Capitolo 13 Nel panico più totale

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Quella sera non chiusi occhio completamente.
Rimanevo nel cuore della notte seduta sul mio letto, ripensando a tutte quelle cose che ci aveva raccontato Hades.
Quei ragazzi erano dei titani, i fratelli di Kronos, mentre quest'ultimo era il padre di Zeus e Hades.
Ero rimasta davvero scioccata, ma questo era niente in confronto a quello che ci aveva spiegato dopo quel pomeriggio. Avevo scoperto che quei tre volevano gli Artefatti, gli stessi oggetti che portavano i ragazzi addosso perché gli servivano per liberare il loro fratello dagli inferi, rinchiuso ancora in quel tartaro che Hades lo ha imprigionato, in più, Hades aveva accennato che il piano di Zeus era proprio quello di fare avere in mano a quei tre questi stessi oggetti.
Ero venuta anche a conoscenza che la collana che indossavo io era proprio quella che poteva uccidere Kronos.
Forse per questo motivo quei due l'altro giorno mi avevano scrutato quando ero in sala mensa con gli altri. Forse sanno che la cosa nella quale porto addosso io sarebbe in grado di uccidere il loro fratello, o magari non sanno niente.
La rabbia e la preoccupazione che avevo, era dovuta al fatto che Zeus mi aveva messo in mezzo a tutta questa storia; mi aveva messo nei guai per dirla tutta.
Capisco che la collana non l'aveva potuta usare tempo fa lui perché era stata creata per un'umana, ma la cosa che non capivo io era, perché aveva scelto proprio me?
Ora in tutto questo trambusto avevamo anche un compito molto importate. Visto che dovevamo consegnare personalmente gli oggetti a quei Titani, Hades, Dionysus, Thor e Balder erano gli unici ad averli ancora chiusi.
Dovevamo riuscire in qualche modo a farglieli togliere, facendogli fare qualche atto d'amore.
Ma il problema era, come fare?
Ero così stressata che mi misi a mugugnare per i nervi.
Hikari disturbata da quel rumore che provocavo, accese la luce sul comodino, guardandomi striminzita.

-Yui che ti prende? perché non dormi?- disse lei con voce assonata, sbadigliando.

-Non ci riesco...ho troppi pensieri Hiki-.

La mia amica capendo cosa avevo, perché gli avevo raccontato tutto, si mise seduta osservandomi abbastanza preoccupata -Capisco che sei preoccupata Yui, ma vedrai che andrà tutto bene. I ragazzi ci riusciranno-.

-Si ma non capisci che se fallissero, Kronos si impadronirebbe di tutto il mondo-.

-Non ci riuscirà, i ragazzi sapranno cavarsela. Yui devi avere fiducia in loro-.

Hikari aveva ragione, dovevo avere fiducia e credere di più in loro, e non considerare solamente le probabilità che fallissero subito. Erano dei ragazzi in gamba, molto forti e sapevano sempre quello che facevano.
Ma si, potevano farcela perché loro sono delle Divinità molto potenti, e io in qualunque caso gli avrei dato una mano a tutti loro.
Mi alzai dal letto verso mezzogiorno. Per mia fortuna era sabato, perciò niente lezioni scolastiche, almeno mi potevo rilassare un poco e non pensare allo studio.
Uscii dalla mia camera per andare al piano inferiore a prendere uno snack dal distributore. Mentre percorrevo il corridoio, tutti gli studenti mi continuavano a fermare per domandarmi cosa era successo la volta scorsa con quello che avevano visto. Io risposi a tutti che quei tre erano degli amici di infanzia che avevano avuto delle discussioni passate con i ragazzi. Non sapevo che altro inventarmi, ma di sicuro non ero molto brava a mentire.
Mentre proseguivo, una ragazza venne da me dicendomi che quei tre studenti nuovi alloggiavano in questa struttura. Si erano presentati come degli umani in questa scuola, perciò dovevano sicuramente alloggiare qui visto che a loro non era permesso entrare nella casa Divina.

"Non potevo ricevere notizia migliore di questa" pensai ironica.

Con timore, andai lo stesso al distributore, sperando di non trovare nessuno di quei tipi, ma per mia solita sfortuna non fu così.
Mentre presi uno snack, appena mi volsi mi scontrai faccia a faccia con il ragazzo dai capelli neri e occhi come la pece.

-Che cosa vuoi?- gli domandai spaventata per il troppo contatto vicino.

-Io? niente ragazzina. Più tosto, i tuoi amici quando si decideranno a darmi gli Artefatti?- mi disse lui con il volto serio e più tosto impazientito.
Forse non sapeva che quello che avevo addosso io era anche un Artefatto. Non aveva fatto
nessuna domanda al riguardo.
Lo osservai seria, non rispondendo alla sua domanda.
-Mmh..ma come siamo bravi a fingere di non avere paura. Comunque, io sono Cotto- si presentò, abbastanza divertito per la mia finta immagine che mostravo.

Kamigami no Asobi: Il Destino delle DivinitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora