Capitolo 18 Creature Mostruose

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-Kronos!-.

L'atmosfera che si era manifestata nell'aria non appena era apparso quel Titano, aveva suscitato la paura nei giovani ragazzi. Solo Zeus e Thoth sembravano mantenere la calma più assoluta in tutto ciò.
Kronos stava mostrando un espressione malvagia quanto indignata verso Zeus.
Era così furioso con lui che gli era impossibile mantenere al momento la calma, visto che il Titano era stato sconfitto e mandato negli inferi proprio dai suoi stessi figli.
Voleva vendetta, voleva il suo dominio, non avrebbe accettato un'altra volta la sconfitta.

-Vedo che non apri bocca. Non hai niente da dirmi dopo tutti questi anni?-.
Kronos gli aveva fatto quella domanda sogghignando divertito, ma Zeus sembrò restare impassibile, senza rispondere, rimaneva solamente concentrato su di lui -Non dici niente. Allora?- riprovò una seconda volta sperando che Zeus parlasse -Molto bene, visto che non osi rispondermi, vediamo se lo farai dopo che faccio questo!-.

Senza che ce ne accorgemmo in tempo, il Titano aveva alzato il palmo della sua mano e lo aveva puntato contro il dormitorio degli umani, dopo di che, lanciò come un laser di un rosso acceso verso la cima del dormitorio, distruggendo una parte della struttura.
Rimanemmo tutti sbigottiti per quello che aveva fatto quel mostro davanti ai nostri occhi.
Si sentirono tantissime urla degli studenti che gridavano in preda al panico. Io e Apollon corremmo subito verso quella zona distrutta, nervosi e spaventati di quello che potevamo trovarci una volta che saremmo arrivati lì.
C'era tantissima polvere nell'aria, non si riusciva a vedere molto, si vedevano solamente la flotta di molti ragazzi che urlavano spaventati in lacrime. Alcuni addirittura erano feriti. Tentai di far mantenere la calma a tutti quanti ma era impossibile, i studenti erano troppo agitati per ascoltare le mie parole. Anche Apollon cercò di urlare il più possibile per farsi sentire, ma invano come me, quelle sue grida erano state inutili perché i ragazzi non gli davano ascolto.

-Ragazzi fate silenzio! coraggio seguitemi, andiamo tutti nel mio dormitorio-.

Dionysus era venuto da noi per proporre questa sua idea, infatti gli studenti avevano apprezzato di più le sue parole visto che gli erano sembrate più sicure per la loro sicurezza.

Nel frattempo di fronte a quel Titano dal volto soddisfatto, Zeus era sembrato irritato da quello che aveva fatto Kronos ai suoi studenti, ma non accennava a muoversi ancora.
Takeru era scioccato, Thor e Tsukito erano dispiaciuti, solo Loki era stato l'unico a non sopportare alla sua vista quei ghigni divertiti di quei Titani. Come una furia, Loki andò incontro a Kronos generando una sfera di fuoco nella mano, ma quando si avvicinò a un certo limite di distanza da lui, venne sobbalzato per aria, finendo per terra dietro le spalle dei suoi amici.

-Loki! stai bene?- disse Thor correndo incontro al suo amico.

-Si...sto bene- rispose lui alzandosi da terra ancora più nervoso di prima.

-Maledetti! siete solo dei vigliacchi, dei stupidi poveri illusi!- gli gridò Takeru imbestialito.

-Tu parli sempre troppo moccioso. Vedi di stare un po' zitto!- borbottò Gige con tono sarcastico. Takeru di quella risposta stava per lanciarsi contro di lui ma Tsukito l'aveva fermato subito non appena aveva visto il fratello che stava per partire all'attacco.

-Takeru non ora, dobbiamo aspettare-.

-Già, ascolta tuo fratello, non sprecare così le tue energie- proferì Thor.

Kronos rise per quella scenetta tanto pietosa per i suoi occhi che le giovani Divinità avevano fatto davanti a lui, lo trovava divertente vedere come loro erano così uniti fra di loro.
Poi però, egli portò di nuovo lo sguardo verso i ragazzi e su Zeus, guardandoli concentrato.

Kamigami no Asobi: Il Destino delle DivinitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora