Capitolo 21 Rischio

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Quell'essere malvagio che pensavamo di aver sconfitto con molta facilità, si era trasformato in un gigante colossale dall'aspetto terrificante e mostruoso.
Era altissimo, quasi arrivava a superare la struttura scolastica.
E questa era già enorme....
Kronos non perse neanche un secondo in più che appena completò la sua trasformazione si avventò su di noi con molta più grinta, come se le forze che lo avevano abbandonato prima gli fossero ritornate a pieno.
Cominciò a sfoderare i suoi poteri, lanciandoci anche delle enormi sfere di fuoco gigantesche verso la nostra direzione.
Le schivammo subito, anche se io venni più che altro afferrata al volo da Apollon, alla quale ora mi ritrovavo in braccio a lui sospesa per aria.
Kronos si mosse, è con le sue mani enormi colpì la scuola, distruggendola in mille pezzi per poi prendere dei grossi massi che si erano formati e lanciarli ancora una volta su di noi.
Per lui quei massi era come sollevare dei pezzi di carta, cosi leggeri che neanche si dovette sforzare di tenerli in mano per quanto questi erano enormi.
Takeru provò a colpirlo con uno dei suoi attacchi con l'acqua, ma questo non si faceva alcun male. Thor provò con il suo enorme martello, richiamando il potere dei fulmini e cercando poi di colpirlo con questi, ma era tutto inutile. Dionysus con una strana coppa d'oro che gli era spuntata, aveva gettato con questa una specie di liquido color prugna su di lui, ma Kronos non si faceva nulla.
Poi era la volta di Tsukito e Balder, il quale i loro raggi uniti che puntavano su lui era come se gli facessero solamente il solletico.

-Ah..ah..ah! Non riuscirete a sconfiggermi- parlò il gigante Kronos con una voce molto profonda e spaventosa che mise i brividi a tutti.

-Come facciamo a batterlo, non si fa niente!- brontolò Loki innervosito, schivando le sfere di fuoco che gli arrivavano per poi spedirglieli dritte su di lui.

-L'unico modo che abbiamo è quella spada, ma adesso è troppo piccola per uccidere il suo cuore- rispose Apollon mentre mi rimise al suolo, il più lontano possibile da quel mostro.

La spada era ancora nelle miei mani, l'avevo persino fatta diventare di nuovo un ciondolo visto che se Kronos se ne fosse accorto me l'avrebbe distrutta in mille pezzettini e poi avrebbe distrutto anche me.
Mentre i ragazzi si apprestavano a cercare una possibile mossa da compiere, Zeus insieme ai tre Titani che si erano ingranditi, anche se questi gli arrivavano solo alle gambe di Kronos, si erano alleati con Zeus mettendosi in gioco contro di lui. Ci fu un radicale cambiamento del tempo, il cielo si era fatto grigio e il rumore dei tuoni suscitava l'umore di Zeus, il quale si capiva che il capo dei cieli era più tosto infuriato.
Zeus in compagnia dei Titani, si ribellarono a Kronos, cominciando a combattere contro di lui con molta più forza di quanto non l'avessero già messa in atto prima.
Sospeso in aria e con lo scettro in mano sua, Zeus lo puntò in direzione del padre, trafiggendolo poi con un raggio dorato in grado di far bruciare la sua pelle rossa e rugosa.
Per qualche secondo sembrò che quel potere funzionasse perché il gigante si stava ribellando, infastidito da quella tortura. Ma poi quando uno dei suo fratelli, Gige, che si era apprestato ad avvicinarsi un po' troppo per cercare di colpirlo, Kronos lo prese alla sprovvista, colpendo con il suo grosso braccio suo fratello, facendolo arrivare dritto su Zeus il quale caddero entrambi per terra.
Lo scettro che aveva prima nelle mani ora lo aveva preso Kronos, è senza scrupoli lo puntò in direzione del figlio, colpendo Zeus come aveva fatto con lui, infliggendogli dolore.
Apollon e Dionysus erano corsi all'istante vedendo loro padre in difficoltà. Apollon lo aveva preso per trasportarlo più in là, mentre Dionysus era riuscito a levargli dalle mani quell'oggetto che apparteneva a Zeus.
Tutti gli altri si cimentarono a raggiungere i due per poi scontrarsi senza aver appreso nessun piano. Cercavano di mettere tutto sé stessi per provare a indebolirlo. Volevano riuscire nel loro intento a far scomparire quella bestia per farlo ritornare nella sua forma originale, così che poi sarebbero stati in grado di usare quella spada che era destinata per la sua morte.
Zeus si era indebolito per quel colpo che il suo stesso scettro gli aveva causato, perché Kronos glielo aveva puntato proprio al cuore. Ma anche se lui insisteva nel volere combattere, Apollon non glielo permise, aveva troppo paura per lui.

Kamigami no Asobi: Il Destino delle DivinitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora