costanti. Prendo un gran respiro e allungo un braccio verso il lato passeggero per recuperare il telefono. Sfoglio la rubrica cercando il numero di Tom e quando lo trovo avvio la chiamata.
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Una proposta (Sequel de: un compromesso)
Romance(ATTENZIONE! STORIA IN FASE DI REVISIONE. VERSIONE DA CORREGGERE E RINNOVARE) Seguito de: Un compromesso Prima di incontrarla era tutto semplice nella mia vita. Adesso sono un uomo diverso, un uomo con un futuro....un uomo innamorato. Matt John...