Capitolo 20 L'ira di Kronos

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-Che cosa aspettate? è il momento di farli fuori.-.

Pronunciò Kronos quelle parole come un ordine ai suoi fratelli, il quale questi lo stavano scrutando incerti sul loro ordine. Cotto si osservò con Briareo e Gigi, e i due capirono al volo che cosa passasse per la testa al fratello, ma non si spiegarono il perchè di quella sua decisione che aveva già preso.
Quando Kronos ripose la sua domanda con molta più arroganza vedendo che nessuno dei tre si era ancora mosso, Gige si innervosì.

-Ehiii! vedi di non alzare la voce con noi!-.

Aveva serrato la mascella e i pugni in una stretta potente, ma si trattenne dal suo istinto omicida che aveva per lui visto che Briareo in qualche modo aveva cercato di calmarlo.
Cotto senza aggiungere alcuna parola scrutò il fratello minore dai capelli bianchi, e appena gli fece un cenno con la testa, Briareo sprigionò un campo di forza maggiore intorno ai ragazzi e a me, nella quale il dolore che avevamo prima era sparito. Kronos restò sorpreso dal loro comportamento e dell'atto che avevano messo in scena i tre Titani, non si sarebbe mai aspettato che i suoi stessi fratelli avrebbero preso le difese dalla parte delle Divinità che non da lui.
Quando il potere di Briareo funzionò su di noi, questi tre presero il volo e andarono a piazzarsi in un angolo alto della scuola, dove i loro occhi erano sempre puntati su di lui.

-Mi dispiace dirtelo...ma...adesso dovrai cavartela da solo-.
Parlò con un tono decisivo Cotto, dicendo quelle parole tra una pausa e l'altra, rinunciando al piano.

-Siamo stanchi di sottometterci ai tuoi ordini- disse Briareo.

-Tsk...patetico!- sputò amaramente Gige.

Kronos ascoltando quei giudizi rimase silenzioso per qualche secondo, osservandoli serio. Poi, cominciò a ridere in modo così ripugnante senza alcun motivo. Quella sua risata sarcastica fece mettere in guardia tutti quanti, visto che sembrava anche molto irritato da quello che gli stava accadendo a torno a sé.

-E' così, alla fine di tutto ciò mi state abbandonando, bene, perché tanto siete solo inutili Titani venuti al mondo senza alcuno scopo della vostra vita. Siete solamente dei deboli!-.

Kronos urlò quelle parole di disprezzo, nella quale i tre fratelli rimasero sbigottiti per quello che aveva detto, non tanto Cotto visto che lui aveva ormai capito come era veramente lui, ma Gige e Briareo. Loro due erano rimasti senza parole perché si erano fidati delle sue parole di promessa che Kronos gli aveva detto quando erano nel Tartaro. Erano stati sempre convinti che lui gli avrebbe concesso la libertà di fare ciò che volevano una volta che il mondo sarebbe stato in mano sua. Ma ora che i tre lo guardavano meglio, si vedeva molto chiaramente che Kronos aveva sempre portato una maschera di inganno al suo volto.

-Ti sbagli!!!- urlai nel silenzio che si era manifestato intorno all'aria per via di quelle parole frivole che il Titano aveva detto ai tre fratelli.

-Come scusa?- parlò Kronos in modo sarcastico, guardandomi di sottecchi.

-Tutti hanno uno scopo nella loro vita- feci qualche passo avvicinandomi a lui -Il tuo è quello di dominare il mondo, mentre il loro è quello di avere la libertà-.

-Ma il loro scopo nella vita si è esaudito visto che sono già liberi, come puoi notare- aggiunse Loki facendo un sorrisetto a Kronos.

-Il tuo non capiterà mai, perché noi ti faremo fuori!- borbottò Takeru in tono di sfida.

-Sei tu il debole, non loro- rispose anche Dionysus sicuro di sé stesso.

Ognuno dei ragazzi, compresa io, aveva lasciato lo stupore per le cose che avevamo detto ai tre Titani che in questo momento ci osservavano dall'alto.
Si erano meravigliati molto perché non credevano che dopo tutto quello che loro ci avevano fatto passare, noi eravamo stati capaci di perdonarli e di difenderli pure.
Ma quello che lì stupì più di tutti dalle nostre parole dette, era stato il fatto che avevamo detto che loro erano liberi. Infatti si capirono loro stessi che in fin dei conti noi avevamo pienamente ragione.
Cotto, Gige e Briareo in passato avevano avuto una vita molto difficile. Si erano sempre lasciati mettere i piedi in testa dal loro fratello maggiore Kronos, nella quale lui ogni volta li aveva sempre sfruttati a suo piacimento e non gli aveva mai concesso alcuna libertà.
Ma adesso finalmente avevano capito come era quell'essere e stavolta non si sarebbero lasciati mai più comandare dai suoi ordini.

Kamigami no Asobi: Il Destino delle DivinitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora