Una proposta - 41

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°Joy

Volto la pagina del libro e alzo un momento lo sguardo sulla finestra del salone. È pomeriggio e la pioggia scende frenetica lungo il vetro. Piove a dirotto e non credo smetterà presto. Ieri Matt ha fatto giusto in tempo a varcare la soglia di casa senza beccare il temporale, e da allora, non ha ancora smesso. Abbiamo dormito vicini anche se per lui è stata una notte insonne. Spesso mi svegliavo perché lo vedevo rigirarsi nel letto e sbuffare mentre il temporale non ci risparmiava i suoi boati spaventosi e improvvisi. Mi ha parlato di quello che è successo in centrale, di quel Brett che per poco non ha preso a pugni. Mi ha raccontato tutto freneticamente e senza fermarsi a prendere fiato. Era palese che fosse agitato e teso. Sono contenta che lo hanno tenuto fuori dalle indagini. Immagino come possa sentirsi a restarne fuori, ma alla fine è meglio così. Non mi piace per niente l'effetto che gli causa quell'uomo. Ricordo bene quello che abbiamo passato per lui, voleva trovarmi a tutti i costi, ma Matt ha saputo proteggermi. Non mi è mai stato chiaro se Darren sapesse la verità, quello che so, è che tutte le volte che ci siamo incontrati il suo sguardo mi ha fatto pensare che sapesse più di quanto immaginavo sul mio conto. Forse avrà fatto delle ricerche su di me all'insaputa di Matt, forse ha accettato tutto perché mi ha conosciuta e ha capito la persona che sono, non saprei dirlo con certezza. Matt comunque è uscito presto di casa questa mattina e spero tanto che oggi riesca a sentirsi un po' meglio di ieri. Il telefono prende a squillare improvvisamente. Lascio cadere lo sguardo sul tavolino dove lo vedo suonare, poso il libro accanto a me e mi protendo per recuperarlo. Il nome di Britney lampeggia sul display. "Pronto?" - "Odio questo tempo" scuoto la testa con un sorriso sulle labbra e mi lascio andare comoda contro la spalliera morbida del divano. "So benissimo quanto odi la pioggia. A me piace molto invece" sorrido ripensando al momento in cui Matt mi ha trascinata sul retro della casa sotto la pioggia fitta. I nostri sorrisi, le nostre mani unite mentre alzavamo la testa al cielo andando incontro alla pioggia. E il nostro bacio. Il nostro primo e vero bacio pieno di sentimento e privo di pensieri. Non credo potrò mai dimenticarlo. "Joy? Sei ancora lì?" - "C-come? Oh si si, stavo solo... solo... Oh, niente di importante. Cosa mi dici?" - "Ok. Ehm... Ecco ti va se ci vediamo? Vengo io da te, mi faccio accompagnare da Ben. Lui deve uscire tra poco per fare delle commissioni e tu sai quanto io odi guidare con questo tempaccio" - "Certo che sì, ti aspetto. Ma va tutto bene?" la sento sospirare sommessamente. "Brit?" - "Sì, più o meno, Joy. Quando vengo ne parliamo, ok? Non mi va di parlarne per telefono. Potrei... Ecco io potrei... " la sua voce è quasi un sussurro adesso. Aggrotto la fronte preoccupata. "Potresti cosa?" La sento sbuffare e sembra proprio che adesso stia camminando avanti e indietro agitata. Ma cosa le prende? "Britney, ma cosa..." - "Joy, non chiedermi niente adesso. Per favore. Oh! Ecco Ben è arrivato, ci vediamo tra poco e ti spiego. Ok?" - "B..beh, d'accordo, a tra poco allora" riattacca, allontano il telefono dall'orecchio e osservo sconcertata il display. Mi allungo verso il tavolino e lo lascio scivolare. Un boato improvviso mi fa sussultare. Mi porto le ginocchia al petto e stringo le braccia intorno alle gambe con lo sguardo perso ne vuoto.

°Matt

"Ti conviene confessare! Io non ho nessuna fretta di uscire da qui" Adam Land mi osserva con un ghigno diabolico. Ha un tatuaggio, un tribale nero sul collo che scompare oltre il colletto del maglioncino senape e un pircing al sopracciglio. E' pelato e ha le dita pieni di anelli. "Alicia era solo una puttana traditrice, ma non sono stato io ad ucciderla!" - "E allora cosa ci facevi sulla scena del crimine poco prima del suo omicidio?" - "Ero tornato al capannone per recuperare il mio telefono. Lo avevo dimenticato!" - "Ma guarda che coincidenza" - "Sì, esattamente, è una coincidenza. Dopo che l'ho recuperato sono andato immediatamente via!" - "Invece le telecamere mostrano che sei uscito dal capannone dieci minuti dopo essere entrato. Come lo spieghi? E' un po' troppo tempo per recuperare un cellulare, ma perfetto per commettere un omicidio del genere" mi guarda fisso negli occhi, si protende verso la scrivania e indurisce lo sguardo. "Non avete prove che sia stato io" - "Questo è vero, ma ti posso garantire che scaveremo a fondo, faremo caso a ogni minimo indizio e prenderemo il colpevole" alza le spalle indifferente e si lascia andare contro la spalliera della sedia. "Buona fortuna allora" mi avvicino al muro, afferro la sedia e mi siedo di fronte a lui. "Non abbiamo ancora finito. Che rapporti avevi con la vittima?" si osserva le unghie con tranquillità quasi come se non fosse in una stanza degli interrogatori come presunto colpevole per omicidio. "Era solo una collega con cui mi ci divertivo di tanto in tanto. Ma non ero l'unico. Non ditemi che questo è un crimine" alza lo sguardo su di me e mi sorride. "Aveva rapporti con altri colleghi?" fa una smorfia e si sistema meglio sulla sedia. "Quasi con tutti. Faceva servizietti in cambio di una mancia. Da quello che si diceva in giro aveva il vizio di giocare a poker e le servivano soldi. Aveva dei problemi" - "Sai molte cose su di lei" arriccia il naso e la sua espressione si indurisce. "Tutti conoscevano Alicia lì dentro" - "Con chi l'hai vista l'ultima volta?" - "Era con Edward. Ultimamente passavano molto tempo insieme quei due. Spesso lui mi raccontava quello che facevano. Quella donna non aveva nessun ritegno. Erano diventati molti affiatati nell'ultimo periodo. C'è chi diceva che si chiudevano nello sgabuzzino per diverse ore dopo il lavoro" - "E tu ne eri geloso" - "No! Non ne ero per niente geloso. Potevo averla quante cazzo di volte volevo. Bastava pagarla" lo guardo per un po'. "Edward... il suo cognome?" volta la testa di lato. "Non lo so il suo cognome" - "Menti!" si volta di scatto a guardarmi e si protende verso di me. "No! E ti ripeto che non sono stato io ad ucciderla!" - "Non ho detto questo, ma potevi essere un complice. Il cognome di Edward" - "Non me lo ricordo!" - "Strano, non ti ricordi il suo cognome, però chiacchieravate molto tu e lui su Alicia" - "E questo cosa c'entra? Non avete prove su di me! Mi ha capito? Mi sono stancato! E questo interrogatorio non ha alcun senso!" lo guardo fisso negli occhi. "Saremo noi a deciderlo se ha senso" Mi volto verso Carl gli faccio un cenno del capo e poi torno a guardare Adam. "Io ho finito. Adesso l'agente Treynor ti farà qualche altra domanda. Ti conviene collaborare" mi alzo, mi volto ed esco dalla stanza degli interrogatori dirigendomi lungo il corridoio. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria. "Ma guarda chi si rivede... L'agente Johnson. Che brutta cera che hai. Problemi con la tua barbona per caso?" vedo quello stronzo di Brett ammanettato mentre un agente lo trascina lungo il corridoio per portarlo chissà dove. "Vai al diavolo" - "Oh! Ci andrò prima o poi, chi lo dice che non sia meglio del paradiso. Però prima mi divertirò un po' con qualche bella donna" l'agente accanto a lui lo strattona. "Fai poco lo spiritoso Foster! Dubito che tu possa farlo visto la situazione in cui ti trovi. Forza, andiamo!" faccio per superarlo stringendo i pugni ma si piazza improvvisamente davanti a me. Alzo una mano verso l'agente che prontamente cerca di allontanarlo, per fargli capire che è tutto apposto, e guardo Brett negli occhi. Sul suo volto compare un ghigno diabolico. "Sai caro Matt, so già benissimo con chi mi piacerebbe divertirmi. Quando penso a questa donna io... Dio!" alza gli occhi al cielo e sogghigna diabolico. Lo guardo fisso senza scompormi più di tanto. Devo controllare il mio corpo nonostante dentro di me sento ribollire la rabbia. Torna a guardarmi negli occhi. Si avvicina di un altro passo e posso quasi sentire il suo alito sulla pelle. "Cosa c'è, non vuoi saperlo? Non sei neanche un po' curioso?" resto immobile sostenendo il suo sguardo. "No. Sinceramente non lo sono. Non sono per niente interessato alle tue sciocchezze" mi scosto da lui e lo supero. La nostra conversazione è durata fin troppo. Lo sento ridere di gusto alle mie spalle e vorrei tanto spaccargli la faccia ma mi trattengo e continuo a camminare. "E' davvero un peccato Johnson. Davvero un peccato" ride di gusto e la sua voce risuona decisa lungo tutto il corridoio. "Magari una bella rossa occhi azzurri sarebbe un prototipo perfetto. Salutami la tua bellissima Joy, e dille che..." mi blocco, mi volto di scatto e in un attimo sono vicino a lui, spingo l'agente Derrik da un lato e afferro Brett dalla divisa del carcere sbattendolo contro la parete vicina. "Non la nominare! Mi hai capito? Non devi azzardarti a pronunciare il suo nome!" - "Agente Johnson!" l'agente Derrick mi afferra per le spalle cercando di dividerci. "Stai attento Brett, potrei divertirmi per primo io con te. E non credo ne usciresti bene. Non avresti neanche la forza per respirare credimi" - "Matt! Santo cielo!" Carl compare improvvisamente lungo il corridoio. Mi afferra per le spalle e mi divide da Brett. L'agente Derrik lo afferra da un braccio e strattonandolo lo trascina nella direzione opposta. Lo guardo allontanarsi con rabbia mentre con una mano mi sistemo il colletto della camicia. "Ma sei impazzito per caso? Se lo scopre Darren non sarà contento" - "Come diavolo fa a sapere di Joy, Carl?" - "Matt, non ci pensare. Le voci corrono, l'avrà ascoltato da qualcuno in giro. Stiamo ancora indagando su quello che ci è stato detto" - "Sì ma questo non vuol dire che..." - "Matt, lascialo perdere. Cristo lascia perdere quel pezzo di merda. Parla solo per provocarti. Non lasciarti prendere da ciò che dice" sbuffo sonoramente e mi passo una mano sul volto. "Vado un secondo a prendere aria, Carl" mi posa una mano sulla spalla e annuisce preoccupato. "Vai, e cerca di tranquillizzarti un po'.

Una proposta (Sequel de: un compromesso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora