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Anne sorrise gentile, per quanto potesse visti gli occhi lucidi, stringendo calorosamente la mano di Emily.

"È un piacere, cara. Harry di sicuro non ti avrà parlato di me." Sorrise Anne mentre Harry alzava gli occhi al cielo. "Ne aveva tutte le ragioni. " mormorò tristemente Anne distogliendo lo sguardo. Emily non sapeva come rispondere, e fu graziata dall'arrivo del dottore.

"Devo fare alcune analisi ad Harry, vi chiedo di uscire. Poi potete stare con lui, ma ha bisogno di riposare. " sorrise il dottore seguito da un'infermiera.

"Non ho bisogno di un cazzo." Sbuffò Harry ricevendo un'occhiataccia da parte di Emily.

"Che c'è? " fece un sorrisetto Harry. Le due donne uscirono lasciando il dottore lavorare. Anne si sedette su una sedia appena fuori mentre Emily rimase in piedi: era stanchissima ma non aveva intenzione di abbandonare Harry, glielo aveva promesso.

"Grazie, Emily."

"Cosa?" Si rivolse la ragazza verso la madre addolorata di Harry.

"Il dottore mi ha detto che hai chiamato tu i soccorsi quando..." singhiozzò lasciando sospesa la frase. "Ha avuto tante crisi, abbiamo fatto di tutto io e suo padre. Ma non è servito a nulla." Sospirò Anne asciugandosi gli occhi gonfi. Emily le si sedette accanto. "Non era mai arrivato al suicidio... dio solo sa se non ci fossi stata solo tu. Non avrei potuto sopportarlo di nuovo." Pianse Anne. Emily le strinse silenziosamente una mano cercando di trasmetterle calore.

"È stato per colpa mia. Avevamo litigato, beh lui si era arrabbiato: ha cominciato ad urlare ed è corso via da me." Spiegò Emily mentre Anne annuiva.

"Voglio solo dirti quanto ti sono grata. So che forse Harry ti ha detto tante brutte cose su di me ma lui ama vedere solo le cose dal punto negativo. " sorrise amara Anne. Emily la esortò a continuare con un piccolo sorriso.

"Io e suo padre abbiamo sbagliato, tante volte. Ma non ho mai smesso di amarlo come figlio, mai. So che non sembrerà ora, ma ho cercato di mettermi in contatto con lui durante tutti questi anni e non ci sono mai riuscita. " spiegò tristemente. Emily però ancora non capiva una cosa ma lasciò che la donna continuasse.

"Ho sempre cercato di portarlo via da questa maledetta città dove tutto ha avuto origine ma mi ha sempre tenuto testa, è così testardo." Commentò con un sorriso amaro. "Dopo tutto, dopo Julie ne aveva sopportate troppe. Ho provato a convincerlo ma ha sempre detto che non poteva abbandonare tutto quello che aveva qui." Sospirò Anne.

"Perché lei se n'è andata? Harry aveva bisogno di lei." Disse Emily sentendo di dover prendere le difese di Harry.

Anne annuì sorridendo nervosa.

"Ho dovuto. Dopo quello che era successo era necessario che io me ne andassi da qui per trasferirmi a Londra. Harry per un primo momento aveva accettato di venire con me ma aveva trovato Julie e sembrava stare bene, quindi lo aveva lasciato con lei. Ma non stava bene, per niente." Fece una pausa lasciando la rabbia invaderla. Emily capì quanto anche lei la odiava. "Mi pento ogni giorno di aver creduto che stesse bene, ma era quasi maggiorenne e con lui c'era qualche familiare. Chi l'avrebbe mai detto che lo avrebbero abbandonato tutti per una stupida supposizione. " strinse la mascella Anne. Emily cercò di riunire i tasselli che componevano Harry ma ne mancava uno. Il più importante.

"Ma cosa è successo? Cosa ha cambiato Harry?" Domandò Emily sentendosi mangiare dentro dall'ansia.

"Come?" Chiese confusa Anne voltandosi verso di lei. "Harry non ti ha mai detto nulla?" Emily scosse la testa.
Anne sospirò e gli occhi le si fecero lucidi.

"Lui.. lui ha - "

"Harry ha finito le visite!" Il dottore le interruppe e Anne balzò in piedi dimenticandosi del suo sfogo.

"Come sta? " chiese Emily accantonando il pensiero.

"Bene. Avrà quest'ultima notte e poi può tornare a casa." Sorrise il dottore facendo strada alle due donne.

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